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Laura Arias Serrano
Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea [Le fonti di storia dell'arte nell'epoca contemporanea]
Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pages
Recensione di Francesco Mazzaferro. Parte Prima
Las fuentes de la historia del arte en la época contemporánea [Le fonti di storia dell'arte nell'epoca contemporanea]
Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pages
Recensione di Francesco Mazzaferro. Parte Prima
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Figura 1) La copertina dell'opera |
Quella curata da Laura Arias Serrano (1956-), titolare della cattedra di Storia dell’arte contemporanea alla Universidad Complutense de Madrid, è un’ottima
bibliografia ragionata dedicata alla letteratura artistica degli ultimi tre
secoli: curiosamente, non ne esistono molte nel mondo ed è giusto segnalare
l’opera come simbolo della particolare fortuna che lo studio della letteratura
artistica ha conosciuto nel mondo iberico a partire dalla seconda metà del
Novecento.
Il volume è stato pubblicato nel 2012 a Barcellona dalle Ediciones
del Serbal, casa editrice specializzata nel campo delle arti e della cultura.
Diciamo subito che una recensione che dia davvero merito al volume è
impossibile. Le 750 pagine dell’opera si leggono con grande entusiasmo e
suggeriscono un’infinità di spunti, perché offrono un’idea completa e ben
organizzata delle pubblicazioni e degli altri materiali disponibili al pubblico sul tema a cui è dedicato questo blog. La bibliografia è ovviamente pensata per gli spagnoli, e privilegia quindi le edizioni in lingua; quando non ve ne siano, sono citate fonti in inglese, italiano e francese. Un unico appunto, per chi
voglia ricostruire la storia della letteratura artistica, è che – per scelta dell’autrice – la bibliografia considera sempre l’ultima edizione
dei testi, e dunque non analizza la storia editoriale precedente delle pubblicazioni [1]. Ma forse si sarebbe chiesto
troppo e il volume si sarebbe avvicinato al migliaio di pagine.
Le prime 122 pagine sono dedicate alla scienza delle fonti
della storia dell’arte (Aproximación teórica a las fuentes -
Un approccio teorico alle fonti). Seguono cinquecento pagine di bibliografia
ragionata e riccamente commentata (Las fuentes en su contexto histórico),
che ci offrono un’immagine precisa della letteratura scientifica disponibile
nel mondo di lingua spagnola a proposito di:
- Testi estetici e storiografici
- Testi teorici degli artisti
- Scritti teorici sull’architettura
- Riviste d’arte
- Fonti di carattere tecnico e scientifico
- Fonti di carattere bibliografico
- Fonti letterarie o di pura invenzione
- La critica d’arte. I musei, il collezionismo e il mercato dell’arte
- Cataloghi, inventari e altre fonti documentali
- Descrizioni artistiche e iconografiche
- Fonti non scritte: grafica, materiali fisici ed audiovisivi
Per ognuna di queste sezioni i materiali sono presentati in ordine cronologico, a partire dal Settecento fino a oggi. E qui va detto che l’autrice utilizza una periodizzazione ben conosciuta in Europa continentale (con la suddivisione in evo antico, medievale, moderno fino alla rivoluzione francese e contemporaneo da lì in poi), ma estranea alla cultura anglosassone, dove tutto ciò che è relativamente recente è moderno e contemporaneo. Oggi la terminologia inglese è prevalente nel mondo dell’arte e dunque bisogna saper costruire una tavola delle concordanze. Generalmente, si parla infatti di modern art per indicare ciò che che coincide o segue la nascita dell’impressionismo, e di contemporary art per distinguere la produzione dei decenni più recenti. Nell’opera di Lucia Arias Serrano, invece, il termine moderno si riferisce alla fase storica dal XV alla prima parte del XVIII secolo (dalla scoperta delle Americhe alla fine dell'Ancien Régime), mentre noi siamo ancora parte di un periodo continuo (l’evo contemporaneo) che inizia con l’illuminismo e la rivoluzione francese e non si è ancora concluso.
Un approccio teorico alle fonti
La prima parte del volume è divisa in tre capitoli. Il primo
è dedicato alle a fonti e tecniche di studio delle fonti da parte dalla
critica. Il secondo discute le fonti e le loro tipologie. Il terzo dettaglia il
ruolo delle fonti nello sviluppo della critica d’arte. Mi concentrerò in
particolare sui primi due capitoli, perché essi spiegano la categorizzazione
scelta dall’autrice per la bibliografia ragionata.
Le fonti e il loro studio
Definizione
Non vi può essere
indagine storiografica di qualsiasi tipo – così si apre il volume – senza
fonti. Per la storia dell’arte (rispetto alle altre discipline storiografiche)
lo studio delle fonti ha tuttavia caratteristiche specifiche. Laura Arias
Serrano osserva infatti, ispirandosi a Hermann Bauer (1929-2000), studioso tedesco
del metodo storiografico su questioni di belle arti, che mentre nel caso della
storia in generale le fonti documentano eventi non più osservabili, le fonti di
storia dell’arte si riferiscono il più delle volte ad opere d’arte esistenti e
osservabili. E qui va detto che l’autrice e Bauer peccano forse di
ottimismo: se dal Settecento in poi gran parte delle opere è ancora esistente
(ma molto è andato distrutto perché
considerato non bello, per degrado oppure per motivi bellici), la
maggior parte delle opere dei secoli precedenti è in realtà andata persa.
La definizione di
‘fonte’ adottata dall’autrice è ampia. Vi è però una condizione che a ognuna
di esse si deve applicare: si deve trattare di un’evidenza contemporanea alla
produzione dell’opera d’arte: “Sulla base di quel che si è detto, è chiaro
che quando parliamo di fonti, ci riferiamo a tutto questo insieme di
informazioni contemporanee e vicine all’epoca in cui ha avuto luogo l’evento
artistico che studiamo. Le fonti sono pertanto – oltre all’opera d’arte stessa
– le opinioni o gli scritti degli artisti o gli scritti dei contemporanei senza
dimenticare tutti quei documenti che ci portano informazioni normative o
legali, e che servono ad avvalorare alcuni dati specifici sopra il tema di
studio. Inutile dire che il requisito di contemporaneità non impedisce al
ricercatore di esercitare sopra tutte queste fonti un rigoroso sforzo critico per
controllarne valore e autenticità” [2]. Le opere più recenti appartengono
invece alla categoria del ‘materiale bibliografico’ [3].
In questa prima parte Laura Arias Serrano fa riferimento a
concetti generalissimi (che raffina e modifica nel capitolo successivo).
Secondo Bauer l’opera d’arte è la fonte primaria e originaria, che “ha valore in sé ed esiste indipendentemente
dal resto delle fonti” [4]. Queste ultime (utilizzando la terminologia
della professoressa Mireia Freixa [5], famosa studiosa vivente del modernismo
in Spagna) sono per definizione fonti complementari [6]. Ogni indagine deve
dunque sempre iniziare da uno studio formale delle fonti primarie, “identificandole nel tempo e nello spazio”
[7]. Per questa identificazione, l’approccio documentale basato su fonti (prime
fra tutte immagini d’archivio, come disegni e foto, e poi altri materiali, come
inventari, cataloghi, riferimenti documentali e bibliografici, ecc…) secondo la
Freixa può assistere, ma mai “sostituire
l’enorme quantità di informazioni che offre un’opera d’arte conservata in
situ, il cui esame diretto può portare
nuovi dati come modificare un’attribuzione, definire una scuola o stabilire una
nuova cronologia” [8]. Vi è dunque – come nell’epoca dei grandi conoscitori
dell’Ottocento – un’enfasi sull’esame visivo in prima persona (l’autopsia,
anche se questo termine non viene qui usato) dell’opera.
Una volta identificata correttamente l’opera, si può
procedere alla sua “contestualizzazione e
interpretazione (…) consultando
l’insieme delle fonti del suo ambiente: la trattatistica, la filosofia, il
pensiero, la politica, l’economia, ecc.. che facendo parte della mentalità di
un’epoca influiscono decisivamente nella configurazione dell’opera, aiutando in
tal modo a chiarire il ruolo che l’oggetto artistico ha in relazione al
processo storico” [9].
Vi è ovviamente il pericolo, adottando l’idea che le fonti
siano semplicemente strumenti complementari, di svalutarne l’importanza. Tale
rischio è attenuato – anche grazie all’insegnamento dell’italiano Enrico
Crispolti (1933-2018), teorico dello studio dell’arte contemporanea – dalla
considerazione che condurre una ricerca di storia dell’arte ignorando le fonti
è inconcepibile a partire dalla pubblicazione del manuale di Julius
von Schlosser (1866-1938), che adotta strumenti euristici, critici ed
ermeneutici tipici della filologia classica. E tuttavia l’autrice si ispira in
particolare a uno studioso tedesco di ermeneutica ancora precedente a
Schlosser, ovvero Johann Gustav Droysen (1808-1884). Quest’ultimo teorizza che,
per porre le opere d’arte nel loro contesto storico, si debbano percorrere tre
passi:
“- La ricerca (…) dei
documenti, materiali o fonti (…), cui si dà il nome di euristica.
- Lo studio critico del materiale, ovvero la critica.
- L’interpretazione di tale materiale, che si chiama ermeneutica” [10].
- Lo studio critico del materiale, ovvero la critica.
- L’interpretazione di tale materiale, che si chiama ermeneutica” [10].
L’euristica consente di identificare “resti, monumenti e fonti”. I resti (in tedesco Überreste, in spagnolo Restos)
sono quegli oggetti (opere d’arte, scritti, documenti, ecc..), modi di pensare
e condizioni che derivano direttamente dal passato, ma sono ancora presenti e
utilizzati ai nostri giorni. I monumenti si differenziano dai primi perché
esistono ancora fisicamente, ma non hanno alcun uso presente. Le fonti – in
questa accezione di Droysen, che risale a metà Ottocento – “sono le rappresentazioni o i ricordi, messi
per iscritto, che si tengono del passato. Coloro che li scrissero avevano lo
scopo di comunicare processi o eventi precedenti, evitando così di essere
diluiti nell'oblio” [11].
Il secondo passo – lo studio critico del materiale reperito
dallo studioso tramite l’euristica – ci consente di valutarne la qualità: è
affidabile e ci consente di rispondere ai nostri quesiti? [12] La critica di
“resti, monumenti e fonti” si può e deve concentrare su aspetti diversi:
l’autenticità, la giusta sequenza storica, la correttezza del contenuto. Una
volta verificata l’affidabilità, il materiale deve essere ordinato
criticamente. Le fonti possono infatti portare a gravi distorsioni, soprattutto
quando enfatizzano aspetti che non corrispondono a verità. Citando Bauer,
l’autrice prende nota che “lo studio
delle fonti è la dottrina dell’impiego delle notizie al fine di chiarire un
oggetto. La critica delle fonti è la verifica del valore e della forza
espressiva di queste notizie” [13]. Anche secondo Gonzalo Borras Gualis (1940-2019),
un altro teorico dell’arte spagnolo citato dall’autrice, le relazioni tra testo
scritto e opera d’arte debbono essere “accuratamente
corroborate e incrociate con altre fonti di informazione” [14].
Il terzo e ultimo stadio è l’ermeneutica, il momento
dell’interpretazione. Qui, sia sulla scia di Bauer come storico dell’arte sia
su quella di Hans Georg Gadamer (1900-2002) come filosofo (con il suo Verità
e metodo (Wahrheit und Methode, 1960),
l’approccio della studiosa spagnola è quello di uno studio fedele, neutrale,
dove l’analisi del testo (sia esso scritto oppure audiovisivo) non può mai
tradirne la sostanza: lo studioso non si può interporre tra il testo e il lettore.
Le fonti e le loro tipologie
Passiamo ora al secondo capitolo. Rispetto alla trattazione
di Schlosser, Laura Arias Serrano sente la necessità di una rispettosa
revisione. Lo studioso austriaco – qui citato nella traduzione italiana del
1935 – scrive nel 1924: “Il concetto
stesso della scienza delle fonti ha bisogno di una limitazione: si intendono
qui le fonti scritte, secondarie, indirette; soprattutto quindi, nel senso
storico, le testimonianze letterarie, che si riferiscono in senso teorico all’arte,
secondo il lato storico, estetico o tecnico, mentre le testimonianze per così
dire impersonali, iscrizioni, documenti e inventarii, riguardano altre
discipline e possono qui essere materia soltanto di un’appendice” [15]. È
un approccio in linea con il modo di pensare di cento anni fa, e che si spiega
anche con il fatto che l’indagine dello Schlosser termina, cronologicamente,
esattamente là dove si avvia il volume della studiosa spagnola.
Nuovi generi letterari che si impongono nell’Ottocento (come
il romanzo), la diffusione dei manifesti programmatici di artisti e letterati,
la diffusione di nuove tecnologie fotomeccaniche di stampa e infine le
opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione sono alcune delle ragioni
che impongono un ripensamento. Se dunque Schlosser ha il merito di aver
organizzato in modo sistematico lo studio delle fonti, il suo metodo è
sostanzialmente inefficace se applicato agli ultimi tre secoli.
Quale alternativa adottare? L’autrice propone di percorrere
in parallelo tre strade.
- Una classificazione basata sul tipo di informazione contenuta nella fonte.
- Un secondo criterio, basato sull’ “origine o paternità della fonte” [16].
- Un terzo criterio, centrato sulla “natura fisica” della fonte [17].
Il contenuto delle fonti
The authoress identified seven categories: (1) theoretical sources; (2) technical-scientific manuals; (3) historical and biographical sources; (4) literary sources or sources of pure invention; (5) critical sources; (6) artistic and iconographic descriptions; (7) sources of a documentary, regulatory or legal nature.
1) Fonte di carattere teorico
Appartengono a questo gruppo tutti i testi di natura trattatistica, “con una finalità normativa o speculativa,
che si propongono più di teorizzare su un assunto che su aspetti di
applicazione pratica” [18]. I temi possono essere i più disparati: “Estetica, disegno e pittura, iconografia,
urbanistica, giardinaggio, scultura e plastica, disegno e pittura, iconografia,
antichità, fonti storiografiche, ecc.” [19]. A partire dal XX secolo le
fonti di carattere teorico si evolvono nella forma di proclami e manifesti
(anche per effetto delle avanguardie), ma anche in “dialoghi, saggi, discorsi accademici, conferenze, atti di congresso e
testi di cataloghi di esposizione” [20]. Se rimane la finalità di una
discussione generale su un tema, il tono diviene più personale rispetto alla
trattatistica. Tra le fonti teoriche vanno segnalati, infine, enciclopedie e
dizionari su temi generali.
2) Manuali di carattere tecnico-scientifico
La forma può essere la stessa di quella precedente, ma la
caratteristica è quella della finalità pratica, spesso concentrata su questioni
specifiche: “Perspettiva, aritmetica,
geometria e proporzioni; anatomia, fisiologia, biologia o psichiatria; ottica e
cromatismo; tipografia; calendari; geologia o etnologia; territorio,
urbanistica o costruzione architettonica; ingegneria militare e fortificazioni;
tecniche di intaglio, modellistica e fusione; ceramica, oreficeria, arte del
vetro, incisione e stampa; scenografia e tecniche teatrali” [21].
3) Fonti storiche e biografiche
Si tratta di documentazione storiografica, spesso su fatti precisi, che
serve a contestualizzare ricerche di natura più propriamente artistica.
Particolarmente importanti sono le biografie di “personaggi legati al mondo dell’arte (artisti, mecenati, clienti…).
Spiccano per la loro importanza le biografie degli artisti, le autobiografie o
memorie; e di natura più personale, le lettere o i carteggi, sia ufficiali sia
informali, e i diari personali, come le interviste fatte ad artisti, familiari
o amici” [22]. L’autrice segnala anche i dizionari degli artisti.
4) Fonti letterarie o d’invenzione
Sono opere prettamente letterarie scritte da artisti, cui appartengono
non solamente “testi poetici, drammatici,
di narrativa (romanzi), religiosi (mitologia, religione e periegetica), di
esoterica e filosofia” [23], ma anche tradizioni orali. Vi sono poi forme
intermedie, come Il romanzo d’artista, studiato da Francisco Calvo Serraller.
In questo caso l’artista è protagonista di romanzi scritti da letterati e l’azione romanzata può essere più o meno fedele alla realtà.
5) Fonti
di carattere critico
Sono tutti i testi dove si esprime una valutazione sull’arte, a partire dalle critiche ai Salons parigini del primo Settecento. Quando il mercato da un lato e il grande pubblico dall’altro fanno irruzione nel mondo dell’arte, l’esistenza di una critica indipendente diviene fondamentale. Sorgono riviste specializzate, il linguaggio diviene al tempo stesso più comprensibile e personale.
6) Descrizioni
artistiche e iconografiche
Le prime comprendono le guide di viaggio (reale o immaginario), le descrizioni
di opere d’arte e monumenti (loro restauro e ripristino inclusi), la narrazione
di visite di personaggi illustri, le commemorazioni. Le seconde vanno “dalle descrizioni di immagini ai
suggerimenti sull'immaginazione” [24] e includono “rappresentazioni iconografiche moralizzanti, compilazioni, cataloghi o
repertori tipologici, letteratura pedagogica illustrata” [25].
7) Fonti
di carattere documentale, normativo o giuridico
Sono
tutti i documenti ufficiali (spesso depositati in archivi storici), come
protocolli notarili (vendite e acquisti, testamenti, donazioni, inventari),
atti catastali, inventari e cataloghi di collezioni e musei, libri mastri e
registrazioni contabili, atti dei concorsi pubblici, resoconti di danni
bellici, ecc. Di solito - aggiunge Laura Arias Serrano, citando José Fernández
Arenas (1930-2015) - i documenti devono seguire cronologicamente le opere
d’arte per poter contribuire a confermare ipotesi di lavoro che derivano
dall’analisi interpretativa (“prima il monumento poi il documento” [26]).
L’autrice sottolinea la necessità di considerare la ricerca d’archivio come
disciplina sussidiaria, e non come parte centrale della storia dell’arte (che
si deve basare in primo luogo sulle opere).
L'origine delle fonti
In linea di principio, quanto più una fonte è
cronologicamente prossima all’origine di un’opera, tanto più è credibile. “Tale prossimità completa e arricchisce il
criterio precedente (il contenuto)” [27].
Fig. 6) Quattro studi sul metodo citati da Laura Arias Serrano. Da sinistra verso destra: (i) Tecniche di ricerca e documentazione. Norme ed esercizi, di Javier Lasso de la Vega (1980); (ii) Come scrivere su arte e architettura di Juan Antonio Ramirez (1999); (iii) Tesi di laurea e lavori di ricerca scientifica: metodologia generale e documentazione di Restituto Sierra Bravo (1986); (iv) Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco (1977), qui nella versione spagnola del 2001 |
Qui l’autrice presenta due differenti criteri di discrimine,
che sono diversamente utilizzati dai critici. Arias Serrano differenzia prima tra fonti primarie e secondarie, e poi
tra fonti dirette e indirette. Mi sembra importante sottolineare che il
concetto di ‘fonte primaria’ è qui diverso da quello categorizzato da Mireia
Freixa e Hermann Bauer (si veda sopra), che considerano l’opera d’arte stessa
come l’unica fonte primaria. Altri studiosi spagnoli, come il documentarista
Javier Lasso de la Vega (1892-1990), il sociologo Restituto Sierra Bravo
(1923-) e lo storico dell’arte Juan Antonio Ramírez (1948-2009), utilizzano
definizioni egualmente divergenti. Tra gli studiosi stranieri, l’autrice cita
quella – anch’essa divergente da tutte le altre – di Umberto Eco (1932-2016).
1) Fonti primarie o secondarie
In assenza di criteri uniformi, Laura Arias Serrano propone
dunque la sua definizione.
Sono fonti primarie – secondo l’autrice – tutte quelle che
hanno origine dall’artista oppure dalle cerchie ristrette delle sue conoscenze.
Esse comprendono dunque (ma non si esauriscono con) le stesse opere d’arte, ma
anche “le informazioni fornite dai
protagonisti della nostra indagine: l’artista e il suo ambiente; soprattutto,
e per quel che riguarda l’artista, le sue dichiarazioni orali o scritte, i suoi
testi teorici, gli appunti di lavoro, le pubblicazioni, gli scritti letterari o
d’invenzione, le lettere, le descrizioni iconografiche, i commenti critici
sulle creazioni dei colleghi, i disegni o gli schizzi, ecc.” [28]. Le fonti
che derivano direttamente dall’artista “ci
parlano dell’ideologia e della psicologia dell’autore” [29], anche se
debbono “essere sottoposte a una verifica
incrociata” [30]. Non vanno esclusi anche gli scritti di contemporanei che
sono parte degli stessi circoli: “familiari,
amici, protettori e committenti, altri artisti, teorici, studiosi di estetica,
critici d’arte, letterati” [31]. Sono fonti primarie anche contratti con
incarichi e vendite, altri documenti legali, ma anche “cataloghi, inventari, reportage illustrati o audiovisuali che
aggiungono informazione scritta, grafica o sonora sulla sua opera” [32].
La definizione di fonte primaria secondo Laura Arias Serrano
si estende alle “fonti d’ispirazione per
l’artista” [33]. Qui si intendono “la
tradizione dell’officina” [34] come pure “le testimonianze scritte tratte da un artista o committente che possa
influenzare l'opera” [35], ma anche “in
che modo una formula pittorica di un particolare trattato pittorico possa
influenzare un dipinto” [36] o come “la
letteratura stessa (il romanzo o la poesia) possa servire di stimolo per
l'artista, sia attraverso le sue illustrazioni che i suoi contenuti” [37].
Anche le condizioni a cui gli artisti sono direttamente esposti (le guerre, le
epidemie) sono fonti primarie.
Sono invece fonti secondarie quelle che hanno origine da
altri studiosi (e appartengono dunque alla letteratura critica), anche quando
risalgono al medesimo periodo storico. Possono essere testi generali
sull’epoca, oppure su questioni d’arte oppure specifici sulla vita e la
produzione degli artisti. Appartengono alle fonti secondarie anche gli studi
critici di terzi sulle fonti primarie, come ad esempio le analisi scientifiche
sugli scritti degli artisti.
2) Fonti dirette o indirette
La distinzione tra fonti dirette o indirette è diversa da
quella precedente. Vi possono dunque essere autori (vedremo Bauer e Crispolti)
che hanno una loro definizione di fonti primarie/secondarie e di fonti
dirette/indirette.
Bauer, per esempio, parla di fonti dirette quando – oltre a
essere contemporanee – fanno riferimento preciso all’oggetto di studio: una
lettera di un pittore è una fonte diretta quando documenta l’inizio o la
conclusione di un quadro su cui si concentra l’attenzione dello storico, mentre
è indiretta quando documenta le sue opinioni più generali sull’arte, la sua
esperienza e la sua ispirazione, senza aggiungere informazione su l’opera in
questione. Per Crispolti le fonti dirette sono solamente le opere, mentre ogni
altra fonte è indiretta.
La natura fisica delle fonti
Laura Arias Serrano identifica quattro categorie: (1) fonti
scritte; (2) fonti grafiche; (3) fonti tangibili o materiali e (4) fonti
audiovisive.
Fine della Parte Prima
NOTE
[1] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea, Barcellona, Ediciones del Serbal, S.A, 2012, 759 pagine. Si veda la nota 1 a pagina 17.
[2] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 22.
[3] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 23.
[4] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 31.
[5] Viene
citato in particolare: Introducción a la historia del arte. A cura di Mireia
Freixa, Eduard Carbonell, Vicenç Furió, Pilar Vélez, Fredereic Vilà, Joaquín
Yarza. Barcellona, Barcanova, 1990, 331 pagine.
[6] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 24.
[7] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 25.
[8] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 26.
[9] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 26.
[10] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 27.
[11] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 29.
[12] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), pp. 29-30.
[13] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 31.
[14] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 31.
[15] Schlosser, Julius von - La letteratura artistica.
A cura di Filippo Rossi, Firenze, 1964, 792 pagine. Citazione a pagina 1.
[16] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 41.
[17] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 41.
[18] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), pp. 41-42.
[19] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 42.
[20] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 42.
[21] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 42.
[22] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 43.
[23] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 43.
[24] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 44.
[25] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 44.
[26] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[27] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[28] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[29] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[30] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[32] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[33] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[34] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[35] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[36] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
[37] Arias Serrano, Laura - Las fuentes de la historia del arte en la
época contemporánea (citato), p. 48.
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