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lunedì 16 giugno 2014

Federico Borromeo e la 'Sacra Famiglia con Sant'Anna e S. Giovannino' (in margine a una polemica sulla mostra di Bernardino Luini a Milano)


Federico Borromeo 
e la 'Sacra Famiglia con Sant'Anna e S. Giovannino'
(in margine a una polemica 
sulla mostra di Bernardino Luini a Milano)




Brevemente un riepilogo dei fatti:

  • E' in corso a Milano (a Palazzo Reale, fino al 13 luglio) la mostra su Bernardino Luini e i suoi figli;
  • fra le opere esposte vi è (vi era) una 'Sacra Famiglia con Sant'Anna e S. Giovannino' proveniente dall'Ambrosiana;
  • il dipinto era infatti proprietà del Cardinal Federico Borromeo (1564-1631), fondatore dell'Ambrosiana stessa:
  • il quadro è stato considerato per secoli opera del Luini. Il Cardinal Federico Borromeo, nel suo Musaeum (una sorta di rassegna della propria collezione pubblicata per la prima volta nel 1625) l'attribuisce a Luini, su derivazione di disegno di Leonardo;
  • i curatori della mostra (Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa) ritengono che il quadro sia di bottega e successivo alla morte del Luini, tanto da averlo esposto nell'esibizione con il cartellino 'Eredi Luini' (e argomentando le loro ragioni nel catalogo);
  • non condividendo la posizione dei curatori, la Pinacoteca Ambrosiana ha (incredibilmente) fatto togliere il quadro dalla mostra (l'8 giugno), dopo due mesi di apertura.


Qui sotto potete leggete l'intervista ai curatori della mostra operata dalla redazione del sito 'Storie dell'Arte':


Potete inoltre firmare, se volete (io l'ho già fatto) la petizione perché il quadro torni in mostra. Ecco il link



Da parte mia, posto che questo blog si chiama 'Letteratura artistica' ritengo utile riportare la pagina che, ai suoi tempi, il Cardinal Borromeo scrisse sull'opera. Il testo è tratto da Federico Borromeo, Musaeum. La Pinacoteca Ambrosiana nelle memorie del suo fondatore, commento di Gianfranco Ravasi, Milano, Claudio Gallone editore, 1997 (l'opera è scritta in latino; riporto solo la traduzione italiana dalle pp. 35 e 37)

FEDERICO BORROMEO
QUADRO DEL LUINI TRATTO DAL LEONARDO

"La sala in cui si entra subito dopo mostra in evidenza l'arte meravigliosa del Luini il Vecchio. C'è un quadro di dimensioni piuttosto notevoli, che noi abbiamo comprato per una somma d'oro piuttosto notevole; i pittori ritengono che da questo artista non sia stato fatto nulla di più compiuto. Però non tutta intera la gloria di questo quadro spetta al Luini, ma deve essere condivisa con un altro sommo artista, per l'esattezza con Leonardo. Questi si limitò a delineare con estrema squisitezza l'opera; Luini poi le conferì quanto di più bello e di più eccellente poteva darle, cioè una certa soavità, movimento e tenerezza affettuosa nei volti. In questo modo, senza dubbio, questi celeberrimi artisti si prestavano vicendevolmente la propria abilità: Luini riconosceva la nobiltà nel disegno di Leonardo e a sua volta Leonardo avrebbe riconosciuto al suo discepolo il sommo della gloria se avesse visto l'opera completata al suo posto da quello. Tale sincera disponibilità nei sommi ingegni è sempre esistita; esempi simili, relativi ad antichi artisti, sono riferiti anche da Plinio. Poiché infatti conoscevano gli sterminati territori delle arti e i ristretti confini dell'umano ingegno e sapevano in quanto ristretto spazio fosse circoscritta l'abilità e l'eccellenza di ciascuno, si aiutavano generosamente con gioiosa generosità. Precipuo lume di questo quadro è il Bambino Gesù e il suo volto; meravigliosa in particolare nel corpicino del divino Infante è la morbidezza, così come è elogiata fra gli artisti la tenerezza del ventre. Rimane anche un modello che Leonardo realizzò in argilla impressa allo scopo di testimoniare i propri lavori divulgando l'eccellenza del suo impegno. La bellezza della Vergine è tanto più ammirevole quanto più il suo viso supremamente degno di venerazione esclude qualsiasi forma di lascivia; si può dunque veramente ammirare con quale arte il pittore abbia saputo separare col pennello due realtà connesse in un certo senso tra di loro e come sia riuscito a relegarle lontanissime una dall'altra. L'anziana Elisabetta [n.d.r S. Anna] mostra la robustezza di una vivace vecchiaia e il piccolo Giovanni osserva il Salvatore con ammirevole dolcezza. Queste osservazioni che sembrano dette in tono eccessivamente ammirativo vorremmo veramente potessero parimenti adattarsi a tutte le altre opere del nostro museo; vedo invece che lo stile deve essere abbassato perché quanto resta non gode dello stesso prestigio. Il nobile quadro di cui ho detto è circondato da due di argomento simile, per non dire identico, ma di mano diversa..."




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