Pagine

martedì 3 marzo 2020

Laura Arias Serrano. Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea. Parte Prima


English Version

Laura Arias Serrano
Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea [Le fonti di storia dell'arte nell'epoca contemporanea]


Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pages

Recensione di Francesco Mazzaferro. Parte Prima

Figura 1) La copertina dell'opera

Quella curata da Laura Arias Serrano (1956-), titolare della cattedra di Storia dell’arte contemporanea alla Universidad Complutense de Madrid, è un’ottima bibliografia ragionata dedicata alla letteratura artistica degli ultimi tre secoli: curiosamente, non ne esistono molte nel mondo ed è giusto segnalare l’opera come simbolo della particolare fortuna che lo studio della letteratura artistica ha conosciuto nel mondo iberico a partire dalla seconda metà del Novecento.  

Il volume è stato pubblicato nel 2012 a Barcellona dalle Ediciones del Serbal, casa editrice specializzata nel campo delle arti e della cultura. Diciamo subito che una recensione che dia davvero merito al volume è impossibile. Le 750 pagine dell’opera si leggono con grande entusiasmo e suggeriscono un’infinità di spunti, perché offrono un’idea completa e ben organizzata delle pubblicazioni e degli altri materiali disponibili al pubblico sul tema a cui è dedicato questo blog. La bibliografia è ovviamente pensata per gli spagnoli, e privilegia quindi le edizioni in lingua; quando non ve ne siano, sono citate fonti in inglese, italiano e francese. Un unico appunto, per chi voglia ricostruire la storia della letteratura artistica, è che – per scelta dell’autrice – la bibliografia considera sempre l’ultima edizione dei testi, e dunque non analizza la storia editoriale precedente delle pubblicazioni [1]. Ma forse si sarebbe chiesto troppo e il volume si sarebbe avvicinato al migliaio di pagine.

Le prime 122 pagine sono dedicate alla scienza delle fonti della storia dell’arte (Aproximación teórica a las fuentes - Un approccio teorico alle fonti). Seguono cinquecento pagine di bibliografia ragionata e riccamente commentata (Las fuentes en su contexto histórico), che ci offrono un’immagine precisa della letteratura scientifica disponibile nel mondo di lingua spagnola a proposito di:
  • Testi estetici e storiografici
  • Testi teorici degli artisti
  • Scritti teorici sull’architettura
  • Riviste d’arte
  • Fonti di carattere tecnico e scientifico
  • Fonti di carattere bibliografico
  • Fonti letterarie o di pura invenzione
  • La critica d’arte. I musei, il collezionismo e il mercato dell’arte
  • Cataloghi, inventari e altre fonti documentali
  • Descrizioni artistiche e iconografiche
  • Fonti non scritte: grafica, materiali fisici ed audiovisivi
Per ognuna di queste sezioni i materiali sono presentati in ordine cronologico, a partire dal Settecento fino a oggi. E qui va detto che l’autrice utilizza una periodizzazione ben conosciuta in Europa continentale (con la suddivisione in evo antico, medievale, moderno fino alla rivoluzione francese e contemporaneo da lì in poi), ma estranea alla cultura anglosassone, dove tutto ciò che è relativamente recente è moderno e contemporaneo. Oggi la terminologia inglese è prevalente nel mondo dell’arte e dunque bisogna saper costruire una tavola delle concordanze. Generalmente, si parla infatti di modern art per indicare ciò che che coincide o segue la nascita dell’impressionismo, e di contemporary art per distinguere la produzione dei decenni più recenti. Nell’opera di Lucia Arias Serrano, invece, il termine moderno si riferisce alla fase storica dal XV alla prima parte del XVIII secolo (dalla scoperta delle Americhe alla fine dell'Ancien Régime), mentre noi siamo ancora parte di un periodo continuo (l’evo contemporaneo) che inizia con l’illuminismo e la rivoluzione francese e non si è ancora concluso.


Un approccio teorico alle fonti

La prima parte del volume è divisa in tre capitoli. Il primo è dedicato alle a fonti e tecniche di studio delle fonti da parte dalla critica. Il secondo discute le fonti e le loro tipologie. Il terzo dettaglia il ruolo delle fonti nello sviluppo della critica d’arte. Mi concentrerò in particolare sui primi due capitoli, perché essi spiegano la categorizzazione scelta dall’autrice per la bibliografia ragionata.


Le fonti e il loro studio

Definizione
Non vi può essere indagine storiografica di qualsiasi tipo – così si apre il volume – senza fonti. Per la storia dell’arte (rispetto alle altre discipline storiografiche) lo studio delle fonti ha tuttavia caratteristiche specifiche. Laura Arias Serrano osserva infatti, ispirandosi a Hermann Bauer (1929-2000), studioso tedesco del metodo storiografico su questioni di belle arti, che mentre nel caso della storia in generale le fonti documentano eventi non più osservabili, le fonti di storia dell’arte si riferiscono il più delle volte ad opere d’arte esistenti e osservabili. E qui va detto che l’autrice e Bauer peccano forse di ottimismo: se dal Settecento in poi gran parte delle opere è ancora esistente (ma molto è andato distrutto perché considerato non bello, per degrado oppure per motivi bellici), la maggior parte delle opere dei secoli precedenti è in realtà andata persa. 
La definizione di ‘fonte’ adottata dall’autrice è ampia. Vi è però una condizione che a ognuna di esse si deve applicare: si deve trattare di un’evidenza contemporanea alla produzione dell’opera d’arte: “Sulla base di quel che si è detto, è chiaro che quando parliamo di fonti, ci riferiamo a tutto questo insieme di informazioni contemporanee e vicine all’epoca in cui ha avuto luogo l’evento artistico che studiamo. Le fonti sono pertanto – oltre all’opera d’arte stessa – le opinioni o gli scritti degli artisti o gli scritti dei contemporanei senza dimenticare tutti quei documenti che ci portano informazioni normative o legali, e che servono ad avvalorare alcuni dati specifici sopra il tema di studio. Inutile dire che il requisito di contemporaneità non impedisce al ricercatore di esercitare sopra tutte queste fonti un rigoroso sforzo critico per controllarne valore e autenticità” [2]. Le opere più recenti appartengono invece alla categoria del ‘materiale bibliografico’ [3].
In questa prima parte Laura Arias Serrano fa riferimento a concetti generalissimi (che raffina e modifica nel capitolo successivo). Secondo Bauer l’opera d’arte è la fonte primaria e originaria, che “ha valore in sé ed esiste indipendentemente dal resto delle fonti” [4]. Queste ultime (utilizzando la terminologia della professoressa Mireia Freixa [5], famosa studiosa vivente del modernismo in Spagna) sono per definizione fonti complementari [6]. Ogni indagine deve dunque sempre iniziare da uno studio formale delle fonti primarie, “identificandole nel tempo e nello spazio” [7]. Per questa identificazione, l’approccio documentale basato su fonti (prime fra tutte immagini d’archivio, come disegni e foto, e poi altri materiali, come inventari, cataloghi, riferimenti documentali e bibliografici, ecc…) secondo la Freixa può assistere, ma mai “sostituire l’enorme quantità di informazioni che offre un’opera d’arte conservata in situ, il cui esame diretto può portare nuovi dati come modificare un’attribuzione, definire una scuola o stabilire una nuova cronologia” [8]. Vi è dunque – come nell’epoca dei grandi conoscitori dell’Ottocento – un’enfasi sull’esame visivo in prima persona (l’autopsia, anche se questo termine non viene qui usato) dell’opera.

Una volta identificata correttamente l’opera, si può procedere alla sua “contestualizzazione e interpretazione (…)  consultando l’insieme delle fonti del suo ambiente: la trattatistica, la filosofia, il pensiero, la politica, l’economia, ecc.. che facendo parte della mentalità di un’epoca influiscono decisivamente nella configurazione dell’opera, aiutando in tal modo a chiarire il ruolo che l’oggetto artistico ha in relazione al processo storico” [9].

Fig. 2) Tre opere di teoria della storia dell’arte citate da Laura Arias Serrano. Da sinistra a destra: (i) Introduzione alla storia dell’arte. I fondamenti teorici e i linguaggi artistici, a cura di Mireia Freixa e altri autori (1990); (ii) Come studiare l’arte contemporanea, dell’italiano Enrico Crispolti, qui in edizione spagnola (2001); (iii) Teoria dell’arte di Gonzalo Borras Gualis (1996)


Vi è ovviamente il pericolo, adottando l’idea che le fonti siano semplicemente strumenti complementari, di svalutarne l’importanza. Tale rischio è attenuato – anche grazie all’insegnamento dell’italiano Enrico Crispolti (1933-2018), teorico dello studio dell’arte contemporanea – dalla considerazione che condurre una ricerca di storia dell’arte ignorando le fonti è inconcepibile a partire dalla pubblicazione del manuale di Julius von Schlosser (1866-1938), che adotta strumenti euristici, critici ed ermeneutici tipici della filologia classica. E tuttavia l’autrice si ispira in particolare a uno studioso tedesco di ermeneutica ancora precedente a Schlosser, ovvero Johann Gustav Droysen (1808-1884). Quest’ultimo teorizza che, per porre le opere d’arte nel loro contesto storico, si debbano percorrere tre passi:

- La ricerca (…) dei documenti, materiali o fonti (…), cui si dà il nome di euristica.
- Lo studio critico del materiale, ovvero la critica.
- L’interpretazione di tale materiale, che si chiama ermeneutica
” [10].

L’euristica consente di identificare “resti, monumenti e fonti”. I resti (in tedesco Überreste, in spagnolo Restos) sono quegli oggetti (opere d’arte, scritti, documenti, ecc..), modi di pensare e condizioni che derivano direttamente dal passato, ma sono ancora presenti e utilizzati ai nostri giorni. I monumenti si differenziano dai primi perché esistono ancora fisicamente, ma non hanno alcun uso presente. Le fonti – in questa accezione di Droysen, che risale a metà Ottocento – “sono le rappresentazioni o i ricordi, messi per iscritto, che si tengono del passato. Coloro che li scrissero avevano lo scopo di comunicare processi o eventi precedenti, evitando così di essere diluiti nell'oblio” [11]. 


Fig. 3) Le versioni spagnole dei testi di due grandi studiosi tedeschi. A sinistra: “Istorica (Lezioni di Enciclopedia e Metodologia della Storia” di Johann Gustav Droysen (1857-58), nell’edizione spagnola del 1983. A destra: La letteratura artistica di Julius von Schlosser (1924), nell’edizione spagnola del 2007.


Il secondo passo – lo studio critico del materiale reperito dallo studioso tramite l’euristica – ci consente di valutarne la qualità: è affidabile e ci consente di rispondere ai nostri quesiti? [12] La critica di “resti, monumenti e fonti” si può e deve concentrare su aspetti diversi: l’autenticità, la giusta sequenza storica, la correttezza del contenuto. Una volta verificata l’affidabilità, il materiale deve essere ordinato criticamente. Le fonti possono infatti portare a gravi distorsioni, soprattutto quando enfatizzano aspetti che non corrispondono a verità. Citando Bauer, l’autrice prende nota che “lo studio delle fonti è la dottrina dell’impiego delle notizie al fine di chiarire un oggetto. La critica delle fonti è la verifica del valore e della forza espressiva di queste notizie” [13]. Anche secondo Gonzalo Borras Gualis (1940-2019), un altro teorico dell’arte spagnolo citato dall’autrice, le relazioni tra testo scritto e opera d’arte debbono essere “accuratamente corroborate e incrociate con altre fonti di informazione” [14].


Fig. 4) Due altri classici della cultura tedesca citati da Laura Arias Serrano in versione spagnola. A sinistra: La storiografia dell’arte di Hermann Bauer (1976) nell’edizione spagnola del 1980. A destra: Verità e metodo di Hans-Georg Gadamer (1960) in una fra le molte traduzioni spagnole (qui del 2017).


Il terzo e ultimo stadio è l’ermeneutica, il momento dell’interpretazione. Qui, sia sulla scia di Bauer come storico dell’arte sia su quella di Hans Georg Gadamer (1900-2002) come filosofo (con il suo Verità e metodo (Wahrheit und Methode, 1960), l’approccio della studiosa spagnola è quello di uno studio fedele, neutrale, dove l’analisi del testo (sia esso scritto oppure audiovisivo) non può mai tradirne la sostanza: lo studioso non si può interporre tra il testo e il lettore.


Le fonti e le loro tipologie

Passiamo ora al secondo capitolo. Rispetto alla trattazione di Schlosser, Laura Arias Serrano sente la necessità di una rispettosa revisione. Lo studioso austriaco – qui citato nella traduzione italiana del 1935 – scrive nel 1924: “Il concetto stesso della scienza delle fonti ha bisogno di una limitazione: si intendono qui le fonti scritte, secondarie, indirette; soprattutto quindi, nel senso storico, le testimonianze letterarie, che si riferiscono in senso teorico all’arte, secondo il lato storico, estetico o tecnico, mentre le testimonianze per così dire impersonali, iscrizioni, documenti e inventarii, riguardano altre discipline e possono qui essere materia soltanto di un’appendice” [15]. È un approccio in linea con il modo di pensare di cento anni fa, e che si spiega anche con il fatto che l’indagine dello Schlosser termina, cronologicamente, esattamente là dove si avvia il volume della studiosa spagnola.

Nuovi generi letterari che si impongono nell’Ottocento (come il romanzo), la diffusione dei manifesti programmatici di artisti e letterati, la diffusione di nuove tecnologie fotomeccaniche di stampa e infine le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione sono alcune delle ragioni che impongono un ripensamento. Se dunque Schlosser ha il merito di aver organizzato in modo sistematico lo studio delle fonti, il suo metodo è sostanzialmente inefficace se applicato agli ultimi tre secoli.

Quale alternativa adottare? L’autrice propone di percorrere in parallelo tre strade.
  • Una classificazione basata sul tipo di informazione contenuta nella fonte.
  • Un secondo criterio, basato sull’ “origine o paternità della fonte” [16].
  • Un terzo criterio, centrato sulla “natura fisica” della fonte [17]. 

Il contenuto delle fonti

The authoress identified seven categories: (1) theoretical sources; (2) technical-scientific manuals; (3) historical and biographical sources; (4) literary sources or sources of pure invention; (5) critical sources; (6) artistic and iconographic descriptions; (7) sources of a documentary, regulatory or legal nature.


1) Fonte di carattere teorico
Appartengono a questo gruppo tutti i testi di natura trattatistica, “con una finalità normativa o speculativa, che si propongono più di teorizzare su un assunto che su aspetti di applicazione pratica” [18]. I temi possono essere i più disparati: “Estetica, disegno e pittura, iconografia, urbanistica, giardinaggio, scultura e plastica, disegno e pittura, iconografia, antichità, fonti storiografiche, ecc.” [19]. A partire dal XX secolo le fonti di carattere teorico si evolvono nella forma di proclami e manifesti (anche per effetto delle avanguardie), ma anche in “dialoghi, saggi, discorsi accademici, conferenze, atti di congresso e testi di cataloghi di esposizione” [20]. Se rimane la finalità di una discussione generale su un tema, il tono diviene più personale rispetto alla trattatistica. Tra le fonti teoriche vanno segnalati, infine, enciclopedie e dizionari su temi generali.

2) Manuali di carattere tecnico-scientifico

La forma può essere la stessa di quella precedente, ma la caratteristica è quella della finalità pratica, spesso concentrata su questioni specifiche: “Perspettiva, aritmetica, geometria e proporzioni; anatomia, fisiologia, biologia o psichiatria; ottica e cromatismo; tipografia; calendari; geologia o etnologia; territorio, urbanistica o costruzione architettonica; ingegneria militare e fortificazioni; tecniche di intaglio, modellistica e fusione; ceramica, oreficeria, arte del vetro, incisione e stampa; scenografia e tecniche teatrali” [21].

3) Fonti storiche e biografiche

Si tratta di documentazione storiografica, spesso su fatti precisi, che serve a contestualizzare ricerche di natura più propriamente artistica. Particolarmente importanti sono le biografie di “personaggi legati al mondo dell’arte (artisti, mecenati, clienti…). Spiccano per la loro importanza le biografie degli artisti, le autobiografie o memorie; e di natura più personale, le lettere o i carteggi, sia ufficiali sia informali, e i diari personali, come le interviste fatte ad artisti, familiari o amici” [22]. L’autrice segnala anche i dizionari degli artisti.

4) Fonti letterarie o d’invenzione

Sono opere prettamente letterarie scritte da artisti, cui appartengono non solamente “testi poetici, drammatici, di narrativa (romanzi), religiosi (mitologia, religione e periegetica), di esoterica e filosofia” [23], ma anche tradizioni orali. Vi sono poi forme intermedie, come Il romanzo d’artista, studiato da Francisco Calvo Serraller. In questo caso l’artista è protagonista di romanzi scritti da letterati e l’azione romanzata può essere più o meno fedele alla realtà. 


Fig. 5) Due opere di studiosi spagnoli citati da Laura Arias Serrano. A sinistra: Il romanzo d’artista: Immagini fittizie e realtà sociale nella formazione dell’identità artistica contemporanea, 1830-1850 di Francisco Calvo Serraller (1990). A destra: Teoria e metodologia della storia dell’arte di José Fernández Arenas (1982)


5) Fonti di carattere critico

Sono tutti i testi dove si esprime una valutazione sull’arte, a partire dalle critiche ai Salons parigini del primo Settecento. Quando il mercato da un lato e il grande pubblico dall’altro fanno irruzione nel mondo dell’arte, l’esistenza di una critica indipendente diviene fondamentale. Sorgono riviste specializzate, il linguaggio diviene al tempo stesso più comprensibile e personale.

6) Descrizioni artistiche e iconografiche
Le prime comprendono le guide di viaggio (reale o immaginario), le descrizioni di opere d’arte e monumenti (loro restauro e ripristino inclusi), la narrazione di visite di personaggi illustri, le commemorazioni. Le seconde vanno “dalle descrizioni di immagini ai suggerimenti sull'immaginazione” [24] e includono “rappresentazioni iconografiche moralizzanti, compilazioni, cataloghi o repertori tipologici, letteratura pedagogica illustrata” [25].

7) Fonti di carattere documentale, normativo o giuridico

Sono tutti i documenti ufficiali (spesso depositati in archivi storici), come protocolli notarili (vendite e acquisti, testamenti, donazioni, inventari), atti catastali, inventari e cataloghi di collezioni e musei, libri mastri e registrazioni contabili, atti dei concorsi pubblici, resoconti di danni bellici, ecc. Di solito - aggiunge Laura Arias Serrano, citando José Fernández Arenas (1930-2015) - i documenti devono seguire cronologicamente le opere d’arte per poter contribuire a confermare ipotesi di lavoro che derivano dall’analisi interpretativa (“prima il monumento poi il documento” [26]). L’autrice sottolinea la necessità di considerare la ricerca d’archivio come disciplina sussidiaria, e non come parte centrale della storia dell’arte (che si deve basare in primo luogo sulle opere).


L'origine delle fonti

In linea di principio, quanto più una fonte è cronologicamente prossima all’origine di un’opera, tanto più è credibile. “Tale prossimità completa e arricchisce il criterio precedente (il contenuto)” [27].

Fig. 6) Quattro studi sul metodo citati da Laura Arias Serrano. Da sinistra verso destra: (i) Tecniche di ricerca e documentazione. Norme ed esercizi, di Javier Lasso de la Vega (1980); (ii) Come scrivere su arte e architettura di Juan Antonio Ramirez (1999); (iii) Tesi di laurea e lavori di ricerca scientifica: metodologia generale e documentazione di Restituto Sierra Bravo (1986); (iv) Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco (1977), qui nella versione spagnola del 2001

Qui l’autrice presenta due differenti criteri di discrimine, che sono diversamente utilizzati dai critici. Arias Serrano differenzia prima tra fonti primarie e secondarie, e poi tra fonti dirette e indirette. Mi sembra importante sottolineare che il concetto di ‘fonte primaria’ è qui diverso da quello categorizzato da Mireia Freixa e Hermann Bauer (si veda sopra), che considerano l’opera d’arte stessa come l’unica fonte primaria. Altri studiosi spagnoli, come il documentarista Javier Lasso de la Vega (1892-1990), il sociologo Restituto Sierra Bravo (1923-) e lo storico dell’arte Juan Antonio Ramírez (1948-2009), utilizzano definizioni egualmente divergenti. Tra gli studiosi stranieri, l’autrice cita quella – anch’essa divergente da tutte le altre – di Umberto Eco (1932-2016).

1) Fonti primarie o secondarie

In assenza di criteri uniformi, Laura Arias Serrano propone dunque la sua definizione.

Sono fonti primarie – secondo l’autrice – tutte quelle che hanno origine dall’artista oppure dalle cerchie ristrette delle sue conoscenze. Esse comprendono dunque (ma non si esauriscono con) le stesse opere d’arte, ma anche “le informazioni fornite dai protagonisti della nostra indagine: l’artista e il suo ambiente; soprattutto, e per quel che riguarda l’artista, le sue dichiarazioni orali o scritte, i suoi testi teorici, gli appunti di lavoro, le pubblicazioni, gli scritti letterari o d’invenzione, le lettere, le descrizioni iconografiche, i commenti critici sulle creazioni dei colleghi, i disegni o gli schizzi, ecc.” [28]. Le fonti che derivano direttamente dall’artista “ci parlano dell’ideologia e della psicologia dell’autore” [29], anche se debbono “essere sottoposte a una verifica incrociata” [30]. Non vanno esclusi anche gli scritti di contemporanei che sono parte degli stessi circoli: “familiari, amici, protettori e committenti, altri artisti, teorici, studiosi di estetica, critici d’arte, letterati” [31]. Sono fonti primarie anche contratti con incarichi e vendite, altri documenti legali, ma anche “cataloghi, inventari, reportage illustrati o audiovisuali che aggiungono informazione scritta, grafica o sonora sulla sua opera” [32].

La definizione di fonte primaria secondo Laura Arias Serrano si estende alle “fonti d’ispirazione per l’artista” [33]. Qui si intendono “la tradizione dell’officina” [34] come pure “le testimonianze scritte tratte da un artista o committente che possa influenzare l'opera” [35], ma anche “in che modo una formula pittorica di un particolare trattato pittorico possa influenzare un dipinto” [36] o come “la letteratura stessa (il romanzo o la poesia) possa servire di stimolo per l'artista, sia attraverso le sue illustrazioni che i suoi contenuti” [37]. Anche le condizioni a cui gli artisti sono direttamente esposti (le guerre, le epidemie) sono fonti primarie.

Sono invece fonti secondarie quelle che hanno origine da altri studiosi (e appartengono dunque alla letteratura critica), anche quando risalgono al medesimo periodo storico. Possono essere testi generali sull’epoca, oppure su questioni d’arte oppure specifici sulla vita e la produzione degli artisti. Appartengono alle fonti secondarie anche gli studi critici di terzi sulle fonti primarie, come ad esempio le analisi scientifiche sugli scritti degli artisti. 

2) Fonti dirette o indirette

La distinzione tra fonti dirette o indirette è diversa da quella precedente. Vi possono dunque essere autori (vedremo Bauer e Crispolti) che hanno una loro definizione di fonti primarie/secondarie e di fonti dirette/indirette.

Bauer, per esempio, parla di fonti dirette quando – oltre a essere contemporanee – fanno riferimento preciso all’oggetto di studio: una lettera di un pittore è una fonte diretta quando documenta l’inizio o la conclusione di un quadro su cui si concentra l’attenzione dello storico, mentre è indiretta quando documenta le sue opinioni più generali sull’arte, la sua esperienza e la sua ispirazione, senza aggiungere informazione su l’opera in questione. Per Crispolti le fonti dirette sono solamente le opere, mentre ogni altra fonte è indiretta.


La natura fisica delle fonti

Laura Arias Serrano identifica quattro categorie: (1) fonti scritte; (2) fonti grafiche; (3) fonti tangibili o materiali e (4) fonti audiovisive.


Fine della Parte Prima

NOTE


[1] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea, Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pagine. Si veda la nota 1 a pagina 17.

[2] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 22.

[3] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 23.

[4] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 31.

[5] Viene citato in particolare: Introducción a la historia del arte. A cura di Mireia Freixa, Eduard Carbonell, Vicenç Furió, Pilar Vélez, Fredereic Vilà, Joaquín Yarza. Barcellona, Barcanova, 1990, 331 pagine.

[6] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 24.

[7] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 25.

[8] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 26.

[9] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 26.

[10] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 27.

[11] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 29.

[12] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), pp. 29-30.

[13] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 31.

[14] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 31.

[15] Schlosser, Julius von - La letteratura artistica. A cura di Filippo Rossi, Firenze, 1964, 792 pagine. Citazione a pagina 1.

[16] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 41.

[17] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 41.

[18] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), pp. 41-42.

[19] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 42.

[20] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 42.

[21] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 42.

[22] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 43.

[23] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 43.

[24] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 44.

[25] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 44.

[26] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[27] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[28] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[29] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[30] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[32] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[33] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[34] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[35] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[36] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.

[37] Arias Serrano, Laura  - Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea (citato), p. 48.



Nessun commento:

Posta un commento