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venerdì 3 ottobre 2014

Francesco Mazzaferro. 'I Maestri dell'Arte parlano d'Arte': un'antologia sovietica di letteratura artistica

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Francesco Mazzaferro
'I Maestri dell'Arte parlano d'arte'
un'antologia sovietica di letteratura artistica



Qualche giorno fa sono riuscito ad acquistare, grazie a internet e al rivenditore ozon.ru, la seconda edizione di unantologia sovietica di fonti di storia dell’arte. Si tratta di un’opera imponente, in sette tomi, pubblicata tra il 1965 e il 1970, con più di 3900 pagine, 790 illustrazioni e, per la precisione, 314 capitoli dedicati a singoli artisti. In realtà i tomi sono otto (il quinto tomo è stato pubblicato in due volumi). L'antologia è pubblicata dall’editore moscovita – Искусство (Arte) [1] – , fondato nel 1933. Arte è stata per decenni la casa editrice del regime comunista specializzata in editoria artistica. All'epoca ogni volume costava 2 rubli, una cifra che oggi è, in termini nominali, minore a 5 centesimi di euro, ma sicuramente non eccessiva nemmeno in quegli anni.

L'antologia si intitola “Мастера искусства об искусстве”: letteralmente “I maestri dell’Arte sull’Arte” (per estensione 'I Maestri dell'Arte parlano d'Arte').  Il sottotitolo specifica che si tratta di “Избранные отрывки из писем, днебникоб, речей и трактатов в семи томах” e dunque di “Estratti di lettere, diari, discorsi e trattati in sette tomi”. L’antologia copre l’intero arco della storia dell’arte dal medioevo al 1917, anno della rivoluzione d’Ottobre.

Un'immagine della prima edizione dell'Antologia.
Fonte http://www.liveinternet.ru/users/sova-books/post183708026/


L’ambizione del progetto (anche in termini di copertura geografica delle testimonianze letterarie) è esemplificata dall’inclusione, fin dal primo volume, di testi indù e cinesi dei secoli contemporanei al nostro medioevo, seguiti da altri arabi e persiani. Solo alla fine del primo tomo appaiono le prime fonti europee.

E' ovvia l’attenzione particolare dedicata all’arte dei popoli dell’Unione Sovietica, i cui testi sono compresi nel sesto e settimo volume, quasi a segnalarne il ruolo di epilogo della storia universale delle fonti di storia dell’arte. E' chiara anche la scelta di porre un limite simbolico all'antologia: il 1917 come anno della rivoluzione russa. I testi presentati appartengono quindi all'era precedente alla nascita dell'era comunista. Se la prima edizione (uscita nella seconda metà degli anni Trenta) si trovava oggettivamente molto a ridosso della conclusione cronologica dell'antologia, la seconda - che pure ne costituisce una versione allargata - non si spinse oltre le colonne d'Ercole della caduta del potere degli Zar.

Un'immagine della prima edizione dell'Antologia
Fonte http://www.liveinternet.ru/users/sova-books/post183708026/

Chiara la ragione della forte presenza di arti dell’Europa centrale (soprattutto l’Ungheria), che, nel secondo dopoguerra, apparteneva all’area di influenza dell’URSS. Ampia comunque la copertura di artisti da Italia, Francia e Germania, mentre anche artisti da Spagna, Gran Bretagna e dal mondo fiammingo sono ben rappresentati. Quasi assenti invece gli Stati Uniti (ahimè, la guerra fredda si giocava anche in questo campo). Notevole, a mio parere, il fatto che vi siano capitoli su artisti notoriamente di destra, come Emil Nolde in Germania e Maurice Denis in Francia.

La prima edizione dell'antologia era in quattro tomi; questa seconda, come detto, in sette (divisi in otto volumi) con allargamento ed inclusione di testimonianze provenienti da tutto il mondo, e revisione delle traduzioni precedenti. Più che di una seconda edizione si tratta, di fatto, di una nuova antologia; l’opera risale al primo quinquennio brezneviano (Breznev andò al potere nel 1964 e lo conservò fino alla morte, nel 1982): un periodo in cui era viva la percezione che il mondo sovietico potesse economicamente competere e addirittura imporsi su quello delle liberal-democrazie occidentali. Sono gli anni della primavera di Praga, ma anche dell’estensione dell’area di influenza globale, in Africa, Asia e America Latina (a cui non a caso corrisponde un allargamento dell'antologia). Si trattò di una percezione errata, ma non si può negare che negli anni 60-70 il divario tra il livello di benessere assicurato dai due modelli politici e sociali fu assai più ridotto di quel che sarebbe poi stato negli anni 80-90. 

Non vi è dubbio che l’opera rispondesse a precisi obiettivi del regime comunista. Si è già fatto riferimento in un altro post che – a partire dal Neo-rinascimento staliniano – la pubblicazione dei trattati di architettura rinascimentali italiani era giustificata nell’URSS da ragioni di identità interna ed esterna: negli anni trenta occorreva legittimare il nuovo stile architettonico imperiale di Mosca (come capitale non solamente di un impero regionale assai vasto, ma di una superpotenza mondiale) e la pubblicazione delle fonti di storia dell’arte (in quel caso, l’intero corpus dei trattati di architettura rinascimentali) aveva precisi obiettivi ideologici di restaurazione del classicismo contro l’avanguardia russa, che aveva dominato nel primo decennio dalla rivoluzione. L’epoca dell’autonomia di pensiero, del costruttivismo d’avanguardia, era terminata, e paradossalmente i trattati rinascimentali ne decretavano la fine, con un funerale di prima classe. L’antologia “I Maestri dell’Arte parlano di Arte” include solamente pittura, scultura e disegno (escludendo quindi l’architettura, per sua natura più 'politica' delle restanti discipline). Eppure sia la prima edizione (del periodo staliniano)  sia la seconda (brezneviana) dovevano sicuramente essere state vagliate, autorizzate ed addirittura sostenute ai massimi livelli della politica. 

Un'immagine della prima edizione dell'Antologia
Fonte: http://www.liveinternet.ru/users/sova-books/post183708026/

Quali furono gli obiettivi? Quali i criteri di selezione dei testi degli artisti? Quali gli orientamenti estetici? Vi furono differenze fondamentali tra la valutazione staliniana e quella brezneviana? Spero che tra i lettori vi possano essere alcuni in grado suggerire studi o articoli in proposito.

E' assai probabile che l’opera intendesse offrire anche un contributo scientifico originale, una lettura del fenomeno delle fonti di storia dell’arte che fosse in linea con le teorie estetiche del marxismo-leninismo, del materialismo storico, della lettura sociale della storia dell’arte. Dunque, forse, l’antologia offriva una lettura alternativa a quella occidentale, caratterizzata dalla prevalenza dell’idealismo crociano nell’opera di Julius von Schlosser negli anni 1914-1924.

I curatori dell'antologia sono quattro: Alexander Andreyevich Huber (Александр Андреевич Губер) (1902-1961), un orientalista di origine ucraina [2]; Alekseĭ Aleksandrovich Fiodorov-Davydov [3] (Алексей Александрович Фёдоров-Давыдов) (1900-1969), uno storico dell’arte russa e sovietica; János Mácza [4] (in russo. Ivan Lyudvigovich Maza - Иван Людвигович Маца) (1893-1974) un ungherese emigrato a Mosca nel 1923, critico d’arte e teorico dell’estetica, specialista delle avanguardie; Viktor Nikolaevich Graschenkov [5] (Виктор Николаевич Гращенков) (1925-2005), studioso del rinascimento italiano.

Vi sono peraltro altri nomi che compaiono con riferimento ai singoli tomi. Il primo, ad esempio, (dedicato al Medioevo ed edito nel 1965) è curato da Huber e dall’archeologo Vsevolod Vladimirovich Pavlov (Всеволод Владимирович Павлов) (1898-1972); il secondo tomo sul Rinascimento (1966) e il terzo tomo sul XVII e XVIII secolo (1967) da Huber e Graschenkov; il quarto tomo sul XIX secolo (1967) e il quinto tomo – in due volumi – sulla fine del XIX e l’inizio del XX secolo (1969) da Mácza e dalla critica d’arte Nina Viktorovna Iavorskaia (Нина Викторовна Яворская) (1894-1970), specialista dell’arte francese; il sesto tomo sull’arte dei popoli dell’Unione Sovietica fra il XIV e il XIX secolo (1969) e il settimo tomo sull’arte dei popoli dell’Unione Sovietica nel XIX-XX secolo (1970) da Fiodorov-Davydov, che però morì nel corso del 1969. È inoltre ovvio che molti altri studiosi partecipino all’antologia, selezionando i brani e assicurando le traduzioni dei testi pubblicati.

La nostra percezione è che l'antologia costituisca un’opera importante, sia per comprendere le fonti della storia dell’arte – soprattutto per quei paesi e stili meno coperti nella letteratura dell’Europa occidentale – sia per conoscere meglio l’Unione Sovietica della seconda metà degli anni sessanta, comprese le sue politiche sull’arte e l’estetica. Ci pare quindi opportuno promettere di analizzarla con maggiore profondità in futuro ed offrire intanto la traduzione della pagina introduttiva ai sette volumi. Non posso escludere errori di traduzione. Pubblicando anche il testo russo, offro la possibilità di correggere imprecisioni. Grazie in anticipo per qualsiasi segnalazione.


INTRODUZIONE (in russo)

Для сборников "Мастера искусства об искусстве" использованы  материалы разного рoда: письма, речи, статьи, трактаты, мемуары, судебные документы й т.д. - но только те, где содержатся высказывания живописцев, скульптуров и графиков об искусстве.Такие подлинные слова мастеров проливают дополнительный свет на их творчество й служat драгоценныим материалом для характеристики художественной жизнии разных  стран и эпох. 
Не все художники в одинаковой мере полсовались словом для изложения своих взглядов но искусство. Леонардо да Винчи, Дюрер, Хогарт, Крамской, Репин, например, оставили громадное литературное наследство, тогда  как Тициан, Ватто, Генсборо, Чардин - почти ничего. C другой стороны, художники, подчас не сыгравшие заметной роли в искусстве своими творчеством, снискали широкую известность литературными трyдами - таковы Ченнино Ченнини, Паоло Пино, Гианпаоло Ломаззо и многие другие. Они вводыат наc в круг художественных интересов своево времени и своево общества.

Предшествующее издание "Мастеров искусства об искусстве", вышедшее в 1936-1939 годях в четырех томах под редакцей Д.Е. Аркина и Б.Н.Терновца, давно стало библиографической редкостыо. Настоящее издание, подготовка к которому началась еще вместе c покойным Д.Е.Аркиным (он скончался в 1957 году), ставит  своей целыо не только восполнит этот пробел, но включить ряд материалов, не вошедших в предшествующее издание. 


Дополнительно введены целые разделы по искусству Индии, Китая, Японии, Ближнего и Среднего Востока, документы, освещающие творчество средневековых мастеров Западной Европы и России, а также высказывания многих художников, не представленных ранее (Мартинес, Паломинио, Блейк, Лоуренс, русские художники конца 19-начала 20 века, художники народов СССР у др.) Переводы пересмотрены заново; в в некоторых случаях они заменены новыми, либо исправлены. Поясненя к текстам - краткие предисловия к разделам и примечания к переводам - ограничены только самыми необходимыми сведениями. Они ни в какой мере не претендуют на систематическое изложение художественных взглядов всей эпохи или отдельных мастеров. Их задача более cкромная и чисто служебная - помочь читателю правилно ориентироватся в тех литературных дохументах, которые собраны в настоящем издании:


Структура всего издания cледующая:

Том 1 - мастера искусства цредних веков.
Том 2 - мастера искусства эпохи Bозрождения.
Том 3 - мастера ислусства Западной Европы 17-18 веков.
Томы 4 и 5 - мастера искусства 19-начала 20 века.
Томы 6 и 7 - мастера искусства народов СССР (с древнейших времен до 1917 года). 


INTRODUZIONE (in italiano)

Per la raccolta dei "Maestri dell'Arte sull'Arte" sono utilizzati materiali di diversa natura: lettere, discorsi, articoli, trattati, memorie, atti giudiziari, ecc., ma solo a condizione che contengano dichiarazioni di pittori, sculture e disegnatori sull’arte. Queste parole autentiche dei maestri proiettano una nuova luce sulle loro creazioni e forniscono un materiale prezioso per la caratterizzazione della vita artistica in diversi paesi ed epoche.

Non tutti gli artisti si servirono ugualmente della parola per esprimere le loro opinioni. Leonardo da Vinci, Dürer, Hogarth, Kramskoj, Repin, per esempio, hanno lasciato un enorme patrimonio letterario, mentre Tiziano, Watteau, Gainsborough, Chardin quasi nulla. D'altra parte, alcuni artisti nonostante non abbiano affatto giocato alcun ruolo significativo nella arte grazie a loro creazioni, hanno guadagnato la fama per mezzo di opere letterarie - come Cennino Cennini, Paolo Pino, Gianpaolo Lomazzo e molti altri. Essi ci introducono nella sfera degli interessi artistici del loro tempo e della loro società.

La precedente edizione dei "Maestri dell'Arte sull’Arte", pubblicata nel 1936-1939 in quattro tomi sotto la redazione di D.E. Arkin e B.N.Ternovez, era da tempo divenuta una rarità bibliografica. Questa edizione, la cui preparazione era iniziata già grazie allo scomparso D.E.Arkin (morì nel 1957), ha l’obiettivo non solamente di riempire questa mancanza, ma include un certo numero di temi, non compresi nell'edizione precedente. Sono state aggiunte intere sezioni sull'arte di India, Cina, Giappone, Vicino e Medio Oriente, i documenti relativi ai lavori dei maestri medievali dell'Europa occidentale e della Russia, nonché le dichiarazioni di molti pittori non presenti precedentemente (Martinez, Palomino, Blake, Lawrence, artisti russi del tardo XIX e dell’inizio del XX secolo, gli artisti provenienti da altri popoli dell'URSS). Le traduzioni sono state di nuovo riviste; in alcuni casi sono state sostituite con nuove, più corrette. Per capire i testi, una breve prefazione è stata inclusa a ogni sezione e note alle traduzioni - limitate alle sole informazioni essenziali. Esse non pretendono in alcun modo di offrire una presentazione sistematica delle opinioni estetiche di un'intera epoca o di singoli artisti. Il loro modesto compito è puramente di utilità - per contribuire a orientare correttamente il lettore a quei documenti letterari che sono inclusi in questa pubblicazione:

Questa è la struttura dell’edizione:
Volume 1 – I maestri dell'arte medievale.
Volume 2 – I maestri del rinascimento.
Volume 3 – I maestri dell’Europa occidentale nel XVII e XVIII secolo.
Volumi 4 e 5 – I maestri del XIX e XX secolo.
Volumi 6 e 7 – I maestri dei popoli dell'URSS (dall’antichità fino al 1917).


NOTE 


[2] I dati biografici di Huber su wikipedia russa, e su wikipedia ucraina.

[3] I dati biografici su Wikipedia 

[4] I dati biografici su Wikipedia ungherese.

[5] I dati biografici su Wikipedia 




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