Pagine

martedì 14 aprile 2020

Laura Arias Serrano. Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea. Parte Seconda


English Version

Laura Arias Serrano
Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea [Le fonti di storia dell'arte nell'epoca contemporanea]


Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pagine

Recensione di Francesco Mazzaferro. Parte Seconda

Fig. 7) La bibliografia ragionata di Laura Arias Serrano dopo un’intensa lettura

Torna alla Parte Prima


Le fonti nel loro contesto storico

La seconda parte dell’opera di Laura Arias Serrano sulle Fonti della storia dell’arte nell’epoca contemporanea, articolata in cinquecento pagine, offre una ricchissima bibliografia ragionata, proposta per categorie di fonti e, al loro interno, in ordine cronologico. Il periodo analizzato va dall’inizio del Settecento alla fine del Novecento.

È ovviamente impossibile qui discutere il contenuto dei commenti a ogni opera presa in considerazione. Vorrei invece tentare di identificarne la narrativa comune,  soffermandomi su quei testi che – secondo l’autrice – sono tappe indispensabili della storia della letteratura artistica negli ultimi trecento anni, genere per genere. Come già detto nella prima parte, Laura Arias Serrano cita sempre le opere nella loro edizione più recente: la bibliografia permette quindi di capire quali siano apparse di recente e quali non lo siano ormai da tempo. In alcuni casi gli scritti sono disponibili su archivi elettronici e dunque di facile consultazione; in altri esistono solamente edizioni anastatiche, che dunque ripropongono i testi senza commenti aggiornati.

Il confronto sistematico tra le opere disponibili in spagnolo e in altre lingue (in particolare francese e italiano) rivela forse una delle ragioni che possono aver spinto Laura Arias Serrano a redigere una così possente opera bibliografica: rimediare a una relativa scarsità di edizioni moderne disponibili sul mercato ispanico e offrire un’idea precisa allo studioso spagnolo di ciò che è possibile consultare in una biblioteca particolarmente attrezzata, facendo ricorso a edizioni rare (spesso antiche di molti decenni, e in molti casi dovute all’attività di case editrici dell’America Latina). Dal momento che l’editoria di lingua spagnola non è sufficiente, l’autrice segnala anche ciò che si può leggere in inglese, francese o italiano. I riferimenti si limitano a questi quattro idiomi (è escluso, ad esempio, il tedesco).

Mi concentrerò sui primi due capitoli: (i) trattati, testi di estetica e storiografia, enciclopedie e dizionari e (ii) testi teorici degli artisti.


Trattati. Testi di estetica e storiografia. Enciclopedie e dizionari

In questa sezione l’autrice prende in considerazione  testi teorici sull’arte che non sono stati scritti da artisti (quelli degli artisti sono considerati separatamente, anche se, a essere sinceri, nella presente sezione compaiono anche opere di teorici che sono stati anch’essi artisti affermati, come Flaxman, Füssli, Reynolds e von Hildebrand). La storia di questi scritti, al di là della tematica estetica, è in molti casi anche l’espressione della cultura generale di un’epoca.

Le forme che assumono nel corso dei trecent’anni variano considerevolmente.

Fig. 8) A sinistra: L’Estetica (1750-1758) di Alexander Gottlieb Baumgarten nell’edizione italiana pubblicata a Palermo nel 2000. A destra: la Storia dell’arte dell’antichità di Johann Joachim Winckelmann nell’edizione spagnola pubblicata a Madrid nel 1989.

Nel Settecento prevale ancora la forma ‘classica’ del trattato [38]. A metà di quel secolo, infatti, “la parola stessa «fonte» è sinonimo di trattato, allo stesso modo in cui la concezione dell’arte è sempre associata a un’attività dedicata specificatamente all’imitazione selettiva del reale nel tentativo di raggiungere il bello” [39]. L’Estetica (1750-1758) di Alexander Gottlieb Baumgarten (1714-1762), qui recensita nell’edizione italiana del 2000 [40], e la Storia dell’arte dell’antichità (1764) di Johann Joachim Winckelmann (1717-1768), in una versione spagnola del 1989 [41], sono i due trattati di riferimento sul tema del bello nel mondo tedesco. I primi tentativi di storia dell’arte sono i Pensieri sull'imitazione dell'arte greca in pittura e scultura (1755) dello stesso Winckelmann in edizione spagnola del 1987 [42] e la Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia fino al secolo diCanova (1823) di Leopoldo Cicognara (1767-1834), senza traduzione spagnola fino ad a oggi, citata nell’edizione Giachetti del 1823 [43]. Per la Francia, vengono recensite due opere di Antoine Quatremère de Quincy (1755-1849): le Considerazioni morali sulla destinazione delle opere d’arte (1832), in una recente edizione francese [44] e lo Studio sulla natura, il fine e i mezzi dell’imitazione nelle belle arti (1823) in un’edizione anastatica belga del 1980 [45]. In Spagna l’autrice segnala una delle molte opere di Juan Agustín Ceán-Bermúdez (1749-1829) del 1832, ovvero il Sumario de las antigüedades romanas que hay en España in un'edizione anastatica del 2003 [46].

Come riflesso dell’illuminismo e sulla scia dell’Encyclopédie (1751-1772) di Denis Diderot (1713-1784) e Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert (1717-1783) – qui recensita nell’edizione di Franco Maria Ricci in 18 volumi del 1970-1979 [47] – si moltiplicano i tentativi di dare un assetto sistematico al sapere. Nel mondo francese spicca il ruolo ancora una volta di Quatremère de Quincy e poi di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879), con dizionari ragionati di storia dell’architettura, scritti rispettivamente con un’ispirazione neoclassica il primo, neogotica il secondo. Nel primo caso si tratta del Dictionnaire historique d'architecture (1832), le cui voci teoriche sono state pubblicate in spagnolo a Buenos Aires nel 2003 [48]. Nel secondo caso si tratta del Dictionnaire raisonné de l'architecture française du xi au xvi siècle (1854-1868) [49] in 10 volumi, e del Dictionnaire raisonné du mobilier français de l'époque carolingienne à la Renaissance in 6 volumi (1858-1870), entrambi recensiti in edizioni anastatiche della seconda metà del Novecento [50].

Fig. 9) Dizionari spagnoli sull’arte alla fine del Settecento: da sinistra a destra, le opere di Francisco Martínez, Diego Antonio Rejón de Silva, Juan Agustín Ceán-Bermúdez e Eugenio de Llaguno y Amírola..

Nel mondo spagnolo la moda dei dizionari ragionati si diffonde nel 1788 con due opere. La prima è la Introducción al conocimiento de las Bellas Artes, ó Diccionario manual de Pintura, Escultura, Arquitectura, Grabado, opera di padre Francisco Martínez (1736-1794), citata in un’edizione anastatica del 1989 [51]. La seconda è il Diccionario de las nobles artes para instrucción de los aficionados, y uso de los profesores di Diego Antonio Rejón de Silva (1754-1796), di cui l’autrice segnala un’edizione anastatica del 1989 [52]. Qualche decennio dopo è l’ora dei dizionari bibliografici, con opere di Eugenio de Llaguno y Amírola (1724-1799) [53] e del già citato Ceán-Bermúdez [54] (quest’ultima proseguita dal conte de la Viñaza (1862-1933) [55]). Più recenti sono i dizionari bibliografici di Manuel Ossorio y Bernard [56] (1839-1904) e José Ruiz de Lihory y Pardines [57] (1852-1920), risalenti rispettivamente al 1883 e al 1897. In quest’ultimo caso non esiste un’edizione recente [58].

Fig. 10) Da sinistra a destra: tre recenti edizioni spagnole de I piaceri dell'immaginazione di Joseph Addison, l’Inchiesta sul bello e il sublime di Edmund Burke e i Tre saggi sul bello pittoresco di William Gilpin.

A fianco della vulgata neoclassica, nuove sensibilità si diffondono nel Settecento a partire dalla Gran Bretagna. Si afferma anche una nuova tipologia di letteratura artistica, che non ambisce più ad avere natura sistematica, ma mira piuttosto a corroborare una tesi: al trattato (o al dizionario ragionato) si sostituiscono i discorsi e i saggi. L’autrice fa innanzi tutto riferimento a I piaceri dell'immaginazione (1712) di Joseph Addison (1672-1719), opera presa in considerazione in un’edizione spagnola del 1991 [59]. Seguono Edmund Burke (1729-1797) e William Gilpin (1724-1804). Laura Arias Serrano recensisce di Burke l’ Inchiesta sul bello e il sublime (1757) [60] in un’edizione spagnola del 1985. Gilpin è presente con i Tre saggi sul bello pittoresco (1794), tradotto in spagnolo nel 2004 [61] (non vi è un’edizione italiana). Dei Discorsi sull’arte di Joshua Reynolds (1723-1792) viene menzionata solamente un’edizione argentina del 1943 [62], mentre ne risulta una spagnola del 2005 [63]. Appartengono alle nuove suggestioni prodotte nel mondo inglese dell’Ottocento i Discorsi sulla scultura di John Flaxman (1755-1826), citato in edizione inglese ottocentesca [64] (non vi sono invece edizioni moderne né in spagnolo né in italiano [65]), e le Conferenze sulla pittura di Johann Heinrich Füssli (1741-1825) in edizione francese del 1994 (sono state recentemente ristampate nel 2017) [66]. Non ne esiste edizione completa moderna nell’originale inglese [67]. Laura Arias Serrano prende ovviamente nota anche dei contributi alla filosofia estetica di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e Immanuel Kant (1724-1804).

Fig. 11) Da sinistra a destra: due versioni in lingua spagnola dei Discorsi sull’arte di Joshua Reynolds, pubblicati a Buenos Aires (1943) e Madrid (2005) e un’edizione francese delle Conferenze sulla pittura di Johann Heinrich Füssli (1994).

Attorno all’università di Jena il mondo tedesco elabora una teoria estetica del romanticismo fortemente caratterizzata dallo storicismo idealista. Wilhelm Heinrich Wackenroder (1773-1798) e Ludwig Tieck (1773-1853) pubblicano nel 1797 Gli sfoghi del cuore di un monaco amante dell'arte, che segnano una vera e propria rivoluzione del gusto in Germania. Sono recensiti in una versione spagnola del 2008 [68]; vorrei segnalare anche una più recente traduzione italiana [69]. Ad essi si aggiungono i maggiori testi teorici di estetica di Friedrich Schiller (1759-1805), Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831), Friedrich Schelling (1775-1854) e Friedrich Schlegel (1772-1829).

Fig. 12) Edizioni spagnole e italiane di testi estetici in lingua tedesca. A sinistra: Gli sfoghi del cuore di un monaco amante dell'arte di Wilhelm Heinrich Wackenroder e Ludwig Tieck. A destra: Problemi di stile di Alois Riegl.
A cavallo tra Ottocento e Novecento i trattati sono sostituiti da testi teorici di orientamento estetico e storiografico, che sono il riflesso dell’irruzione di nuovi correnti di pensiero - si pensi a Friedrich Nietzsche (1844-1900) - e di nuove discipline, come ad esempio la psicologia [70]. I nuovi approcci di studio dell’arte contribuiranno a creare le basi del modernismo. La scuola di Vienna è presente con i Problemi di stile: fondamenti di una storia dell'arte ornamentale (1893) di Alois Riegl (1858-1905), recensiti in una traduzione spagnola del 1980 [71] (l’edizione italiana più recente è del 1963 [72]). Quanto alla teoria dell’astrazione, si trova Astrazione ed Empatia (1908) di Wilhelm Worringer (1881-1965) in un’edizione messicana del 1983 [73] (ne esiste una ristampa del 2015; la più recente edizione italiana è del 2008 [74]). Da segnalare che l’interesse messicano per l’opera non è occasionale: viene ristampata sei volte a Città del Messico fin dagli anni cinquanta da Mariana Frenk Westheim (1898-2004), studiosa di letteratura e arte nonché moglie di Paul Westheim, uno dei protagonisti della cultura modernista di Weimar (la coppia fugge in Messico all’arrivo del nazismo).

Fig. 13) Edizioni spagnole e italiane. Nell’ordine: Astrazione e empatia di Wilhelm Worringer, Il problema della forma nell’arte figurativa di Adolf von Hildebrand e Scritti sull’arte figurativa di Konrad Fiedler.

La scuola formalista è presente con Adolf von Hildebrand (1847-1921) e Konrad Fiedler (1841-1895). Del primo si recensisce Il problema della forma nell'arte figurativa (1893), in una traduzione spagnola del 1989 [75] (in Italia l’ultima edizione è del 2001 [76]). Del secondo sono presentate due opere: Gli Scritti sull’arte (1896) in traduzione madrilena del 1992 [77] e Dell’essenza dell’arte (1914) in edizione argentina degli anni Cinquanta [78] (l’ultima edizione italiana degli Scritti è del 2006 [79]). L’edizione argentina è curata da Hans Eckstein (1898-1985), la cui antologia di letteratura artistica nelle versioni del 1938 e 1954 abbiamo recensito in questo blog.

Fig. 14) La disumanizzazione dell’arte di José Ortega y Gasset. In alto: versioni spagnole del 1960, 2007, 2009, 2015 e 2016. In basso, versioni italiane del 2005, 2010 e 2016.

L’importante contributo spagnolo al modernismo è testimoniato da un filosofo e due letterati di primo piano. Il primo è José Ortega y Gasset (1883-1955), con il suo La disumanizzazione dell'arte (1925), recensito nella sua decima ristampa spagnola del 1996 [80] (nel frattempo, l’ultima edizione è del 2009). Si tratta di uno dei primi testi che cerca di interpretare in termini filosofici la scelta dell’astrazione di rompere con la definizione classica di arte come imitazione della natura. La sua ininterrotta fortuna editoriale in moltissime lingue (compreso l’italiano) dimostra come il testo sia considerato come testimonianza fondamentale del dibattito estetico negli anni Venti. Dal lato della letteratura si aggiungono Guillelmo de Torre (1900-1971) con Letterature europee dell’avanguardia (1925) [81] e Ramón Gómez de la Serna Puig (1888-1963), con Ismos (1931) [82]. Il primo è un giovanissimo scrittore e critico letterario, esponente del movimento poetico-letterario-artistico dell’Ultraismo, e rappresentante del dialogo dell’avanguardia spagnola con Francia e Italia. Il secondo – poeta che inventa il nuovo genere aforistico-concettuale della greguería -  è vicino a molti artisti modernisti spagnoli e non, da Picasso a Delaunay, da Léger a Diego Riveira. Le opere citate non sono state tradotte né in italiano né in inglese. Appartengono invece ai classici della letteratura spagnola, e sono recensite in edizioni rispettivamente del 2001 [83] e del 2002 [84].

Fig. 15) Opera aperta di Umberto Eco in italiano e in spagnolo.

A partire dalla metà del Novecento la moltiplicazione delle idee e delle prospettive induce ad un dibattito sempre più variegato e all’uso sempre più frequente di pubblicazioni periodiche, concepite per informare l’opinione pubblica sugli sviluppi continui di nuove idee e sul loro confronto [85]. Ed è qui che la sezione sui testi teorici si arresta. L’unico lavoro citato è Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee (1962) di Umberto Eco, considerato libro fondamentale per comprendere il passaggio ad un’arte che sempre più può essere interpretata in modo diverso.`L’opera è recensita in un’edizione spagnola del 1990 [86].

In conclusione, vorrei notare tre aspetti sulla fortuna dei testi citati nel mondo di lingua spagnola: in primo luogo, la trattatistica del Settecento è spesso disponibile solamente in edizione anastatica, senza commenti moderni; in secondo luogo, il ruolo degli editori dell’America Latina nella diffusione dei testi di estetica più significativi è tutt’altro che marginale già a partire dagli anni Quaranta-Cinquanta (Reynolds, Worringer, Fiedler); infine, è importante il ruolo di alcune case editrici specializzate, come la madrilena Visor (Addison, Fiedler, Hildebrand, Reynolds) con le due collane Discurso Artístico e La Balsa de la Medusa (La zattera della medusa).


Testi teorici degli artisti

Secondo Laura Arias Serrano i testi teorici degli artisti sono senza dubbio la categoria di fonti “che noi consideriamo più importante” [87] e anche di quella dove lo spettro della bibliografia ragionata è più ampio: si parte dalle Riflessioni sulla bellezza e il gusto in pittura (1762) di Anton Raphael Mengs (1728-1779) a La mia filosofia da A a B e viceversa (1975) di Andy Warhol (1928-1987), in una carrellata di 150 pagine.

Gli artisti del Settecento, scrive l’autrice, manifestano non solamente le proprie preferenze personali, ma anche quelle degli ambienti in cui sono saldamente ancorati: le accademie (più legate al potere), le società segrete e la massoneria (alternative a monarchi e principati) o, ancora, il mercato dell’arte come espressione di una società civile che si va formando. Studiare la letteratura artistica di questo periodo, dunque, serve soprattutto a trarre “informazioni chiave sulle relazioni dell’artista con la società, sulla sua formazione e sul profilo intellettuale che la pratica artistica sta assumendo, completamente separata dalla pura pratica artigianale” [88].

Fig. 16) Scritti di Anton Raphael Mengs in edizioni spagnole e italiane. Da sinistra a destra: un’edizione anastatica spagnola del 1989 e le traduzioni italiane a cura di Giuseppe Faggin (1948 e 2003) e Michele Cometa (1996).

La sezione si apre – come si è detto – con un autore straordinariamente legato al mondo spagnolo, ovvero Mengs. Le sue Riflessioni sulla bellezza e il gusto in pittura del 1762 sono recensite nell’edizione anastatica della prima traduzione spagnola del 1780, a cura di José Nicolás de Azara (1730-1804). L’edizione anastatica è stata pubblicata nel 1989 [89] dalla Dirección General de Bellas Artes y Archivos di Madrid, con un’introduzione redatta appositamente per l’occasione da Mercedes Aguedas Villar. In italiano ne abbiamo due versioni, a cura di Giuseppe Faggin (1948 [90], ristampa del 2003) [91] e Michele Cometa (1996 [92]).

Fig. 17) A sinistra, un’antologia spagnola di fonti di storia sull’arte del barocco del 1983; al centro, una recente edizione italiana degli Scritti sulla scultura di Étienne Maurice Falconet (2018); a destra, L’Analisi della bellezza di William Hogarth in una traduzione spagnola del 1997.

A Mengs si affiancano, oltre al già citato Reynolds (vi sono alcune evidenti ripetizioni tra i due capitoli), anche le Riflessioni sulla scultura (1762) di Étienne Maurice Falconet (1716-1791) e l’Analisi della bellezza (1752) di William Hogarth (1697-1764). Di Falconet è disponibile in spagnolo solo un’edizione parziale in un’antologia di fonti di storia dell’arte del barocco del 1983 [93] (mentre il testo completo è stato appena pubblicato in italiano [94]). Lo scritto di Hogarth è recensito in una versione pubblicata dall’editore Visor nel 1997 [95].

Con l’arrivo del romanticismo si afferma l’idea dell’artista come uomo di genio, la cui espressione artistica è frutto del tutto personale; ne consegue che i suoi scritti sono espressione unica e rivelatrice delle sue opere. L’artista “scrive con forza molto maggiore, spiegandoci come può e dove può i suoi pensieri, i suoi aneliti, le sue preoccupazioni” [96]. Il pensiero accademico e la critica vengono dunque contestate dagli artisti come fonti attendibili di lettura della loro opera. Gli scritti degli artisti divengono più brevi e meno sistematici, mentre si afferma la pubblicazione dei carteggi, come testimonianza autentica di un pensiero. 

Fig. 18) A sinistra, i due volumi su Ingres raccontato da se stesso e dagli amici nell’edizione ginevrina del 1947-1948. A destra: i Pensieri sull’arte di Ingres, nell’edizione curata da Elena Pontiggia nel 2003..

L’Ottocento si apre con la contrapposizione tra Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) e Eugène Delacroix (1798-1863). La raccolta completa degli scritti di Ingres in due volumi è uscita nel 1947-1948 con il titolo Ingres: Raconté par Lui-Même et par ses amis: Pensées et Ecrits du Peintre [97], nell’ambito di una collana elvetica-francese di memorie di grandi artisti, visti da loro stessi e dagli amici (come Manet, Van Gogh, Courbet, Corot). Il primo volume presenta in gran parte carte dell’artista rimaste inedite, mentre nel secondo prevalgono le testimonianze degli amici. Non esiste un’edizione spagnola degli scritti del pittore, mentre Elena Pontiggia ha pubblicato in italiano i Pensieri sull’arte di Ingres nel 2003, nella collana Carte d'Artisti; l’autrice dedica una recensione separata anche al testo della Pontiggia [98].

Gli scritti di Delacroix, se paragonati a quelli di Ingres,, conoscono una fortuna assai maggiore.. Nel mondo francese Delacroix è considerato, per lo stile di scrittura, il maestro della letteratura artistica ottocentesca (famosa l’edizione a cura di A. Joubin, a cui anche l’autrice fa riferimento) [99]. In ambito spagnolo Laura Arias Serrano recensisce un’antologia dei Diari del 1998, recentemente ristampata nel 2011 in versione ampliata [100]. Si tratta di una selezione che presenta circa un quarto del diario, dove le pagine scelte sono concentrate su temi di stile e teoria artistica (escludendo gli episodi biografici). Una versione più ampia (ma non completa) era stata pubblicata in spagnolo a Città del Messico nel 1946 [101]. Quanto all’Italia, in questo blog è recensita la versione Einaudi in 3 volumi del 1954, a cura di Lamberto Vitali [102]. L’edizione italiana più recente è del 2017 [103] (si tratta comunque di una ristampa della traduzione che ne fece la scrittrice Lalla Romano nel 1946 [104]).

Fig. 19) A sinistra, passi scelti tratti dai diari di Delacroix in spagnolo (1998) e italiano (2017). A destra: i due volumi su Corot raccontato da se stesso e dagli amici nell’edizione ginevrina del 1946.

Tra i paesaggisti, Laura Arias Serrano recensisce un insieme di scritti di e su Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), dal titolo Corot raconté par lui même et par ses amis (1946) [105], pubblicata nella già citata collana di letteratura artistica elvetico-francese degli anni quaranta. Non vi sono edizioni più recenti, né in francese né in spagnolo o in italiano. È del 1970, invece, un’edizione inglese dei Discorsi (1836) di John Constable (1776-1837) [106], a cura della Suffolk Records Society. Va aggiunto che, oltre ai Discorsi (l’unico volume citato dall’autrice) la stessa associazione ha pubblicato la corrispondenza completa del pittore in sei volumi negli anni Sessanta [107]; si sono poi aggiunti due ulteriori volumi nel 1975 in cooperazione con la Tate Gallery [108]. Non risultano edizioni spagnole o italiane.

Fig. 20) A sinistra, l’imponente edizione degli scritti di John Constable a cura della Suffolk Records Society. Da sinistra a destra, i Discorsi e alcuni volumi della corrispondenza.

L’editore Visor di Madrid ha pubblicato un’antologia di Lettere e note sulla pittura del paesaggio (1831) di Carl Gustav Carus (1789-1869) [109], che documenta anche il suo rapporto d’amicizia con Goethe. In italiano, ne sono uscite edizioni nel 1991 e nel 2002 a cura delle Edizioni Studio Tesi di Pordenone. Infine l’autrice recensisce anche un frammento di Caspar David Friedrich (1774-1840) su La voce interiore (1820), tratto da un’antologia spagnola di fonti romantiche sull’arte [110]. In tedesco vi sono molte edizioni, compresa un’edizione critica completa dei testi di Friedrich (avviata, ma non completata, nel 1999) [111]; in italiano una collezione di scritti del pittore tedesco è stata pubblicata da Abscondita nel 2001 a cura di Luisa Rubini (con ristampa nel 2017) [112].

Fig. 21) Letteratura artistica del primo romanticismo tedesco. A sinistra, le Lettere sulla pittura di paesaggio di Carl Gustav Carus in edizione spagnola (1992) e italiana (1991). A destra, raccolte di lettere e altri scritti di Caspar David Friedrich in tedesco (1974 e 2006) e italiano (2017).

Laura Arias Serrano presenta in parallelo nazareni e preraffaelliti, facendo riferimento a Johann Friedrich Overbeck (1789-1869) e John Ruskin (1819-1900). Lo scritto di Overbeck è tratto da una famosa antologia americana di letteratura artistica pubblicata dalla casa editrice Prentice Hall [113], in assenza di pubblicazioni spagnole. Anche la pubblicazione completa delle lettere e dei testi del pittore nazareno in tedesco risale all’Ottocento [114] e non ho trovato evidenza di versioni più recenti. L’enorme produzione scritta di Ruskin è qui rappresentata da una traduzione spagnola [115] del 1906 di Preraffellismo e conferenze su architettura e pittura del periodo 1851-1859. A onore del vero, una ristampa recente dello stesso volume (2014) è stata pubblicata a Pamplona [116]. Inoltre, questa non è certamente l’unica opera di Ruskin in spagnolo, dal momento che sono comparse molte sue opere, anche di recente. Parecchie di esse sono citate in altre sezioni del volume: dunque la maggiore preoccupazione dell’autrice è l’assenza sul mercato spagnolo di testi tradotti di artisti preraffaelliti, ivi compresi gli scritti del non-artista Ruskin. 

Fig. 22) A sinistra: una traduzione spagnola del 1906 di Preraffellismo e conferenze su architettura e pittura di John Ruskin. A destra: i due volumi su Courbet raccontato da se stesso e dagli amici nell’edizione ginevrina del 1950.

Il realismo ottocentesco è testimoniato dalla recensione al manifesto che Gustav Courbet (1819-1877) allega al catalogo della mostra realista del 1855, che organizza per protesta dopo il rifiuto della direzione dell’Esposizione Universale di esporre le sue opere. L’autrice mostra marcato interesse per il manifesto, facendo ricorso a un’edizione italiana del 1969 di un saggio del critico d’arte francese Georges Boudaille [117]. Del manifesto di Courbet esistono più versioni: una versione diversa, comparsa nel 1950 nella collezione di scritti Courbet raconté par lui-même et par ses amis (1950), è stata pubblicata nella già citata raccolta di letteratura artistica franco-svizzera dell’editore Pierre Cailler [118]. I testi politici di Courbet furono difesi in particolare dal filosofo Pierre Joseph Proudhon (1809-1865) nella sua opera postuma Du principe de l’art e de sa destination sociale (1871) [119], che conobbe una discreta fortuna nel mondo ispanico (con edizioni in Perù nell’Ottocento [120] e poi in Argentina nel Novecento [121]), ma non è ancora comparsa in Italia.

Fig. 23) I due volumi su Manet raccontato da se stesso e dagli amici nell’edizione ginevrina del 1945.

In maniera significativa, la bibliografia ragionata non tocca artisti impressionisti. Secondo l’autrice, infatti, non vi sono pittori di tale orientamento che abbiano lasciato testimonianze scritte degne di essere citata. È interessante che non siano citate neppure opere riferite a impressionisti pubblicate nella collana svizzero-francese già citata più volte. Nel 1945 l’editore Pierre Caillier pubblica, ad esempio, Manet raconté par lui-même et ses amis, nella consueta struttura in due volumi (il primo con testi dell’artista, il secondo con testimonianze degli amici) [122].

Fig. 24) A sinistra: un’antologia francese di scritti di Georges Seurat del 1991. A destra: il saggio di Paul Signac Da Eugène Delacroix al neoimpressionismo nell’originale francese (1899) e in un’edizione argentina (1943) e italiana (1992).

Il post-impressionismo si apre con le opere di Georges Seurat (1859-1891) e Paul Signac (1863-1935). Del primo compare un’antologia di scritti in francese del 1991 [123], del secondo l’opera Da Eugène Delacroix al neoimpressionismo (1899), dedicata a Seurat. Il saggio di Signac è qui recensito in una versione argentina del 1943, l’unica presente nel mondo ispanico [124]. L’opera è uno dei testi d’artisti più fortunati nel mondo francese (circa venti ristampe, l’ultima nel 2014); è presente in Italia con tre edizioni fra 1964 e 1993.

Fig. 25) Due raccolte spagnole di scritti di Paul Cézanne, tradotte dalle edizioni americane, fra loro divergenti, di Richard Kendall e John Rewald.

Seguono i mostri sacri Paul Cézanne (1839-1906), Paul Gauguin (1848-1903) e Vincent Van Gogh (1853-1890). E qui va detto che il successo editoriale nel mondo spagnolo produce una sovrapposizione di edizioni simili.

Gli scritti di Cézanne sono segnalati in due edizioni spagnole recenti, del 1989 e del 1991 rispettivamente. La prima è la traduzione spagnola [125] di Cézanne by Himself: Drawings, Paintings, Writings, a cura dello storico dell’arte Richard Kendall [126]. La seconda è la traduzione [127], pubblicata da Visor di Madrid, dell’edizione [128] (1937) della Correspondenza a cura dello storico dell’arte statunitense John Rewald (1912-1994) [129]. Conosciamo bene le vicissitudini della pur fortunatissima edizione Rewald, non più considerata attendibile, ma la recente nuova edizione critica di Alex Danchev [130] del 2013 non è ancora disponibile al di fuori del mercato librario di lingua inglese. L’edizione Visor è l’ultima delle versioni spagnole della raccolta curata da Rewald, che compaiono regolarmente, sia pur in traduzioni diverse, a partire dalla traduzione argentina del 1948 [131]. 

Fig. 26) Quattro edizioni dell’antologia di scritti di Paul Gauguin Scritti di un selvaggio.

Di Gauguin viene qui ricordata la raccolta antologica Escritos de un salvaje (2000) a cura di Miguel Morán Turina [132]. L‘opera celebra Gauguin come un selvaggio, dando un’interpretazione opposta a quella razionalista che Chipp fornisce nel 1968. È ispirata all’antologia francese di scritti di Gauguin Oviri: écrits d'un sauvage, pubblicata da Daniel Guérin nel 1974 [133] e di cui esistono ben due traduzioni spagnole. La prima è a cura di Margarita Latorre ed esce nel 1975 e 1995. La seconda (2008) è di Marta Sánchez-Eguibar [134]. Dunque, con lo stesso titolo spagnolo sono state pubblicate tre differenti versioni di scritti di Gauguin.

Fig. 27) Quattro edizioni spagnole delle Lettere a Theo di Vincent van Gogh.

Le Lettere a Theo di Vincent van Gogh sono recensite in un’edizione tascabile del 1985 con introduzione dello scrittore Mauro Armiño. In verità ne esistono moltissime edizioni a partire dagli anni Settanta (curate ad esempio da Fayad Jamís, Francisco de Oraa, Milagros Moleiro, Francisco-Luis Cardona Castro, David García López, Antonio Rabinad, Víctor Goldstein e altri). Si tratta dunque di un titolo ‘inflazionato’. Non esiste, invece, un’edizione spagnola completa di tutte le lettere.


Fine della Parte Seconda

NOTE

[38] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea, Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pagine. Citazione a pagina 125.

[39] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 125.

[40] Baumgarten, Alexander Gottlieb - L'Estetica. A cura di Salvatore Tedesco; Palermo, Aesthetica, 2000, 368 pagine.

[41] Winckelmann, Johann Joachim - Historia Del Arte En La Antigüedad. Seguida De Las Observaciones Sobre La Arquitectura De Los Antiguos. Con Un Estudio Crítico Por J.W. Goethe. Introducción Y Traducción Del Alemán Por Manuel Tamayo, Madrid, Aguilar, 1989, 606 pagine.

[42] Winckelmann, Johann Joachim - Reflexiones sobre la imitación del arte griego en pintura y escultura. A cura di Ludwig Uhlig e Vicente Jarque, Barcelona Península, 1987, 163 pagine.

[43] L’opera è interamente disponibile all’indirizzo 

[44] Quatremère de Quincy, Antoine - Considérations morales sur la destination des ouvrages de l'art. (suivi de) Lettres sur l'enlèvement des ouvrages de l'art antique à Athènes et à Rome, Paris, Fayard, 1989, 256 pagine. Le considerazioni morali pubblicate nel 1832 includono anche le famose Lettere a Miranda, pubblicate entro il 1796 in una serie di giornali.

[45] Quatremère de Quincy, Antoine - Essai sur la nature, le but et les moyens de l'imitation dans les beaux-arts, Archives d'Architecture Moderne, Bruxelles, 1980.

[46] Ceán Bermúdez, Juan Agustín - Sumario de las antigüedades romanas que hay en España, en especial las pertenecientes a las Bellas Artes, Valencia, Librería París-Valencia, 2003.

[47] Encyclopédie de Diderot et d'Alembert. A cura di Andrea Calzolari e Sylvie Delassus. Parma, Franco Maria Ricci editore, 1970-1979.

[48] Quatremère de Quincy, Antoine - Diccionario de arquitectura: voces teóricas. A cura di Fernando Aliata e Claudia Shmidt, Buenos Aires, Nobuko, 2007, 245 pagine.

[49] Viollet-le-Duc, Emmanuel - Dictionnaire raisonné de l'architecture française du xi au xvi siècle, Parigi, F. de Nobele, 1967, 10 volumi.

[50] Viollet-le-Duc, Emmanuel - Dictionnaire raisonné du mobilier français de l'époque carolingienne à la Renaissance, Madrid, Asociación El Cid, Madrid, 1974, 6 volumi.

[51] Martínez, Francisco - Introducción al conocimiento de las Bellas Artes. Diccionario de Pintura, Arquitectura, escultura y Grabado, Colegio Oficial de Aparejadores y Arquitectos Técnicos. 
Introduzione di Manuel Alvar Ezquerra, Madrid, 1989, 419 pagine.

[52] Rejón de Silva, Diego Antonio - Diccionario de las nobles artes para instrucción de los aficionados, y uso de los profesores, Malaga, Fundación Cultural COAM, 1989, 217 pagine.

[53] De Llaguno y Amírola, Eugenio - Noticias de los Arquitectos y Arquitectura de España desde su restauracion, Madrid, Turner, 1977, 4 volumi (edizione anastatica dell’originale postumo del 1829).

[54] Ceán Bermúdez, Juan Agustín - Diccionario histórico de los mas ilustres profesores de las bellas artes en España. A cura di Miguel Morán Turina, Madrid, Akal, 2001.

[55] Muñoz y Manzano, Cipriano (detto Conde de la Viñaza) - Adiciones al diccionario histórico de las más ilustres profesores de las bellas artes en España, de Juan Agustín Ceán Bermúdez, Madrid, Tipografía de los Huérfanos, 1889-1894, 4 volumi.

[56] Ossorio y Bernard, Manuel - Galería biografica de artistas españoles del siglo XIX, Madrid, Gaudi, 1975.

[57] de Lihory y Pardines, José Ruiz - Diccionario biográfico de artistas valencianos, Valencia, Imprenta de Federico Domenech, 1897.

[58] Il testo è tuttavia disponibile su 

[59] Addison, Joseph - Los placeres de la imaginación y otros ensayos de The Spectator. A cura di Tonja Raquejo Madrid, Visor, 1991, 242 pagine.

[60] Burke, Edmund - Indagación filosófica sobre el origen de nuestras ideas: de lo sublime y de lo bello, Colegio Oficial de Aparejadores y Arquitectos Técnicos de Murcia, 1985, 250 pagine. Un’edizione successiva, a cura di Menene Gras Balaguer per l’editore Alianza di Madrid, è stata pubblicata prima nel 2004 e poi nel 2014.

[61] Gilpin, William - Tres ensayos sobre la belleza pintoresca. Introduzione di Javier Maderuel,  Madrid, Abada Editores, 2004, 176 pagine.

[62] Reynolds, Joshua - Quince Discursos, Ed. Poseidón, Buenos Aires, 1943, 270 pagine.

[63] Reynolds, Joshua - Quince discursos pronunciados en la Real Academia de Londres, Madrid, Visor Libros, 2005.

[64] Flaxman, John – Lectures on Sculpture. As delivered before the President abd Memers of The Royal Academy, Henry G. Bohn, York Stree, Covent Garden, Londra, 1838, 488 pagine.

[65] Il testo è disponibile all’indirizzo 

[66] Füssli, Johann Heinrich - Conférences sur la peinture a cura di Marie-Madeleine Martinet, Parigi, École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, 2017, 270 pagine.

[67] Un’edizione del 1848 è disponibile all’indirizzo 

[68] Wackenroder, Wilhelm Heinrich - Efluvios cordiales de un monje amante del arte : con una reseña de August Wilhelm Schlegel. A cura di Héctor Canal Pardo. Epilogo di Cord-Friedrich Berghahn, KRK ediciones, Oviedo, 2008.

[69] Wackenroder, Wilhelm Heinrich - Opere e lettere. Scritti di arte, estetica e morale in collaborazione con Ludwig Tieck, testo tedesco e traduzione italiana a cura di Elena Agazzi, Federica La Manna e Andrea Benedetti, Milano, Bompiani, 2014, 1276 pagine.

[70] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p.126.

[71] Riegl, Alois - Problemas de estilo : fundamentos para una historia de la ornamentacion. A cura di Ignacio de Solà Morales. Barcelona, Editorial Gustavo Gili, 1980, 286 pagine.

[72] Riegl, Alois - Problemi di stile. Fondamenti di una storia dell'arte ornamentale. A cura di Mario Pacor, Milano, Feltrinelli, 1963, 336 pagine.

[73] Worringer, Wilhelm - Abstracción y naturaleza. A cura di Mariana Frenk, Città del Messico, Fondo de Cultura Económica, 2015, 137 pagine.

[74] Worringer, Wilhelm - Astrazione e empatia. Un contributo alla psicologia dello stile. A cura di Andrea Pinotti. Traduzione di Elena De Angeli. Milano, Einaudi, 2008, 143 pagine.

[75] Hildebrand, Adolf von - El problema de la forma en la obra de arte. A cura di Francisca Pérez Carreño, traduzione di María Isabel Peña Aguado Madrid, Visor, 1989, 109 pagine.

[76] Hildebrand, Adolf von - Il problema della forma nell'arte figurativa. A cura di Andrea Pinotti e Fabrizio Scrivano, Palermo, Aesthetica, 2001, 152 pagine.

[77] Fiedler, Konrad - Escritos sobre arte. A cura di Vicente Romano García, Madrid, Visor, 2005, 290 pagine.

[78] Fiedler Konrad - De La Esencia Del Arte. A cura di Hans Eckstein e Manfred Schönfeld. Buenos Aires, Nueva Visión, 1958, 138 pagine.

[79] Fiedler, Konrad - Scritti sull'arte figurativa. A cura di Andrea Pinotti e Fabrizio Scrivano. Palermo, Aesthetica, 2006, 247 pagine.

[80] Ortega y Gasset, José – La deshumanización del arte y otros ensayos de estética, Revista de Occidente, Alianza Editorial , Madrid, 1996.

[81] De Torre, Guillelmo - Literaturas Europeas De Vanguardia, Madrid, Rafael Caro Raggio, Editor, 1925, 395 pagine.

[82] Gómez de la Serna Puig, Ramón – Ismos, Madrid, Biblioteca Nueva, 1931, 398 pagine.

[83] De Torre, Guillelmo - Literaturas europeas de vanguardia. A cura di José Luis Calvo Carilla, Pamplona, Urgoiti, D.L. 2003, 420 pagine.

[84] Gómez de la Serna Puig, Ramón – Los ismos de Ramón Gómez de la Serna y "un apéndice circense"Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, dal 5 giugno al 25 agosto 2002, 493 pagine.

[85] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p.126

[86] Eco, Umberto - Obra abierta : forma e indeterminación en el arte contemporáneo, Barcelona : Ariel, 1990, 355 pagine.

[87] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p.163.

[88] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p.163.

[89] Mengs, Anton Raphael, Reflexiones sobre la belleza y gusto en la pintura, Madrid : Dirección General de Bellas Artes y Archivos, 1989,404 pagine.

[90] Mengs, Anton Raphael Mengs, Pensieri sulla bellezza. A cura di Giuseppe Faggin, Pavia, Alessandro Minuziano editore, 1948, 158 pagine.

[91] Mengs, Anton Raphael Mengs, Pensieri sulla bellezza. A cura di Giuseppe Faggin, Milano, Abscondita, 2003, 136 pagine.

[92] Mengs, Anton Raphael Mengs, Pensieri sulla pittura. A cura di Michele Cometa, Palermo, Aesthetica, 1996, 87 pagine.

[93] Barroco en Europa. Fuentes y documentos para la historia del arte, a cura di Bonaventura Bassegoda i Hugas e di José Fernández Arenas, Editorial Gustavo Gili, S.L., 477 pagine.

[94] Falconet, Étienne Maurice - Scritti sulla scultura, a cura di Cristina Conti e Diego Lorenzi, Roma, Universitalia, 2018, 152 pagine.

[95] Hogarth, William - Análisis de la belleza. A cura di Miguel Cereceda, Madrid, Visor, 1997, 152 pagine.

[96] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p.163.

[97] Ingres, Jean-Auguste-Dominique - Ingres raconté par lui-même et par ses amis. Pensées et écrits du peintre. Vésenaz-Genève, P. Cailler, 1947-48. In due volumi: 1. Pensées et écrits du peintre. 2. Ses contemporains sa postérité.

[98] Ingres, Jean-August-Dominique - Pensieri sull'arte. A cura di Elena Pontiggia, Milano, Abscondita, 2019, 125 pagine.

[99] Journal de Eugene Delacroix de 1822 a 1863 en 3 tomes. A cura di Andre Joubin, Ed Libraire Plon, Paris, 1932. Tomo I: 1822-1852, Tomo II (503 pagine): 1853-1856, Tomo III (483 pagine): 1857-1863 (518 pagine).

[100] Delacroix, Eugène - El puente de la visión : antología de los "Diarios". A cura di María Dolores Díaz Vaillagou; Guillermo Solana Díez, Madrid, Tecnos, 2011, 151 pagine.

[101] Delacroix, Eugène - Diario de Eugenio Delacroix: 1822-1863. A cura di Juan De la Encina; L Gutiérrez de Zubiaurre, Città del Messico, Centauro, 1946, 316 pagine.

[102] Delacroix, Eugène – Diario. A cura di Lamberto Vitali, 3 volumi, Torino, Einaudi, 1954.

[103] Delacroix, Eugène – Diario 1822-1863. A cura di Lalla Romano, Milano, Abscondita, 2017, 184 pagine.

[104] Delacroix, Eugène - Diario (1822-1863), Torino, Chiantore, 1945.

[105] Corot, Camille - Corot raconté par lui-même et par ses amis, Vésenaz-Genève, P. Cailler, 1946, 2 volumi (225 e 214 pagine).

[106] Constable, John - John Constable’s discourses. A cura di Ronald Brymer Beckett, Ipswich, Suffolk Records Society, 1970, 114 pagine.

[107] John Constable's correspondence, edited, with introduction and notes by Ronald Brymer Beckett ; with a preface by Geoffrey Grigson, Ipswich, Suffolk Records Society, 1962-1968. Volume 1: The family at East Bergholt 1807-1837; volume 2: Early friends and Maria Bicknell (Mrs. Constable); volume 3: The correspondence with C.R.Leslie, R.A.; volume 4: Patrons, dealers and fellow artists; volume 5: Various friends, with Charles Boner and the artist's children; volume 6. The Fishers.

[108] Constable John - Further documents and correspondence. A cura di Leslie Parris; Conal Shields; Jan Fleming Williams, London, The Tate Gallery, 1975. Prima parte: Documents, a cura di Leslie Parris e Conal Shields. Seconda parte: Correspondence, a cura di Jan Fleming Williams.

[109] Carus, Carl Gustav  - Cartas y anotaciones sobre la pintura de paisaje: diez cartas sobre la pintura de paisaje con doce suplementos y una carta de Goethe a modo de introducción. A cura di Javier Arnaldo. Traduzione di José Luis Arántegui, Madrid, Visor, 1992, 272 pagine.

[110] Fragmentos para una teoría romántica del arte. A cura di Javier Arnaldo, 1987, Madrid, Tecnos, Metrópolis, 270 pagine.

[111] Friedrich, Caspar David - Kritische Edition der Schriften des Künstlers und seiner Zeitzeugen, Franfurt am Main, Kunstgeschichtliches Institut der Johann Wolfgang Goethe-Universität, 1999, 127 pagine

[112] Friedrich, Caspar David - Scritti sull'arte. A cura di Luisa Rubini, Milano, Abscondita, 2001, 134 pagine.

[113] Anthology of sources and documents, Neoclassicism and Romanticism 1750-1850. A cura di Lorenz Eitner,  Upper Saddle River, New Jersey, Prentice Hall, 1970, 352 pagine.

[114] Howitt, Mary Botham - Friedrich Overbeck: sein Leben und Schaffen; nach seinen Briefen und andern Documenten des handschriftlichen Nachlasses geschildert, 1886 (in due volumi).

[115] Ruskin John, Prerrafaelismo y confenrencias sobre arquitectura y pintura. A cura di Elisa Morales Veloso e Laurence Binyon, Francosco Beltrán, Madrid, Librería española y Extranyera, 1906, 333 pagine.

[116] Ruskin, John - Prerrafaelismo. Conferencias sobre arquitectura y pintura. A cura di Elisa Morales Veloso, Pérez Errea e Pedro Miguel, Pamplona, Analecta, 200 pagine.

[117] Boudaille, Georges – Gustave Courbet. L’artista e il suo tempo, Milano, Alfieri e Lacroix, 1969, 150 pagine.

[118] Courbet raconté par lui-même et par ses amis: Ses écrits, ses contemporains, sa postérité. A cura di Pierre Courthion et Jules-Antoine Castagnary. Primo volume: Tome 1. Sa vie et ses oeuvres. Narcisse paysan. Secondo volume: Comme un pommier produit des pommes.

[119] Proudhon, Pierre Joseph  - Du principe de l’art e de sa destination sociale, Paris, Garnier frères, 1865, 380 pagine.

[120] Proudhon, Pierre Joseph  - El principio del arte : su destino social. A cura di Emilio Gutierrez de Quintanilla, Lima, Imp. de "El Nacional", 1884, 296 pagine.

[121] Proudhon, Pierre Joseph  - Sobre el principio del arte y sobre su destinación social. A cura di José Gil de Ramales; Arturo del Hoyo, Buenos Aires : Aguilar, 1980, 360 pagine.

[122] Manet raconte par lui-même et par ses amis. A cura di Pierre Courthion. Vesenaz-Ginevra, Pierre Cailler Editeur, 1945, due volume (251 e 500 pagine).

[123] Seurat, Georges – Correspondances, témoignages, notes inédites, critiques. A cura di Eric Darragon e Hélène Seyrès, Parigi, Acropole, 1991.

[124] Signac, Paul - De Eugenio Delacroix al neoimpresionismo. A cura di Julio E. Payró, Buenos Aires, Poseidón, 1943, 104 pagine.

[125] Kendall, Richard - Cezanne por sí mismo : dibujos, pinturas, escritos, Esplugues de Llobregat (Barcelona) : Plaza & Janés, 1992, 320 pagine.

[126] Kendall, Richard - Cézanne by himself: drawings, paintings, writings, Boston, Little, Brown, 1988, 320 pagine.

[127] Cézanne, Paul – Correspondencia. A cura di John Rewald, traduzione di Bernardo Moreno Carrillo. Madrid, Visor, 1991, 424 pagine.

[128] Cézanne, Paul - Paul Cézanne, correspondance. A cura di John Rewald, Paris : Bernard Grasset, 1937, 319 pagine.

[129] Cézanne, Paul - Paul Cézanne, correspondance, recueillie, annotée et préfacée. A cura di John Rewald, Paris, B. Grasset, 1937, 319 pagine.

[130] Cézanne, Paul - The letters of Paul Cézanne. A cura di Alex Danchev, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum, 2013, 392 pagine.

[131] Correspondencia de Paul Cézanne. A cura di John Rewald, traduzione di Leonardo Estarico. Buenos Aires Libreria y Ed. "El Ateneo" 1948, 356 pagine.

[132] Gauguin, Paul – Escritos de un salvaje, Introduzione di Dolores Jiménez-Blanco. A cura di Miguel Morán Turina, Madrid, Istmo, 2000, 274 pagine.

[133] Gauguin, Paul - Oviri. Écrits d'un sauvage, choisis et présentés par Daniel Guérin. Paris, Gallimard, 1974, 350 pagine.

[134] Gauguin, Paul - Escritos de un salvaje. Traduzione di Marta Sánchez-Eguibar, Madrid, Akal, 2008, 274 pagine.



Nessun commento:

Posta un commento