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sabato 30 settembre 2023

Giovanni Mazzaferro. Il giovane Cavalcaselle

 

Disponibile dal 4 settembre. Acquistabile nelle migliori librerie, negli store online o direttamente sul sito dell'editore


Giovanni Mazzaferro
Il giovane Cavalcaselle
«Il più curioso, il più intrepido, il più appassionato di tutti gli affamati di pittura»
Prefazione di Donata Levi

Firenze, Leo S. Olschki, 2023



Qui di seguito potete leggere l'introduzione dell'autore (priva di note per non appesantire troppo il post) e l'indice del volume:


INTRODUZIONE

Agli inizi del 1862, Otto Mündler (1811-1870) celebre connoisseur e operatore fra i più importanti nel mercato dell'arte europeo, pubblicava sull'«Annuaire des artistes et des amateurs» una lunga Notice Nécrologique sur J.D. Passavant che, di lì a poco, tradotta dal francese al tedesco, sarebbe stata stampata anche nell'«Archiv für die zeichnenden Künste», a Lipsia. Nello scritto commemorativo dello storico dell'arte di Francoforte (1787-1861), a un certo punto Mündler ricordava come, nel 1852, l'ormai anziano Passavant avesse intrapreso un viaggio in Spagna non volendo morire senza prima aver visto le grandi opere di Raffaello conservate a Madrid. In ottobre tornò a Parigi e qui incontrò Giovanni Battista Cavalcaselle (1819-1897), anch'egli fresco di visita nella penisola iberica. I toni usati nei confronti dell'italiano sono lusinghieri:

«Qui [n.d.r. a Parigi] incontrò il nostro amico G.B. Cavalcaselle, il più curioso, il più intrepido, il più appassionato di tutti gli affamati di pittura che abbiamo mai conosciuto. Anch'egli aveva perlustrato la Spagna da un lato all'altro, ma praticamente a piedi, fermandosi al bisogno anche tre giorni in un villaggio per vedere un'opera. I suoi taccuini erano stracolmi di schizzi e di note che non ebbe alcuna difficoltà a mostrare a Passavant nel corso di un incontro che durò otto ore e in cui la quantità di informazioni scambiate non fu certo pari fra donatore e ricevente.»

Traccia dell'incontro è reperibile in Die christliche Kunst in Spanien (L'arte cristiana in Spagna), l'opera che nel 1853 Passavant diede alle stampe in seguito al suo viaggio dell'anno precedente. Qui il tedesco trovò il modo di ringraziare l'italiano per le informazioni che gli aveva fornito in merito a dipinti conservati nell'allora Museo Nacional de Pintura y Escultura, o Museo de la Trinidad, esistente fino al 1872, anno in cui fu chiuso e le collezioni furono assorbite dal Prado.

Scopo di questo libro è indagare le vicende biografiche, ma soprattutto quelle intellettuali, di Giovanni Battista Cavalcaselle fino all'estate del 1857. ossia fino al suo ritorno in Italia, a trentotto anni, dopo otto di esilio in Gran Bretagna in seguito alla sua partecipazione ai moti rivoluzionari del 1848-49. In particolare, si ha l'ambizione di provare a seguire sin dai primi anni Quaranta l'evoluzione della sua cultura visiva, la formazione di un metodo di lavoro, gli ambienti che frequentò, i rapporti con eruditi italiani e stranieri. Un compito improbo, si potrebbe dire, visto che proprio di questo periodo sappiamo ben poco. La riservatezza dell'uomo fu proverbiale; è noto che persino data e luogo di nascita rimasero a lungo incerte.

Ho deciso, di fronte a simili difficoltà, di procedere a una vera e propria indagine. Partendo naturalmente dalla bibliografia già presente, a cominciare dall'ancor oggi fondamentale monografia di Donata Levi, mi è parso il caso di riesaminare i documenti presenti nel fondo Cavalcaselle, custodito presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, rileggendoli con uno spirito diverso rispetto a quanto si faccia normalmente. Non mi sono interessato a attribuzioni di opere italiane o straniere, cercando piuttosto 'nei margini' e 'fra le righe' notizie che potessero suggerire una risposta agli interrogativi sul periodo oggetto di indagine. Più che occuparmi del patrimonio artistico, insomma, ho seguito il percorso intellettuale dell'uomo. Ho inoltre fatto riferimento alle (pochissime) pubblicazioni sulla stampa periodica inglese a 'firma' Cavalcaselle per trovare ulteriori riscontri e verificare ipotesi di lavoro. Ho letto, con la stessa ottica, gli Early Flemish Painters, editi a inizio 1857 (ma per la maggior parte scritti entro il 1853); furono frutto della collaborazione con Joseph Archer Crowe (1824-1896), giornalista, diplomatico, ma soprattutto amico di una vita, in coppia col quale Giovanni Battista pubblicò tutti i suoi libri. D'altra parte, è noto che non esistono fonti coeve sulla vita di Cavalcaselle. I primi scritti a lui dedicati risalgono al 1895 e si moltiplicarono dopo la sua morte, nel 1897; spesso furono di natura agiografica e si dimostrarono in manifesta contraddizione tra loro; naturalmente ho provveduto a verifiche sistematiche, accogliendone i contenuti solo quando sorretti da prove. I risultati finali di questa indagine approfondiscono e ricalibrano, spesso in maniera significativa, le nostre conoscenze su Cavalcaselle, e soprattutto offrono una ricchissima serie di spunti per nuove ricerche da svolgere negli archivi.

Proprio sugli archivi mi sia consentito dire una parola- Nulla di quanto scritto in questo libro sarebbe stato possibile se, nel 2019, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia non avesse reso disponibile online l'intero fondo Cavalcaselle; non sto parlando solo della comodità di poter lavorare in remoto, ma delle possibilità di mettere continuamente a confronto fra loro pagine di manoscritti in collocazioni fra loro molto distanti. A tutti gli effetti, pur nel suo aspetto un po' datato, il caricamento del fondo su Internet l'ha trasformato in una banca data in cui il ricercatore riesce a navigare con efficacia ben maggiore della consultazione in archivio. Sarebbe fortemente auspicabile - oserei dire urgente - che altrettanto fosse fatto con i grandi lasciti dei conoscitori di metà Ottocento. Sto parlando, ad esempio, delle carte di Joseph Archer Crowe, conservate presso la National Art Library (V&A Museum) di Londra, di recente accresciute da un ulteriore lascito degli eredi; si tratta di documenti fondamentali, posto che Crowe fu sodale di Cavalcaselle nel corso di quarant'anni di studi ed è ben noto lo scambio continuo di carte, fotografie, lucidi, bozze di libri avvenuto fra i due. Allo Städel Museum di Francoforte sono conservati i taccuini di Passavant, che (come abbiamo visto proprio all'inizio) ebbe rapporti non banali con Cavalcaselle; al momento, il materiale può essere consultato solo sul posto e non può essere fotografato. Presso il Zentralarchiv der Staatlichen Museen di Berlino sono conservati alcuni dei taccuini di Otto Mündler; riscoperti alla fine del secolo scorso, non mi risulta che nessuno abbia mai cercato di studiarli sistematicamente, scoraggiato dalla difficoltà nel leggerli. Eppure dimostrerò in questo volume che anche chi, come il sottoscritto, non conosca il tedesco e ovviamente non sia in grado di dare un senso agli appunti mündleriani, possa essere in grado di ricavarne informazioni sul rapporto fra Cavalcaselle e il conoscitore e mercante europeo. Come si deduce facilmente dai nomi sopra citati, la connoisseurship più 'elevata' dell'Ottocento fu un fenomeno di conoscenze e collaborazioni internazionali. Solo con un network anch'esso internazionale si riuscirà a studiarla a fondo. Troppo spesso, presi a discutere del maggiore o minore 'patriottismo' di questo o quel personaggio, ce ne dimentichiamo. Le convinzioni politiche dei singoli sono un conto; il respiro internazionale della loro cultura e delle loro frequentazioni un altro. Per questo motivo, Il giovane Cavalcaselle è un libro che prova a esplorare anche la 'Repubblica dei conoscitori' europei di metà Ottocento e le figure che più, con lo storico italiano, ebbero a che fare.

Ogni singolo errore, ogni singola imprecisione contenuti in questo libro sono ascrivibili esclusivamente al sottoscritto. Ciò non toglie che io debba ringraziare con particolare gratitudine Donata Levi che, quando ho contattato per parlarle del lavoro che stavo scrivendo, si è messa immediatamente a mia disposizione come se non fosse esistito (e non esistesse ancora) uno scarto fra la sua formazione accademica e il mio entusiasmo, che è quello di un volenteroso dilettante. Singoli ringraziamenti anche a altri studiosi sono segnalati di volta in volta nelle note. 

Giovanni Mazzaferro


INDICE

Prefazione di Donata Levi

Introduzione

Capitolo 1 - Questioni di metodo

Capitolo 2 - In Italia negli anni Quaranta
2.1 Le citazioni nel fondo Cavalcaselle
2.2 Da Venezia a Milano, e ritorno
2.3 Firenze
    2.3.1 Carlo della Porta
    2.3.2 Emilio Burci
    2.3.3 Atto Vannucci
    2.3.4 Seymour Kirkup
2.4 Roma
2.5 Padova (e Venezia)
    2.5.1 Pietro Selvatico Estense
    2.5.2 Michele Caffi
    2.5.3 Pietro Roi
2.6 I primi viaggi
    2.6.1 Il taccuino VIII del Ms. It. IV 2037
    2.6.2 Altre considerazioni sul taccuino VIII
2.7 La scintilla straniera

Capitolo 3 - Il primo viaggio europeo, i moti rivoluzionari, l'esilio
3.1 Primo incontro con Crowe
3.2 Secondo incontro con Crowe
3.3 I taccuini smarriti
3.4 Attraversando la Manica

Capitolo 4 - Straniero in terra inglese
4.1 Sul finire del 1849
4.2 Una lista di indirizzi importante
4.3 Fra articoli sulla stampa e stenti della vita
4.4 George Scharf jr.
4.5 La Royal Gallery of Art di Liverpool
4.6 La British Institution
4.7 Parigi

Capitolo 5 - Il viaggio europeo del 1852
5.1 L'itinerario
5.2 La Spagna
    5.2.1 'Libretti', 'libri' e cataloghi
    5.2.2 Murillo, Vélazquez e la pittura spagnola
    5.2.3 Le frequentazioni spagnole
5.3 Parigi
    5.3.1 Otto Mündler
    5.3.2 Cavalcaselle e Mündler
    5.3.3 Altre frequentazioni parigine
5.4 Nord e Centro Europa
    5.4.1 La conferma di un metodo (con qualche evoluzione)
    5.4.2 Altre conoscenze

Capitolo 6 - Gli 'Early Flemish Painters'
6.1 Un libro di difficile gestazione
6,2 Il connubio Crowe - Cavalcaselle
6.3 La 'Fonte della Grazia'
6.4 Un biglietto da visita

Capitolo 7 - Charles Eastlake e la National Gallery
7.1 Charles Eastlake
7.2 Charles Eastlake e Giovan Battista Cavalcaselle
7.3 La questione del restauro
7.4 Il catalogo della National Gallery

Capitolo 8 - Collezionismo privato e mercato
8.1 Collezioni private inglesi
8.2 Fra aste e consulenze
8.3 Di nuovo a Parigi

Capitolo 9 - Ultimi mesi in Gran Bretagna
9.1 Cavalcaselle e la grafica
9.2 Manchester
9.3 Il contratto per la nuova edizione delle Vite vasariane
9.4 In conclusione

Appendice documentaria
Appendice I - Opere citate da Cavalcaselle nei suoi taccuini o nei suoi scritti a stampa e presumibilmente viste prima della partenza per l'esilio nel 1849
Appendice II - Allestimento delle stanze della National Gallery nei disegni di Giovan Battista Cavalcaselle (settembre-novembre 1852 circa)

Bibliografia

Tavole

Indice dei nomi



    


4 commenti:

  1. complimenti, sto leggendo il suo lobro su Cavalcaselle e leggera’ la mia recensione nella mia rubrica sul numero di dicembre di Artedossier

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  2. mi scuso per i refusi e le ripetizioni, non sono riuscita a modificare il primo commento che e’ partito per errore prima della rilettura. Complimenti comunque, e tenete d’occhio la rivista di dicembre. Comunque l’ufficio stampa Olschki e’ molto efficiente e certo vi segnalera’ la recensione. Cordiali saluti gloria fossi

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  3. Intanto complimenti preventivi il suo libro devo ordinarlo comprarlo e studiarlo ma intanto ho letto la sua recensione al volume di Cristina Galassi L’occhio del conoscitore del quale sto scrivendo una recensione per bollettino d’arte sto pensando di recensire anche il suo dato che sono usciti lo stesso anno

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