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Storia delle antologie di letteratura artistica
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Francesco Mazzaferro
Julius von Schlosser e due antologie di fonti di storia dell'arte
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Fig. 1) Julius von Schlosser, Le Fonti scritte sulla storia dell’arte carolingia, prima edizione del 1892 |
N.B.:Su Julius von Schlosser si veda su questo blog anche: L'Italia di Julius von Schlosser, A cura di Loredana Lorizzo; Julius von Schlosser a 150 anni dalla nascita. Le celebrazioni a Vienna; Julius von Schlosser. Il significato delle fonti per la storia dell’arte dell’epoca moderna; Julius Schlosser Magnino, La letteratura artistica; Albert Ilg e Julius von Schlosser: due modi diversi di interpretare Cennino Cennini nell'Austria-Ungheria del 1871 e del 1914.
Attraverso l’analisi delle antologie, stiamo cercando di
identificare le origini e lo sviluppo dello studio delle fonti di storia
dell’arte. Le due antologie (per la prima si potrebbe anche parlare di un repertorio
di fonti) che Julius von Schlosser pubblica nel 1892 e nel 1896 sono tappe
obbligate in questo percorso. Si tratta delle Schriftquellen zur Geschichte der karolingischen Kunst [1] (Fonti scritte sulla storia dell’arte
carolingia) del 1892 (da qui in avanti semplicemente Shriftquellen) e del Quellenbuch
zur Kunstgeschichte des Abendländischen Mittelalters: ausgewählte Texte des
vierten bis fünfzehnten Jahrhunderts del 1896 [2] (Il Libro delle Fonti
sulla storia dell’arte nel medioevo occidentale: testi scelti tra il quarto ed
il quindicesimo secolo; da adesso semplicemente Quellenbuch). Le analogie (non solo cronologiche, ma pure
stilistico-letterarie) fra le due antologie sono evidenti. I due testi furono
entrambi pubblicati nella seconda serie della collana di fonti di storia
dell’arte della scuola di Vienna, diretta da Albert Ilg (sono rispettivamente
il numero 4 e 7 della collana Quellenschriften für Kunstgeschichte und Kunsttechnik des Mittelalters und der Neuzeit,
ovvero delle “Fonti scritte della storia
dell’arte e della tecnica del Medioevo e del mondo moderno”). Entrambi
appartengono all’epoca in cui l’attenzione di Schlosser è tutta rivolta ancora
all’arte del Medioevo. Eppure le due antologie rivelano alcune significative
differenze e testimoniano l’evoluzione del suo pensiero, in una fase
evidentemente precedente al contatto con la cultura idealista di Croce e
Vossler, che avverrà intorno al 1902-1903. Come per tutti i post della serie “Storia
delle antologie di letteratura artistica”, le rispettive prefazioni, datate
rispettivamente novembre 1890 e aprile 1895, sono proposte con mia traduzione
al termine di questo saggio.
Due scritti da non
tralasciare
Le Schriftquellen, la
cui prefazione è datata novembre 1890, appartengono ad una fase del pensiero
dello Schlosser prevalentemente positivista, che è ben rappresentata da due
scritti di quegli anni. Il primo è un testo di duecento pagine del 1891,
intitolato Beiträge zur Kunstgeschichte
aus den Schriftquellen des frühen Mittelalters (Contributi alla storia dell’arte dalle fonti scritte dell’Alto Medioevo)
e pubblicato dall’Accademia imperiale delle scienze di Vienna [3]. Il secondo è
un articolo molto più breve del 1892 [4] (ospitato dal supplemento culturale di
un quotidiano monacense, l’Allgemeine
Zeitung) che ha per titolo Die
Bedeutung der Quellen für die neuere Kunstgeschichte (Il significato delle fonti per la storia dell’arte dell’epoca moderna).
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Fig. 3) Julius von Schlosser, Contributi alla storia dell’arte dalle fonti scritte dell’Alto Medioevo, 1891 |
Lo scritto del 1891, come si legge nelle prime pagine, è in
realtà una sorta di commento anticipato alle Schriftquellen, che l’autore annuncia come di prossima
pubblicazione: si tratta di quella che originariamente era stata pensata come
l’introduzione al repertorio, ma che si è talmente ampliata in corso d’opera da
indurre lo storico viennese a pubblicarla separatamente. L’autore spiega che,
senza lo studio delle fonti scritte, la conoscenza dell’arte e
dell’architettura carolingia sarebbe assai limitata, per la scarsità delle
opere d’arte a noi giunte. Non vi sono però altre riflessioni
metodologiche sullo studio delle fonti di storia dell’arte. Il saggio è diviso
in quattro capitoli, dedicati all’architettura, alle arti visive, al concetto
di antico ed alla storia dell’arte stessa nell’epoca carolingia.
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Fig. 4) Il codice aureo dell'abbazia di Lorsch, 778-820 d.C. |
Il breve articolo del 1892 sull’Allgemeine Zeitung di Monaco offre invece al grande pubblico
proprio una panoramica sulle questioni metodologiche. Nonostante il titolo
faccia pensare esclusivamente alle fonti di storia dell’arte ‘dell’epoca
moderna’, in realtà ad essere discussi sono i differenti problemi che uno
studioso incontra nello studio delle fonti dell’arte nelle diverse fasi
storiche: l’antichità, il Medioevo, il Rinascimento. Lo studio delle fonti
nell’Alto Medioevo è descritto come orientato a forme di ricerca contigue alla
filologia ed alla diplomatica.
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Fig. 5) La Torhalle (vecchia porta di ingresso) dell'abbazia di Lorsch, 760-790 d.C. |
Le fonti di storia
dell’arte carolingia
Una delle caratteristiche delle Schriftquellen è la loro natura di repertorio sistematico di tutte
le fonti esistenti (presenta 1100 testi d’epoca sull’arte carolingia,
distribuiti in cinquecento pagine). Nella sua prefazione (riprodotta alla fine
di questo articolo) Schlosser definisce l’opera un manuale (Handbuch). Dunque, più che un’antologia
destinata a documentare un’epoca, è una pubblicazione per addetti specializzati:
i testi – in gran parte latino-medievali – non vengono né tradotti né
commentati. Del resto, come si è detto, il commento era già stato pubblicato
separatamente. L’apparato critico si limita (per così dire) ad un glossario di
vocaboli tecnici e a diversi indici (dei luoghi, delle cose e delle persone,
dei santi, dei nomi degli artisti).
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Fig. 6) Friedrich Wilhelm Unger, Fonti della storia dell’arte bizantina, 1878 |
L’assenza di una traduzione dei testi (i cui motivi sono
considerati talmente ‘evidenti’ dallo Schlosser nell’introduzione da non
fornirne ragione) è un’importante differenza con un’opera precedente,
pubblicata nel 1878 da Friedrich Wilhelm Unger nella prima serie delle fonti
delle storie dell’arti viennesi: le Quellen
der byzantinischen Kunstgeschichte, ovvero le “Fonti della storia dell’arte bizantina” [5]. I testi bizantini
erano stati là tradotti in tedesco, ed accompagnati da un apparato di note.
L’antologia di Schlosser si ispira invece – come struttura – ad uno dei
classici della filologia classica tedesca dell’Ottocento, il repertorio di Antiken Schriftquellen zur Geschichte der
bildenden Künste bei den Griechen [6] (Antiche
fonti di storia delle belle arti tra i greci) di Johannes Overbeck, una
raccolta eccezionalmente ricca di passaggi della letteratura greca e latina a
testimonianza dell’arte greca, dall’epoca omerica a quella bizantina, senza
traduzione in tedesco dei testi originali.
Le fonti di storia
dell’arte del Medioevo occidentale
Il Quellenbuch
(1896) riflette il passaggio del pensiero dello Schlosser da un orientamento di
studio medievista di natura prettamente documentaria allo studio della letteratura
artistica del Medioevo come disciplina autonoma, intermedia tra storia
dell’arte e storia della letteratura. Non a caso, all’interno del Quellenbuch, compare il termine “Kunstliteratur”, mentre le Schriftquellen
non vi fanno alcun riferimento. La recente mostra tenutasi all’Istituto di
storia dell’arte di Vienna per festeggiare i centocinquant’anni della nascita
dello studioso ha rivelato che la prima documentazione archivistica presente
nei fondi dell’Università di Vienna a riferirsi al concetto di Kunstliteratur è proprio del 1896.
Rispetto al repertorio del 1892 e alla sua ambizione di
offrire una raccolta ‘completa’ delle fonti carolinge, il nuovo testo è di
natura più compiutamente antologica. Lo scrive lo stesso Schlosser nella
prefazione: “Questo Quellenbuch ha
un’altra ambizione. Vuole offrire uno sguardo sulla letteratura artistica della
cristianità antica e del Medioevo e – così come si è già fatto in ambiti
prettamente storici – proporre un libro di lettura, in cui siano raccolte le
dichiarazioni dell’epoca di mezzo sulla sua arte. L’organizzazione dei singoli
passi è dunque anche cronologica, secondo l’epoca della scrittura dei
rispettivi testi. Questo nuovo volume non ha dunque nulla a che fare con il
programma delle raccolte di fonti letterarie (bizantine e carolinge) già
pubblicate in numeri precedenti di questa serie. Quelle pubblicazioni mirano ad
una pubblicazione quanto più completa di tutte le note ed i passi sull’arte di
quei tempi e sono dunque sostanzialmente pensate per un gruppo più ristretto di
specialisti. Qui invece abbiamo raccolto per principio solamente i testi più
ampi e coerenti, ed essi stessi solamente nelle parti più importanti ed
interessanti per uno storico dell’arte.”
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Fig. 8) Il Libro delle Fonti sulla storia dell’arte nel medioevo occidentale |
In un ampio saggio introduttivo (pagine VII-XXI) dal titolo Überblick
der Kunstliteratur vom IV bis zum XV. Jahrhundert (Sguardo
sulla letteratura artistica dal IV al XV secolo) il Quellenbuch offre anche una discussione
teorica sui generi della letteratura artistica, differenziando tra letteratura poetica (ästhetische), teorica e storica. Sono le stesse categorie che si troveranno nella
discussione sulle fonti di storia dell’arte medievale, nell’opera maggiore di
Schlosser, la Kunstliteratur del 1924. Gran parte dei contenuti del saggio del 1896 sono dunque ripresi dopo
trent’anni nell’opera maggiore.
Schlosser discute prima la cosiddetta letteratura artistica poetica: i modelli di riferimento nell’antichità
sono la descrizione in versi della statua equestre di Domiziano da parte di
Stazio (40 – 96 dopo Cristo) e gli epigrammi ellenistici dedicati all’arte.
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Fig. 9) Iscrizione bizantina, Gerusalemme (senza data) |
La letteratura artistica – concepita in questi termini
poetici – conosce nel Medioevo alcuni sviluppi specifici, cui Schlosser dedica
particolare attenzione: dall’epigramma greco-latino dell’antichità derivano i tituli, iscrizioni religiose spesso in
versi che vengono apposte a bassorilievi, mosaici ed affreschi per illustrare
le scene lì riprodotte, a partire dall’epoca bizantina. Alcuni poeti, come
Prudenzio (348-410 d.C.) ed il vescovo Paolino da Nola (353-431) si
specializzano nella composizione di tituli
programmatici in versi, a commento di opere d’arte da realizzarsi. Ma è con Eccardo
IV di San Gallo (980 –1057) e con i suoi versi per il duomo di Magonza che
quell’arte si perfeziona, fino a diffondersi anche in Italia, avendone esempi
fino al Rinascimento (ad esempio gli estratti dal Petrarca negli affreschi del
Guariento a Padova o i dipinti del Pinturicchio sulla vita di Enea Silvio nella
Libreria Piccolomini di Siena).
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Fig. 10) Tituli in latino nei mosaici di San Marco a Venezia, XI-XII secolo |
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Fig. 11) Pinturicchio, tituli alla base dell’affresco “Incoronazione di Enea Silvio Piccolomini con una corona di alloro da parte di Federico III”, 1502-1508 |
Un’altra espressione tipica della letteratura artistica
medievale - scrive Schlosser - è la descrizione poetica di natura ecfrastica,
ovvero i testi di letterati e retorici che si pongono il fine di descrivere le
opere d’arte. Vengono citati moltissimi autori che vivono nel mondo degli
ordini religiosi medievali, ma anche laici come Walafrid Strabo, autore di una
poesia sulla statua equestre (perduta) di Teodorico a Ravenna , e persino come
Boccaccio, con il suo poema allegorico “Amorosa visione”.
Mentre la letteratura poetica è descritta con grande
attenzione, molto limitato (solamente poche righe) è invece lo spazio dedicato
al secondo genere, ovvero alla letteratura
teorica, per la sua natura considerata non sufficientemente artistica.
Anzi, nella prefazione, Schlosser dice che tale esclusione dal Quellenbuch è ‘ovvia’. Nel saggio
Schlosser fornisce un esempio e spiega che il Quellenbuch non include alcun passo della Schedula Diversarum Artium di Teofilo, perché quel testo ha un’esclusiva
attenzione ai fattori tecnici (le ricette dei colori) e dunque è estranea alla
letteratura artistica. Va qui detto che proprio nella Kunstliteratur del 1924 ampio spazio sarà invece dedicato a
Teofilo. Nel Quellenbuch non vi è
inoltre alcun riferimento al Libro dell’Arte di Cennino Cennini, cui l’opera del 1924 assegna invece un ruolo
centrale nell’elaborazione del linguaggio artistico nel volgare italiano,
Seguono infine testi storiografici, ovvero della terza categoria
(letteratura storica). Sono in primo
luogo i libri pontificali e gli inventari del mondo ecclesiale romano (che
documentano la costruzione e la decorazione delle chiese), poi gli inventari di
corte e del mondo ecclesiastico francese (si cita Gregorio da Tours). A questa
categoria sono assimilati i testi periegetici e topografici (come le cronache
dei pellegrinaggi nel Medio Oriente o a Roma) e le biografie di artisti, a
volte in forma di leggenda. Particolare attenzione è data alla letteratura artistica
su artisti nel tardo Medioevo italiano.
Al saggio introduttivo seguono i testi: è, a dire il vero,
sorprendente che le trecento pagine non seguano la tripartizione appena
descritta, e non vi sia alcun tentativo di proporre una corrispondenza tra le diverse
categorie: da un saggio introduttivo per generi si passa infatti
all’esposizione dei testi in termini puramente cronologici, senza alcun
passaggio intermedio. Attendiamo perciò con impazienza la pubblicazione della
relazione del Professor Raphael Rosenberg dell’Università di Vienna sul tema:
“Letteratura artistica: secondo le epoche
o secondo i generi?” [7]. L’antologia è infatti strutturata in tre
capitoli: l’antichità cristiana ed il primo Medioevo; l’Alto Medioevo; il XIV e
il XV secolo. L’ultimo testo citato è un estratto dei Commentarii di Ghiberti (autore amatissimo da Schlosser) sui
trecentisti toscani. Nessuno dei testi è tradotto (vi sono dunque scritti in
latino, e nelle singole lingue medievali - tedesco, francese, italiano -).
Seguono gli indici degli autori, dei luoghi, delle cose, degli artisti e delle
espressioni tecniche.
Fattori di continuità
e discontinuità
Si è autorevolmente sostenuto [8] che, nell’evoluzione del
pensiero di Schlosser sulla letteratura artistica, uno dei momenti fondamentali
sia stato contraddistinto dal passaggio dalle sue dispense universitarie
(pubblicate a partire del 1914 con un testo di un centinaio di pagine sul
Medioevo intitolato Materialien zur
Quellenkunde der Kunstgeschichte. 1. Heft. Mittelater (Materiali sullo studio delle fonti della storia dell’arte. Primo
fascicolo. Medioevo) [9] all’opera principale del 1924, la Kunstliteratur. L’adozione del titolo
‘Letteratura artistica’ invece di ‘Materiali’ è visto, secondo
quell’interpretazione, come una prova dell’influsso dell’estetica di Vossler e
Croce. Si sarebbe passati in quel modo da una concezione positivista ad una
idealista.
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Fig. 12) Julius von Schlosser, Materiali sullo studio delle fonti della storia dell’arte. Primo fascicolo. Medioevo, 1914 |
In realtà questo articolo dimostra che il passaggio terminologico
si verifica già tra 1892 e 1896, ed è perciò indipendente dal fruttuoso
contatto con l’idealismo crociano e l’estetica vossleriana degli anni
successivi. L’adozione dell’espressione ‘letteratura artistica’ è probabilmente
parte di una maturazione dello studioso, che cerca di dare maggior
sistematicità ad un interesse per le fonti che gli deriva senz’altro dalla
formazione culturale viennese. Invece, tra i Materiali del 1914 ed il manuale del 1924, a parte il titolo, nulla
cambia: si tratta sostanzialmente dello stesso testo, prima pubblicato in
dispense ed ora in un singolo volume.
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Fig. 13) Julius von Schlosser, La letteratura artistica, 1924 |
Semmai colpisce l’elemento di continuità dei testi del
1914-1924 rispetto agli studi di trent’anni prima. Il chiaro intento didattico della
“Letteratura artistica” è già evidente alla fine del secolo precedente, anche
se l’autore si indirizza ad un mondo sicuramente molto ristretto di studiosi
capaci di utilizzare il latino medievale come lingua veicolare. Già nel 1892,
infatti, vi è l’ambizione di scrivere un manuale, sia pure specialistico; nel
1896 ci si preoccupa dell’impiego delle fonti da parte di un numero più ampio
di studenti.
Si è già notato in un altro post che la definizione delle
fonti di storia dell’arte come insieme di strumenti accessori e secondari di
conoscenza, già esposta nell’articolo sull’Allgemeine Zeitung del 1892, è esattamente riprodotta nell’opera principale. Si può
oggi aggiungere che la sistemazione della letteratura artistica medievale in
poetica, teorica e storiografica compare già nel 1896, come da quell’anno
deriva gran parte della sostanza delle pagine sul Medioevo del 1914-1924.
Il maggiore elemento di discontinuità è nel nuovo interesse,
che emerge già nei Materiali del
1914, per la letteratura delle ricette di Teofilo e Cennino, non più
considerate opere minori come nel 1896. Va qui notato che, quando scrisse il Quellenbuch, Schlosser era sottoposto
agli indirizzi di Albert Ilg (1847-1896), direttore della seconda serie delle
“Fonti scritte di storia dell’arte”. Ilg, primo traduttore di Cennino Cennini
in tedesco nel 1871, ne era stato grande detrattore. Schlosser ed Ilg non furono mai in buoni rapporti (è famoso che Schlosser non lo ritenesse parte
integrale della Scuola di Vienna) e, quando Ilg venne a mancare nel 1896, forse
si aprirono spazi di maggiore libertà intellettuale per Schlosser.
Vienna contro Berlino
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Fig. 14) Ernst Guhl, Lettere di artisti, nell’edizione rivista e ampliata del 1880 |
Altrettanto interessante sembra il confronto tra le due
antologie viennesi dello Schlosser – pur nella loro diversità - e le due berlinesi di Ernst Karl Guhl (1853-1856)
e Hermann Uhde-Bernays (1926). Anche se von Schlosser era un grande ammiratore
di Carl Friedrich von Rumohr (1785-1843), ovvero del fondatore della scuola
della storia dell’arte di Berlino, almeno nel confronto tra antologie di fonti
di storia dell’arte Vienna e Berlino sembrano vivere in mondi diversi e
paralleli. Le antologie viennesi (quelle di Schlosser ed Unger) sono tutte
concentrate su epoche e temi (il mondo bizantino, quello carolingio, il
Medioevo) per conoscere meglio i quali si cerca di compensare la scarsità delle
opere d’arte con una raccolta quanto più ampia possibile di tutte le fonti
scritte disponibili: il modello è quello dei repertori filologici che
supportano la ricerca archeologica. Le antologie berlinesi si focalizzano
invece su epoche contraddistinte da una larghissima presenza di testimonianze
materiali e scritte, e si concentrano perciò su un solo genere (la lettera)
escludendo ogni altro testo (trattati, memorie).
Inoltre, mentre in entrambe le antologie dello Schlosser
l’obiettivo è quello della completezza filologica (1892) e della ricchezza
della rappresentatività storica (1896), il filone berlinese delle fonti di
storia dell’arte offre invece agli autori la possibilità di attuare una
selezione dei testi altamente soggettiva, il cui obiettivo è definito a priori
dal curatore in modo selettivo. Nel caso di Guhl, vengono scelte le lettere
d’artista che spiegano il rapporto dei pittori con il loro tempo, mentre nel
caso di Uhde-Bernays l’obiettivo è quello di testimoniare l’evoluzione degli
aspetti spirituali della creazione artistica. I berlinesi si servono delle
raccolte di lettere per proporre letture alternative della storia dell’arte,
centrandola tutta sulla visione unica e personale degli artisti (spesso
contrapposta alle interpretazioni dei critici d’arte).
In conclusione, se per Schlosser (ed i viennesi) l’analisi
delle fonti della storia dell’arte è al servizio dello studioso come strumento
ancillare e secondario, per i berlinesi offre invece chiavi di lettura che,
secondo una lettura idealistica, provengono dalla sfera individuale e finiscono
perciò per divenire più veritiere degli elementi materiali.
* * *
Schriftquellen zur Geschichte der
karolingischen Kunst (Fonti scritte sulla storia dell’arte carolingia)
Prefazione
Il presente lavoro
riprende, sia pur in forma diversa, un filo conduttore che ha già preso forma
nella prima serie di queste Fonti scritte di storia dell’arte, grazie alla collezione di Unger sulle Fonti
della storia dell’arte bizantina. Sulla
giustificazione e l’utilità, così come su obiettivi e finalità di una simile
impresa l’autore si è già espresso nell’introduzione ai suoi ‘Contributi alla
storia dell’arte dalle fonti dell’Alto Medioevo’ che sono stati pubblicati
negli atti delle sedute [Sitzungsberichte] dell’Accademia Imperiale delle Scienze di Vienna (Tomo 123, 1891,
uscito anche separatamente con lo stesso titolo). Per non ripetere cose
già dette si veda dunque questo scritto, cui si dovrà sempre fare di seguito
riferimento come se fosse un ampio commento, dal momento che contiene i
risultati dello studio delle fonti scritte carolingie.
Il compito essenziale
di quest’introduzione sarà quindi quello di spiegare al lettore la struttura ed
il contenuto del libro.
I confini temporali e
spaziali della materia sono già chiari nel titolo. Si comprende un periodo di
tempo di circa 150 anni, dal re Pipino il Breve fino alla morte dell’ultimo
carolingio tedesco, all’inizio del decimo secolo, con cui si verifica una nuova
svolta nella storia della vita e dell’arte tedesca. La scena è la Francia nella
sua definizione più ampia, e dunque la Francia dell’Est e dell’Ovest, un’area
corrispondente alle attuali Francia e Germania, che per molti secoli hanno una
storia comune. L’Italia assume una posizione autonoma per tradizione e storia;
il IX secolo non implica qui una vera e propria cesura e sarebbe stato poco
giustificato ed utile identificare una fase separata dello sviluppo storico. Ed
invece proprio nel Nord l’Europa carolingia ha una sua posizione assolutamente
distinta, con caratteristiche specifiche e ben definite. Essa costituisce il
momento d’avvio dell’arte nazionale- nordica, e soprattutto dell’arte
nazional-tedesca e funziona come cesura sia per quello che vi era prima e per
quello che vi sarà dopo. Credo dunque che ciò giustifichi lo sforzo di
compilare le fonti scritte che documentano questa fase.
Il primo requisito di
un manuale è la comodità dell’uso e la sua chiarezza; un secondo e non meno
importante è rappresentato dall’avere buoni indici. Il presente libro cerca di
soddisfarli entrambi.
La suddivisione dei
passi delle fonti (ognuno contraddistinto da un numero) è geografica-alfabetica
per l’architettura, per materie per le belle arti. All’interno di queste
categorie l’ordine è, per quanto possibile, cronologico. All’inizio di ogni
sezione viene indicata la letteratura rilevante, con l’obiettivo della
completezza. E tuttavia si troveranno forse qua e là delle lacune, soprattutto
per quel che riguarda la letteratura locale francese, assai difficile da
recuperare. Per quel che riguarda la completezza stessa delle fonti, il loro
numero (più di 1100) parla da sé: non credo che possa essermi sfuggito un passo
davvero significativo. Mi sono trovato dinanzi a difficoltà su come trattare
quelle notizie che si limitavano esclusivamente a dar conto della consacrazione
di chiostri, della costruzione di chiese e cappelle, di incendi e devastazioni
di ogni tipo. In questi casi ho preso in considerazione solamente ciò che era
significativo e storicamente rilevante, dato che il libro ha un contenuto di
storia dell’arte, non di archeologia.
A differenza dalla
prassi abituale per questo genere di
pubblicazioni, ci si è astenuti da una traduzione in tedesco. La ragione è
evidente. Al contrario si è fatto uno sforzo cospicuo nella realizzazione di un
glossario tecnico. Per le stesse ragioni si sono approntati un indice dei nomi
dei santi, spesso così importanti da un punto di vista della storia dell’arte,
un indice dei luoghi, un indice delle persone e delle cose ed infine un elenco
dei nomi degli artisti.
Una lista alfabetica
dettagliata fornisce informazioni sulle fonti, i loro luoghi di pubblicazione e
le loro versioni. Vi si offre anche una lista delle abbreviazioni. Alcune altre
abbreviazioni sono di interpretazione assai facile. Vorrei qui indicare che
l’indicazione ‘Beiträge’ senza alcun elemento aggiuntivo indica i miei ‘Contributi’ sopra citati.
Devo un ringraziamento
particolare agli istituti scientifici di Vienna, in particolare all’Istituto
per la storia austriaca, la R.R. Biblioteca Imperiale, la R.R. Biblioteca
universitaria e poi specialmente al Dottor Ludwig Traube di Monaco, che non
solamente mi ha sostenuto inviandomi le bozze non ancora pubblicate della sua
edizione dei Poeti latini dell’era carolingia in tre volumi, ma anche aiutato con suggerimenti e proposte durante la
fase di stampa.
E dunque non rimane
che augurare che questo libro possa essere al servizio della scienza.
Vienna, Novembre 1890
* * *
Quellenbuch zur Kunstgeschichte
des Abendländischen Mittelalters: ausgewählte Texte des vierten bis fünfzehnten
Jahrhunderts (Libro delle fonti sulla storia dell’arte del
Medioevo occidentale: testi scelti dal quarto al quindicesimo secolo).
Prefazione
[Questa è una nuova traduzione della prefazione del Quellenbuch. L’edizione italiana del Quellenbuch, pubblicata nel 1992, contiene una traduzione in italiano dello stesso testo, contenuto alle pp. 555-556, a cura di S. Hansen].
Il presente libro
nasce da una necessità personale. L’autore di queste righe aveva collezionato
una raccolta delle più importanti fonti scritte sulla storia dell’arte
medievale, per poterle avere sotto mano nel corso dei propri studi. Ciò gli
serviva anche per evitare di dovere sempre setacciare di nuovo, con molto
sforzo ed enorme perdita di tempo, le pubblicazioni originali, che a volte sono
davvero difficili da trovare e da consultare. Ed in tal modo ha accettato con
piacere di seguire l’invito del direttore di queste “Fonti scritte” e di poter
offrire allo specialista le principali fonti in un volume, soprattutto perché i
grandi repertori storici e teologici da cui sono ricavate non si trovano mai
nelle biblioteche di uno storico dell’arte.
Ho poi fatto un’altra
considerazione. A ragione, lo studio delle fonti scritte – a fianco di quello
dei monumenti – non è oggi più trascurato. È dunque necessario che gli studenti
possano aver modo di far esperienza con l’impiego di queste fonti. Penso dunque
che questa raccolta possa essere d’aiuto per lezioni universitarie e seminari
pratici come testo d’appoggio.
Questo libro delle
fonti ha un’ulteriore ambizione. Vuole offrire uno sguardo sulla letteratura
artistica della cristianità antica e del Medioevo e – così come si è già fatto
in ambiti prettamente storici – proporre un’antologia in cui siano raccolte le
dichiarazioni dell’età di mezzo sulla propria arte. L’organizzazione dei
singoli passi è dunque anche cronologica, secondo l’epoca della scrittura dei
rispettivi testi.
Questo nuovo volume
non ha dunque nulla a che fare con il programma delle raccolte di fonti
letterarie (bizantine e carolinge) già pubblicate in numeri precedenti di
questa serie. Quelle pubblicazioni mirano ad una pubblicazione quanto più completa
possibile di tutte le note ed i passi sull’arte di quei tempi e sono dunque
sostanzialmente pensate per un gruppo più ristretto di specialisti. Qui invece
abbiamo raccolto per principio solamente i testi più ampi e coerenti, ed essi
stessi solamente nelle parti più importanti ed interessanti per uno storico
dell’arte. Anche tenendo conto delle dimensioni del libro abbiamo dovuto
escludere tutte le testimonianze non letterarie: ad esempio, le iscrizioni –
nel senso proprio, ovvero in quanto apposte a monumenti – ma anche i documenti,
gli statuti, gli inventari ed infine – come ovvio – gli scritti teorici.
Un’ulteriore
limitazione è chiarita dal titolo: si considerano solamente i testi occidentali
fino alla conclusione del Medioevo.
Vienna, Pasqua 1895
Dott. Julius von
Schlosser
NOTE
[1] L’opera fu ripubblicata appena quattro anni dopo,
nel 1896.
[2] Pubblicato in italiano nel 1992 col titolo Quellenbuch. Repertorio di fonti per la
Storia dell’Arte del Medioevo occidentale (secoli IV-XV). Con un’aggiunta di
nuovi testi e aggiornamenti critico-bibliografici a cura di János Végh, Firenze, Le Lettere,
1992.
[3] Si veda: https://archive.org/details/beitragezurkunst02schl
[4] Si veda:
[8] De
Mambro Santos, Ricardo - Words of suspension. The definition of ‘Written
Sources’ in Julius von Schlosser’s
Kunstliteratur in 'Journal of Art Historiography' Number 2 June 2010. Si
veda:
[9] Si veda:
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