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lunedì 3 giugno 2024

Girolamo Asquini. Notizie dei pittori del Friuli

 

Girolamo Asquini
Notizie dei pittori del Friuli
A cura di Paolo Pastres

Premessa di Giuseppe Bergamini

Udine, Forum, 2002

Recensione di Giovanni Mazzaferro




L’erudizione friulana di fine Settecento

Anche il conte Girolamo Asquini (1762-1837) appartenne al circolo culturale dell’erudizione friulana che, sul finire del Settecento, pose le premesse per la nascita di una moderna storiografia artistica locale culminata con gli scritti di primo Ottocento di Fabio di Maniago. Ne abbiamo già conosciuto alcuni esponenti, ad esempio Federico Altan per proseguire con Tommaso Faccioli (Faccioli era vicentino, ma soggiornò un paio d’anni a Udine). Un discorso a parte meritano poi l’abate Mauro Boni e soprattutto Luigi Lanzi, che a Udine soggiornarono in anni napoleonici ed ebbero modo di stringere un’amicizia che è testimoniata dalle loro lettere e che coinvolse anche la redazione della terza edizione della Storia pittorica. C’è un filo comune a tutti questi personaggi ed è che tutte le edizioni moderne delle loro opere (le cui recensioni potete consultare cliccando sui link sopra attivati) sono a cura esclusiva o parziale di Paolo Pastres, di cui bisognerà pur riconoscere i meriti. Sulla scia di figure come quelle Giuseppe Bergamini, Caterina Furlan e di altri che qui dimentico, Pastres è stato in grado di proporre per la prima volta (o riproporre) a un pubblico di interessati gli scritti proprio di questi eruditi.

Nel caso delle Notizie dei pittori del Friuli siamo di fronte a un manoscritto ritrovato dallo stesso Pastres presso la Biblioteca Municipale di Reggio Emilia fra le carte di Mauro Boni (segnatura ms. Vari A. 14/2). Si tratta chiaramente di una copia, e non dell’originale, intitolata Arti nel Friuli o Notizie dei pitturi di Udine. Il manoscritto non presenta il nome dell’autore che tuttavia, da evidenze interne e grazie a ulteriori riscontri (p. 16) risulta essere con ogni probabilità il conte Asquini.

In qualche modo si tratta di una scoperta sorprendente, perché Girolamo, che era nato a Fagagna, vicino a Udine, e che per lunghi periodi visse fuori del Friuli (dal 1789 al 1818 a Parma, dal 1821 al 1829 a Verona, dal 1830 fino alla morte di nuovo a Parma), era noto soprattutto per i suoi studi come epigrafista e antiquaria, all’epoca forieri di vari riconoscimenti in accademie italiane, oggi praticamente dimenticati, anche in virtù di una loro non grandissima affidabilità.


Le Notizie

Le Notizie sono opera giovanile e furono compilate con ogni probabilità entro il 1789, ossia prima del trasferimento a Parma. Si tratta di un ‘abecedario’, forma letteraria all’epoca molto diffusa nell’ambito della letteratura artistica, la cui fortuna era sorta a partire dal celeberrimo (e famigerato) Abecedario pittorico del padre Pellegrino Orlandi del 1704.  La circostanza non è, di per sé, straordinaria, ma è curioso che Asquini non adotti nessuno dei due modelli proposti dall’unico precedente friulano in ambito di storiografia artistica, ovvero da Federico Altan che abbiamo visto cimentarsi con la biografia proposta in forma fittizia epistolare e il sunto storico per ‘scuola artistica’. In verità Asquini, che è sempre molto attento a citare le sue fonti, non fa mai riferimento a Altan, il che indurrebbe a pensare che non ne conoscesse gli scritti.

Ciò non toglie che gli scopi ultimi di Altan e Asquini, così come quelli di molti altri, come il padre Angelo Maria Cortenovis e monsignor Girolamo de Renaldis, fossero gli stessi, ovvero la promozione dei pittori locali, in un’ottica che possiamo senz’altro definire campanilistica. È in questo contesto che Girolamo, esattamente come Altan, inserisce nel suo abecedario una lunga biografia di Tiziano, nato in Cadore, a dire il vero già quando quest’area geografica era da molto tempo non più sotto la giurisdizione religiosa del patriarcato di Aquileia; la circostanza non aveva importanza e serviva appunto all’esaltazione della pittura friulana.

Le Notizie comprendono biografie di artisti che vanno dal XV al XVIII secolo (Asquini adotta il metodo consolidato di inserire nel suo lavoro solo i pittori già deceduti e non quelli viventi) e si tratta, come immaginabile, di artisti per lo più friulani (o ritenuti tali dalle fonti) o comunque che, nati altrove, ebbero modo di lavorare in Friuli. Non solo: il suo spoglio, con brevi cataloghi ragionati di ogni artefice, è limitato, in sostanza, alle opere presenti a Udine, con pochissime eccezioni per i paraggi (ad esempio la natia Fagagna). La regola generale, tipica dell’erudizione dell’epoca, è quella di affidarsi alle fonti letterarie; tranne eccezioni, che comunque vi furono, è evidente che Girolamo attinge a scritti precedenti, peraltro, come già detto, sempre citati. Si va, quindi, da Vasari a Ridolfi, da Sandrart a Zanetti e all’Abecedario di Padre Pellegrino Orlandi, nell’edizione aggiornata (se possibile ancora più inesatta di quella originale) curata da Pietro Guarienti ed edita nel 1753. Molte biografie risultano essere trascritte di peso da una di queste fonti; altre sono compilazioni che attingono da più di esse e combinano i dati presentando riassunti delle informazioni.

Va peraltro detto – è Pastres a segnalarlo – che a volte ci sono apporti personali (che potrebbero essere informazioni fornite oralmente da terzi) e che il manoscritto fornisce indicazioni preziose per tutti quegli artisti che, per motivi cronologici, non erano stati mai citati altrove o che, considerati minori, rendono qui l’idea di una fitta rete di artefici, probabilmente non di prima qualità, ma preziosa per la ricostruzione di un ambito artistico. Se l’Italia è il paese del patrimonio diffuso, l’abecedario di Asquini dà conto, insomma, dei tanti artisti che contribuirono a costruirlo, artisti di cui, altrimenti, non conosceremmo nemmeno il nome.
 

L’apporto di Mauro Boni  

Da ricordare che le pagine finali del manoscritto contengono delle aggiunte operate da Mauro Boni (fra le cui carte, come detto, è stata ritrovata la copia oggetto di questo volume) col chiaro intento di completare la rassegna (tutto sommato abbastanza completa) di Asquini. Boni, in particolare, abbandonò il criterio del conte nativo di Fagagna e aggiunse nomi di artisti ancora viventi, o morti da pochissimo, alcuni dei quali a noi completamente ignoti. Molto probabilmente lo fece dopo il 1795. Fra il 1795 e il 1797, infatti, fu a Udine come precettore di Lorenzo Giustinian, di nobile famiglia veneziana. Pastres ipotizza che Boni possa aver fatto copiare l’originale avendolo ricevuto tramite padre Angelo Maria Cortenovis, anch’egli studioso di antiquaria, a lungo direttore del collegio dei Barnabiti di Udine, che frequentò molto il Boni e in precedenza aveva avuto rapporti molto stretti con Girolamo Asquini. L’ipotesi appare del tutto logica. Da segnalare tuttavia che i nomi aggiunti da Boni hanno più o meno in comune il fatto di essere stati allievi di Giovanni Battista de Rubeis, pittore e autore, nel 1773, di un Catalogo dei quadri presenti negli edifici pubblici di Udine, rimasto inedito fino al 1936. Come si vede, ad di là dell’intrinseco valore delle Notizie di Asquini, siamo di fronte a una vera e propria rete erudita che, nonostante le difficoltà politiche di quegli anni, sembra preparare il campo per una vera e propria rivalutazione della scuola artistica friulana, condotta secondo criteri ‘moderni’ e posta in essere da Fabio di Maniago nei primi decenni dell’Ottocento.

 




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