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mercoledì 19 novembre 2014

Lovis Corinth, 'Apprendere la pittura'. Parte seconda


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Scritti di artisti tedeschi del XX secolo - 4

Lovis Corinth 
Il manuale 'Apprendere la pittura'. Parte Seconda

Recensione di Francesco Mazzaferro

Seconda parte

[Versione originaria: Novembre 2014 - Nuova versione: Aprile 2019]


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Risultati immagini per lovis corinth das erlernen der malerei 1979
Fig. 9) L'edizione del manuale di pittura di Lovis Corinth pubblicato da Gerstenberg nel 1979

Dal nudo alla composizione

Qual è il quadro concettuale tramite il quale si passa dallo studio del nudo a quello della composizione? Il nudo non può essere esclusivamente un elemento statico: il termine tecnico tedesco Akt (il nudo), come notato da Corinth, deriva dal latino agere, fare, e non può dunque essere legato all’idea di staticità [70]. L’inserimento del nudo come elemento centrale dell’immagine dipinta presenta al tempo stesso elementi dinamici e statici: la figura umana ha sempre un determinato atteggiamento (Auffassung), è costruita (Konstruktives) ed è essa stessa un elemento di architettura (Architektonisches).

L’atteggiamento (Auffassung) è l’espressione della figura [71], ma rappresenta anche l’elemento astratto e mentale che è rappresentato nell’azione figurata [72. L’elemento costruttivo (Konstruktives) si traduce nella capacità di rappresentare la figura nella sua interezza, sulla base dello scheletro, della muscolatura e delle parti molli [73]. L’elemento architettonico (Architektonisches) si basa su geometria, simmetria ed armonia. Insieme, questi tre elementi decidono della qualità ritmica e del flusso delle linee nell’immagine [74].

Non solamente il movimento, ma anche la sua assenza, è un’azione. Il movimento può essere parallelo alla superficie oppure ad esso trasversale. Ed è in questo caso che occorre saper disegnare il corpo di scorcio. [75]

La composizione del quadro passa attraverso “il raggruppamento delle figure, l’effetto delle macchie di colore e il formato del dipinto” [76]. La composizione è “una forma di ginnastica spirituale (…) basata sulla storia dell’arte” [77]. Dalla classicità della mitologia e delle scritture religiose si possono ricavare i temi migliori [78].

Fig. 10) La traduzione serba del manuale di Lovis Corinth, uscita nel 1979 per i tipi di Saves amatera Srbije di Belgrado (traduzione di Evdokija Popović ed introduzione di Pavle Vasić)

Il colore locale come fondamento della pittura

La padronanza del colore locale (Lokalfarbe, dal concetto francese di couleur locale, il colore che naturalmente appartiene ad un oggetto) è al centro della tecnica pittorica [79]. Ogni superficie ne possiede uno, ed il pittore deve imparare a lavorare alla prima (dunque “bagnato su bagnato”) in modo da poter correggere immediatamente l’impiego dei colori locali (una correzione successiva non è più possibile) [80]. È la tecnica preferita dagli impressionisti e più in generale dalla seconda metà dell’Ottocento. Michael Zimmermann nota anche che la tecnica alla prima viene interpretata dai maggiori storici dell’arte tedeschi di quella generazione (Richard Muther, Julius Meier-Graefe) come simbolo di individualismo e libertà: dipingere alla prima significa avere il pieno controllo della pennellata, che diviene inconfondibile, come ogni scrittura dell’individuo è unica in termini di calligrafia [81]. Sono critici che Corinth apprezza particolarmente.

Come già detto, vi è continuità tra disegno e pittura. Dipingere significa realizzare in colore gli stessi elementi chiave: luce, tonalità, ombre, riflessi. Se il disegno è stato compiuto in modo appropriato, utilizzando le tonalità di luce e colore sul bianco e nero, impiegare su di esso il colore locale può già essere sufficiente. Il colore locale è però dominato dagli effetti che su di esso hanno l’aria, la luce e l’ambiente (ecco il Corinth impressionista!) [82].

Vi è un ulteriore elemento comune a diversi aspetti del disegno e della pittura: si tratta della “caratterizzazione dell’elemento sostanziale” (das Charakterisieren des Stofflichen) [83], che serve a disegnare e dipingere i vestiti, l’ambiente, lo sfondo e le nature morte, sia attraverso forma e tonalità (disegno) come pure grazie al colore locale (pittura).


Disegnare e dipingere all’aperto – luce e trasparenza degli oggetti

Il passaggio dal chiuso all’aperto impone di imparare a rappresentare la luce. All’aperto la luce è diffusa. “Arriva da tutti i lati, e crea ovunque riflessi; diviene così impossibile definire sezioni illuminate e sezioni all’ombra. [84]”


Fig. 11) L'edizione satirica "Come disimparare a dipingere, ovvero il piccolo Lovis Corinth", pubblicata nel 1908 dall'editore Wedekind di Berlino

La figura umana all’aperto

Ancora una volta, per dipingere oggetti nel paesaggio, l’apprendimento parte dalla pittura di un modello nudo: “la luce – scrive Corinth – si distribuisce come un velo sul colore del modello e la rende in tal modo più tonica e morbida. Su distanze più grandi, ad esempio nel paesaggio, si vede come gli oggetti attraverso di essa siano avvolti in una polvere bluastra.” [85] Ed ancora, sempre sullo studio del nudo all’aperto: “Si continuerà l’esercizio sul modello umano. Qui è fondamentale la somiglianza in carattere e proporzioni. Le tonalità nel disegno delle figure debbono essere differenziate, come pure debbono essere distinti le tonalità delle figure da quelle dell’ambiente. Massima attenzione si deve porre alle tonalità basse. L’impressione generale del disegno deve essere precisa e chiara. Nella pittura bisogna preferire i colori chiari e lucenti, e nonostante tutte le sovrapposizioni, bisogna tenere distinte le varie tonalità e i vari riflessi.“ [86] “Il disegno continua a determinare tonalità e colori, ma la sua precisione non è più sufficiente: bisogna concentrarsi sull’effetto macchia del colore” [87]: ecco un altro riferimento al Corinth impressionista.

L’inclusione della figura umana nel paesaggio cambia il suo rapporto con l’immagine nel suo complesso. Corinth fa qui riferimento al termine tecnico tedesco Staffage, con cui si indicano uomini inseriti nel paesaggio quando hanno un ruolo esclusivamente decorativo. Fedele alla sua concezione, non accetta di dare un ruolo secondario alla figura umana: se essa era l’elemento principale quando non inclusa in un paesaggio, figura e paesaggio devono ora avere la medesima importanza [88]. Aggiunge – in modo abbastanza enigmatico – che “i tempi d’oggi necessitano la più grande serietà anche nel compimento di questo tipo di pittura” e dà istruzioni sulla necessità di far uso anche in questo caso di modelli, ponendoli esattamente là dove devono essere rappresentati nel quadro [89].



 I colori all’aperto

Se – all’aperto - i colori del corpo debbono essere stemperati, quelli dell’ambiente circostante sono dominati dalla forza più abbagliante della luce e dallo splendore del colore (Farbenpracht) [90]. “Non vi è alcun limite alla coloratura.” [91] Prima di eseguire la pittura, lo schizzo (realizzato anche di sfuggita) offre maggiore aiuto di ogni tecnica compositiva appresa per disegno e pittura al chiuso. Le tecniche per lo schizzo sono diverse da quelle per la pittura: se per la pittura bisogna socchiudere gli occhi (in modo da avere effetti di sintesi), per lo schizzo bisogna tenerli bene aperti per cogliere ogni dettaglio. Gli schizzi devono essere eseguiti molto velocemente, e dunque in piccolo formato [92].


Primo piano, media distanza e sfondo

Per i paesaggi, il pittore deve apprendere a distinguere tra primo piano, media distanza e sfondo [93], legati tra loro dalla perspettiva aerea, che si deve realizzare “rappresentando terreno ed oggetti su di esso – quanto più ci si avvicina all’orizzonte – sempre più avvolti in un velo più denso e più blu, fino a quando l’orizzonte stesso scompare in una lontananza bluastra.” [94] Per il resto, aria e luce hanno un effetto diretto sul colore locale dei singoli oggetti [95]

Il primo piano è “la zona più carica del paesaggio”, mentre la “media distanza si compatta. I gruppi di alberi, le masse di case si rimpiccioliscono secondo leggi prospettiche, fino a quando tutto si dissolve sullo sfondo e si spegne in nebbie polverose”. [96] L’essenziale nei paesaggi sono gli alberi, che debbono essere trattati differentemente quando si trovano in primo piano, a media distanza o sullo sfondo [97]. Non sorprende che le regole utilizzate per il nudo debbano essere applicate per disegnare un albero [98].

Le tecniche pittoriche sono diverse a seconda che si dipinga in primo piano, a media distanza e sullo sfondo. “Quanto alla media distanza ed allo sfondo, si deve dipingere alla prima, ovvero bagnato su bagnato. Anche l’aria – nelle sue forme chiare e leggere – deve essere sempre dipinta di nuovo alla prima, fino a raggiungere un risultato soddisfacente. [99]” Diverso è invece il trattamento del primo piano. Qui non si deve usare la tecnica del bagnato su bagnato. È invece addirittura appropriato aspettare che la pittura secchi e dipingere di nuovo su di essa, se necessario correggere, in modo tale che la pittura su più strati permetta di dare maggiore forma agli elementi del paesaggio (ad esempio le foglie) [100].


La luce e la trasparenza degli oggetti

Se al chiuso l’attenzione era su quattro elementi (luce, ombra, ombra riflessa e riflesso della luce), all’aperto si aggiunge un quinto elemento: la trasparenza. “La trasparenza è l’ultima qualità (…) che la luce genera negli oggetti. Si verifica quando vi è una fonte di luce intensa (luce solare o lampada) ed in particolare quando questi oggetti sono posti di fronte alla fonte di luce e – a causa della loro natura piatta e sottile (Flachheit) – è possibile veder attraverso loro.” [101] Ne sono esempi le orecchie, le dita, le foglie degli alberi.


Apprendere le tecniche per il disegno e la pittura

Ai fondamenti di disegno e pittura l’artista (nel corso della sua formazione) si deve dedicare per tre anni [102]. L’obiettivo del corso, durante questo periodo, è di fornire agli allievi forniti di talento le cognizioni classiche per conquistare man mano uno stile autonomo, diverso da quello dei maestri (anche in questo Corinth segue motivi classici: quell’obiettivo era già di Cennino Cennini nel suo Trattato sulla pittura. Cennino predicava la necessità di uno studio sotto un solo maestro per ben 12 anni. Corinth ebbe un lunghissimo curriculum accademico, di ben 11 anni, anche se sotto molti e diversi maestri).

Fin dall’inizio il pittore avverte (lo scriverà ancora, sconsolato, nell’Autobiografia): “Maggiore è il talento dell’artista, tanto più il suo modo (individualità) sembrerà estraneo al pubblico. La massa non lo capirà, e la conseguenza è che il suo lavoro non verrà compreso per il prevedibile futuro e non troverà acquirenti. Dovrà imporsi e piegare il pubblico; allora la sua considerazione diventerà ancora più forte nel pubblico e la sua fama gli sopravviverà . Solamente una generazione migliore, spesso, avrà modo di dargli ragione dopo la morte.” [103]


Raggiungere l’autonomia stilistica      
                                                                 
La terza ed ultima parte del manuale è dedicata alla costruzione dell’immagine (Bild). Qui si pone il problema se il pittore debba seguire il percorso didattico che nelle accademie è destinato a fare degli allievi veri e propri “Bildermaler”, pittori capaci di produrre quadri.  La risposta di Corinth è del tutto negativa. Se il risultato dell’accademismo tedesco ha generato la rigida divisione dei pittori secondo specializzazioni tematiche (pittura di storia, pittura di genere, pittura di paesaggio), se ha prodotto generazioni di imitatori, l’obiettivo della manualità dell’apprendimento – secondo Corinth – è invece che il pittore (e nel caso della scuola di Corinth, la pittrice) raggiunga la piena indipendenza, ognuno o ognuna con la “sua individualità”, che è il maggiore tesoro dell’artista [104]. Se da un lato l’accademia – come ente pubblico non a pagamento – offre una possibilità di apprendimento anche agli studenti indigenti, vi è bisogno di scuole che offrano un altro percorso [105]. Perciò, tutto quel che è contenuto nel manuale non implica che nuove regole accademiche debbano essere fissate per sempre: il testo beneficia dell’esperienza accumulata dall’artista, “ma rimane abbastanza da giustificare che ognuno continui la propria ricerca personalizzata.” [106]


I temi iconografici

Ciò non significa che si debbano scegliere nuovi temi iconografici. Citando Anselm Feuerbach, Corinth spiega che il punto fondamentale non è che cosa venga dipinto, ma come ciò avvenga [107]. “Lo stesso tema può essere trattato cento volte. E’ come un dato pittore lo affronta a creare una nuova immagine e a farne un’opera d’arte.” [108] Ne è testimone l’arte italiana, che da Giotto a Raffaello ha ripetuto gli stessi temi religiosi con straordinaria originalità.


Fig 12) The edition published exactly 100 years after the first release of the handbook in 1908:
Lovis Corinth, “Learning to paint - A handbook, Witten, Ars Momentum, 2008, pp. 110


Il ritratto

Nel ritratto “ci si riferisce ad una persona precisa, ed il primo requisito è la somiglianza” [109]. La possibilità di cogliere tutti gli aspetti (non solo quelli fisici, ma anche di carattere) dipende essenzialmente dalla conoscenza personale. Meglio dunque ritrarre amici e conoscenti, o in caso contrario, avere la possibilità di fare la conoscenza con il modello [110]. Utile accentuare al massimo le caratteristiche personali, in particolare nella testa e nelle mani. [111]

Anzi – e qui il riferimento obbligato è a Rembrandt – il ritratto migliore è il proprio. Così come Rembrandt, Corinth si ritrasse in moltissime occasioni e posizioni, in quello che nel manuale definisce “un tentativo di imparare a conoscere se stesso.” [112]



Fig. 13) L'edizione più recente, datata 2019 e curata da Werner B. Hohe-Dorst per Books on Demand (Verlag)


Il Paesaggio

Tutta l’educazione pittorica di Corinth fu orientata al naturalismo. È dunque ovvio che le pagine del manuale sul paesaggio siano particolarmente ispirate. Vi si riconoscono le ragioni per le quali (nel dibattito estetico tedesco dell’epoca) si opera una distinzione fra naturalismo e realismo. Il naturalismo – di origine romantica – si distingue dal realismo per la capacità soggettiva di interpretare la natura come è, nella massima fedeltà della riproduzione; il realismo invece tende a dare un’interpretazione idealista della natura (la natura è dipinta come deve essere). Dunque, il realismo si pone il compito di offrire un’interpretazione ideale della natura, facendola migliore di quella che è ed accentuandone paradossalmente i criteri di astratta realtà, mentre il naturalismo vuole darne un’interpretazione al tempo stesso fedele e poetica.

“Il vero pittore riconosce in ogni motivo paesaggistico il poetico (…). Non è necessario correggere la natura – togliendo alcuni pezzi ed aggiungendone altri –,  ma curare in modo severo il disegno ed il tono spirituale, così come è nella natura. (…) Nonostante tutta la pietas che si possa nutrire nei confronti della natura, non è la realtà stessa a poter essere specchiata nell’immagine, ma l’uomo, che la produce.” [113]


Le questioni tecniche – poche pagine alla fine del manuale

Si è già detto che tutti o quasi i manuali di disegno e pittura dell’epoca concentrano la loro attenzione sull’insegnamento dell’uso dei materiali. Le tre sezioni sulle “Diverse forme di pittura ad olio”, “Il trattamento del materiale per la pittura ad olio” e “L’esecuzione” occupano le ultime pagine (pp. 98-106).


Conclusioni

Ho iniziato queste pagine spiegando che l’interesse principale di Corinth è per la luce, ed in particolare per la luce come strumento di identificazione delle forme degli oggetti. L’ulteriore passo è stato quello di chiarire che il nudo umano è considerata l’unità fondamentale dell’arte, necessaria per identificare ed organizzare lo spazio. Il passaggio finale è quello di unire luce e spazio alla natura, con la figura umana e la luce che rimangono elementi prevalenti nella composizione.

Dal punto di vista tecnico, Corinth raccomanda al lettore – nella penultima pagina (p. 108) – di non dimenticare quattro punti:

1 – La divisione dello spazio (si tratta di adattare il motivo allo spazio a disposizione sulla tela);
2 – L’identificazione delle sorgenti di luce e delle forme delle ombre (attraverso il metodo clignez les yeux);
3 – La definizione delle proporzioni (confrontare il tutto con le singole parti e tali parti tra di loro);
4 – Il controllo dalla posizione reciproca dei singoli punti rilevanti attraverso linee paralleli verticali ed orizzontali.

In una fase in cui nuove ‘grammatiche artistiche’ sono state o stanno per essere scritte, per porre il fondamento di nuovi linguaggi poetici, Corinth affida il rinnovamento dell’arte ad una riscoperta della classicità.

Ritorno alla frase di Walter Leistikow “Chi avrebbe mai pensato che in questo pittore così moderno si potesse celare un bel po’ d’accademico?”, con cui presenta ai lettori il nuovo manuale nella rivista Kunst für alle del 1908.

È ovvio che la ‘grammatica artistica’ di Corinth sia caratterizzata da una grande capacità di offrire una nuova lettura della classicità e della didattica tradizionale. Il manuale non costituisce invece una nuova forma di accademismo. Ed è forse questo il motivo per il quale il volume è ancora oggi in commercio.

L’articolo di Leistikow fu l’ultimo della sua vita. Nel 1908 si uccise, sotto la pressione di una malattia allora incurabile – la sifilide – che si stava aggravando e che lo aveva ormai costretto a vivere in un sanatorio. Corinth ne pubblicò la biografia, nel 1908. Ne parleremo in un prossimo post.

NOTE

[70] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 27

[71] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 27

[72] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 32

[73] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 32

[74] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 35

[75] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 28

[76] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 51

[77] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 51

[78] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 51

[79] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 39

[80] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 40-41

[81] Zimmermann, Michael F. – Lovis Corinth, citato

[82] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p.40

[83] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 49

[84] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 55

[85] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 42

[86] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 55

[87] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 55

[88] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 62

[89] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 62

[90] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 56

[91] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 56

[92] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 56

[93] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 57

[94] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 57

[95] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 62

[96] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 57

[97] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 57

[98] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 46

[99] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 62

[100] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 62

[101] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 63

[102] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 48

[103] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 9. Si veda anche pagina 47.

[104] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 73

[105] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 73

[106] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 74

[107] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 74. Ripetuto anche a pagina 81-82.

[108] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 73

[109] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 74

[110] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 74

[111] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 75

[112] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 75

[113] Corinth, Lovis - Das Erlernen der Malerei, citato, p. 82

Nella stessa serie


2) Max Pechstein, Erinnerungen ('Memorie')

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