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martedì 14 novembre 2023

Giovanni Mazzaferro. Come si scrive una recensione

 

Giovanni Mazzaferro
Come si scrive una recensione

(dieci anni di recensioni su 'Letteratura artistica')




Il 15 novembre 2013, con una recensione dedicata a Paolo Giovio. Uno storico lombardo nella cultura artistica del Cinquecento, scritto da Barbara Agosti ed edito da Leo. S. Olschki, nasceva il blog ‘Letteratura artistica’ .

Sono passati esattamente dieci anni e circa quattrocento recensioni, tutte reperibili tramite gli indici, e tutte collegate fra loro da link ipertestuali. Ci sarà l’occasione per fare bilanci per quello che, di fatto, è diventato un enorme deposito di informazioni per i lettori (per fortuna sempre numerosi).

Qui desidero tuttavia presentare alcune note su come si scrive una recensione, che poi sono, più o meno, quanto ho imparato da autodidatta in questo periodo e che spero possa essere utile ad altri.

 

Come si scrive un libro

Scrivere una recensione vuol dire giudicare un libro; per questo motivo, a monte, bisogna avere le idee ben precise su quale sia il proprio ‘libro ideale’. Per me, il libro ideale è un libro in cui l’autore rispetta il lettore. Per rispettarlo sono richiesti alcuni aspetti elementari:

  • scrivere in maniera chiara, a costo di rinunciare al lessico specialistico; se vi si fa ricorso è obbligatorio spiegare il significato dei termini eventualmente non immediatamente accessibili: un libro è un oggetto con cui l’autore comunica col lettore; anche se il libro avrà distribuzione esclusivamente accademica, l'autore deve 'pensare' come se finisse nella mani di una persona di media cultura ignara dell'argomento. Usare un lessico settoriale vuol dire porsi su un piano diverso rispetto al potenziale lettore: in sostanza vuol dire non comunicare;
  • il contenuto e l’origine del libro devono essere immediatamente dichiarati, se possibile sin dalla copertina: una monografia è una cosa diversa da un'edizione critica, da una raccolta antologica di propri saggi o da una raccolta di contributi di diversi autori su un determinato tema (gli atti di un convegno, ad esempio). Tutti questi generi hanno una loro dignità, a patto che il lettore lo sappia subito, prima di comprare il libro;
  • ridurre al minimo il numero di refusi. Si tratta, purtroppo, di un argomento dolente e che sempre più riguarda esclusivamente l’autore, nel momento in cui gli editori, per questioni di costi, hanno abdicato alla revisione delle bozze. Maggiore è il numero dei refusi e minori credibilità e fiducia che i lettori ripongono in quello che leggono (specie quando troveranno refusi nella trascrizione di testi);
  • esporre in maniera chiara le idee-forza su cui si basa il libro.

 

Come si scrive una recensione

La regola aurea è: per scrivere una buona recensione bisogna leggere il libro che si recensisce. So benissimo che sembra una banalità, ma in realtà molto spesso non è così. Scrivere la recensione di un libro non è come scrivere la recensione di un film: il film si vede (in media) in due ore; un libro si legge (in media) in una settimana. Questa regola aurea prevede (almeno nel mio caso) un corollario: il libro va letto due volte: una prima volta segnandosi i punti importanti e una seconda per estrapolare le idee-forza dopo aver avuto una panoramica completa di ciò che si è letto. 

Scrivere una recensione su un blog ha un vantaggio: non ci sono limiti di spazio, che invece sussistono sulla stampa periodica. Approfittatene, nel limite dell'umana capacità di leggere un testo lungo. Dimenticate, peraltro, tutte le regole della scrittura online eventualmente imparate in corsi di scrittura digitale etc. In un caso settoriale come il mio, il lettore legge anche senza evidenziazione degli argomenti per punti, etc etc.  (tecnicamente, stiamo parlando di un caso 'spurio' di content marketing', ossia di scrittura che fa del contenuto - e non del modo in cui è proposta - il suo punto di forza). Im questo senso, almeno il 90% delle recensioni che si leggono su Internet non sono vere recensioni: si tratta di poche note, a volte tratte dalle ‘veline’ dell’editore, a volte dalle quarte di copertina. Non c’è alcun male; basta che sia chiaro a tutti.

Se l’autore deve rispettare il pubblico, il recensore deve dimostrare rispetto, in ordine di importanza, nei confronti del pubblico e nei confronti dell’autore. Scrivere un libro non è facile; spesso, in ambito di letteratura artistica, è il risultato del lavoro di anni. Mai dimenticarlo. Se l’autore dimostra di aver avuto rispetto nei confronti del pubblico, eventuali manchevolezze possono, anzi devono, essere perdonate. Se trovate errori e refusi in un libro che vi è piaciuto, segnalateli privatamente all'autore: vi ringrazierà. 

Tutto ciò non esime dalle stroncature. Ancora una volta si tratta di rispetto nei confronti dei lettori; se l’autore non lo dimostra, il libro deve essere stroncato. Qui si apre (è inutile che faccia l'anima candida) un problema di coscienza. Grosso modo ricevo gratuitamente, chiedendoli per uso recensione, il 50% dei libri che leggo. Stroncare un libro che si è ricevuto in omaggio non è bello, specie quando si conosce, più o meno approfonditamente, l’autore. In tal caso un comportamento omissivo è consentito. Si può (e io l’ho fatto) decidere di non recensire un libro. Si tratta, per quanto possa sembrare assurdo, di una forma di attenzione nei confronti dell’autore. In ogni caso bisogna scrivere all’autore e/o all’editore spiegando bene perché non si recensirà quel libro. Naturalmente, inutile pensare di essere ringraziati. Poco male.

Mai e poi mai, comunque, il comportamento omissivo è consentito in caso di plagi palesi (non rientra ovviamente nel caso di plagio la situazione in cui un autore ripubblica una serie di suoi scritti di anni precedenti). In tal caso (in dieci anni me ne è capitato uno), le cose vanno dette e vanno avvisate le vittime perché si è di fronte a un reato.

Tutto ciò chiarito, il recensore non solo deve essere in grado di far emergere le idee-forza del libro e di averle capite, ma deve stimolare la curiosità del lettore, proponendo riflessioni personali legate all'argomento in questione. In quest'ambito, il recensore può anche segnalare punti su cui non è d'accordo con l'autore, ma lo deve fare in maniera motivata e non pretestuosa, ponendo all'attenzione del lettore sia le argomentazioni del volume sia le sue. Se posta con modalità corrette si tratta di una 'buona pratica' che l'autore dimostra sempre di gradire.

In conclusione, le parole chiave sono rispetto e credibilità: se sei in grado di costruirle (e lo si fa non ingannando nessuno), puoi essere certo che chi ti legge per la prima volta continuerà a farlo abitualmente o, comunque, si ricorderà di consultare il tuo blog quando ne avrà necessità.

Un caro saluto a tutti!

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