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lunedì 14 novembre 2016

Francesco Mazzaferro. Julius von Schlosser e due antologie di fonti di storia dell'arte


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Storia delle antologie di letteratura artistica
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Francesco Mazzaferro
Julius von Schlosser e due antologie di fonti di storia dell'arte


Fig. 1) Julius von Schlosser, Le Fonti scritte sulla storia dell’arte carolingia, prima edizione del 1892
Attraverso l’analisi delle antologie, stiamo cercando di identificare le origini e lo sviluppo dello studio delle fonti di storia dell’arte. Le due antologie (per la prima si potrebbe anche parlare di un repertorio di fonti) che Julius von Schlosser pubblica nel 1892 e nel 1896 sono tappe obbligate in questo percorso. Si tratta delle Schriftquellen zur Geschichte der karolingischen Kunst [1] (Fonti scritte sulla storia dell’arte carolingia) del 1892 (da qui in avanti semplicemente Shriftquellen) e del Quellenbuch zur Kunstgeschichte des Abendländischen Mittelalters: ausgewählte Texte des vierten bis fünfzehnten Jahrhunderts del 1896 [2] (Il Libro delle Fonti sulla storia dell’arte nel medioevo occidentale: testi scelti tra il quarto ed il quindicesimo secolo; da adesso semplicemente Quellenbuch). Le analogie (non solo cronologiche, ma pure stilistico-letterarie) fra le due antologie sono evidenti. I due testi furono entrambi pubblicati nella seconda serie della collana di fonti di storia dell’arte della scuola di Vienna, diretta da Albert Ilg (sono rispettivamente il numero 4 e 7 della collana Quellenschriften für Kunstgeschichte und Kunsttechnik des Mittelalters und der Neuzeit, ovvero delle “Fonti scritte della storia dell’arte e della tecnica del Medioevo e del mondo moderno”). Entrambi appartengono all’epoca in cui l’attenzione di Schlosser è tutta rivolta ancora all’arte del Medioevo. Eppure le due antologie rivelano alcune significative differenze e testimoniano l’evoluzione del suo pensiero, in una fase evidentemente precedente al contatto con la cultura idealista di Croce e Vossler, che avverrà intorno al 1902-1903. Come per tutti i post della serie “Storia delle antologie di letteratura artistica”, le rispettive prefazioni, datate rispettivamente novembre 1890 e aprile 1895, sono proposte con mia traduzione al termine di questo saggio.


Due scritti da non tralasciare
  

Fig. 2) Pannello d’avorio per il codice aureo dell'abbazia di Lorsch, 778-820 d.C.
  
Le Schriftquellen, la cui prefazione è datata novembre 1890, appartengono ad una fase del pensiero dello Schlosser prevalentemente positivista, che è ben rappresentata da due scritti di quegli anni. Il primo è un testo di duecento pagine del 1891, intitolato Beiträge zur Kunstgeschichte aus den Schriftquellen des frühen Mittelalters (Contributi alla storia dell’arte dalle fonti scritte dell’Alto Medioevo) e pubblicato dall’Accademia imperiale delle scienze di Vienna [3]. Il secondo è un articolo molto più breve del 1892 [4] (ospitato dal supplemento culturale di un quotidiano monacense, l’Allgemeine Zeitung) che ha per titolo Die Bedeutung der Quellen für die neuere Kunstgeschichte (Il significato delle fonti per la storia dell’arte dell’epoca moderna).


Fig. 3) Julius von Schlosser, Contributi alla storia dell’arte dalle fonti scritte dell’Alto Medioevo, 1891

Lo scritto del 1891, come si legge nelle prime pagine, è in realtà una sorta di commento anticipato alle Schriftquellen, che l’autore annuncia come di prossima pubblicazione: si tratta di quella che originariamente era stata pensata come l’introduzione al repertorio, ma che si è talmente ampliata in corso d’opera da indurre lo storico viennese a pubblicarla separatamente. L’autore spiega che, senza lo studio delle fonti scritte, la conoscenza dell’arte e dell’architettura carolingia sarebbe assai limitata, per la scarsità delle opere d’arte a noi giunte. Non vi sono però altre riflessioni metodologiche sullo studio delle fonti di storia dell’arte. Il saggio è diviso in quattro capitoli, dedicati all’architettura, alle arti visive, al concetto di antico ed alla storia dell’arte stessa nell’epoca carolingia.


Fig. 4) Il codice aureo dell'abbazia di Lorsch, 778-820 d.C.

Il breve articolo del 1892 sull’Allgemeine Zeitung di Monaco offre invece al grande pubblico proprio una panoramica sulle questioni metodologiche. Nonostante il titolo faccia pensare esclusivamente alle fonti di storia dell’arte ‘dell’epoca moderna’, in realtà ad essere discussi sono i differenti problemi che uno studioso incontra nello studio delle fonti dell’arte nelle diverse fasi storiche: l’antichità, il Medioevo, il Rinascimento. Lo studio delle fonti nell’Alto Medioevo è descritto come orientato a forme di ricerca contigue alla filologia ed alla diplomatica.


Fig. 5) La Torhalle (vecchia porta di ingresso) dell'abbazia di Lorsch, 760-790 d.C.


Le fonti di storia dell’arte carolingia

Una delle caratteristiche delle Schriftquellen è la loro natura di repertorio sistematico di tutte le fonti esistenti (presenta 1100 testi d’epoca sull’arte carolingia, distribuiti in cinquecento pagine). Nella sua prefazione (riprodotta alla fine di questo articolo) Schlosser definisce l’opera un manuale (Handbuch). Dunque, più che un’antologia destinata a documentare un’epoca, è una pubblicazione per addetti specializzati: i testi – in gran parte latino-medievali – non vengono né tradotti né commentati. Del resto, come si è detto, il commento era già stato pubblicato separatamente. L’apparato critico si limita (per così dire) ad un glossario di vocaboli tecnici e a diversi indici (dei luoghi, delle cose e delle persone, dei santi, dei nomi degli artisti).


Fig. 6) Friedrich Wilhelm Unger, Fonti della storia dell’arte bizantina, 1878

L’assenza di una traduzione dei testi (i cui motivi sono considerati talmente ‘evidenti’ dallo Schlosser nell’introduzione da non fornirne ragione) è un’importante differenza con un’opera precedente, pubblicata nel 1878 da Friedrich Wilhelm Unger nella prima serie delle fonti delle storie dell’arti viennesi: le Quellen der byzantinischen Kunstgeschichte, ovvero le “Fonti della storia dell’arte bizantina” [5]. I testi bizantini erano stati là tradotti in tedesco, ed accompagnati da un apparato di note. L’antologia di Schlosser si ispira invece – come struttura – ad uno dei classici della filologia classica tedesca dell’Ottocento, il repertorio di Antiken Schriftquellen zur Geschichte der bildenden Künste bei den Griechen [6] (Antiche fonti di storia delle belle arti tra i greci) di Johannes Overbeck, una raccolta eccezionalmente ricca di passaggi della letteratura greca e latina a testimonianza dell’arte greca, dall’epoca omerica a quella bizantina, senza traduzione in tedesco dei testi originali.



Fig. 7) Johannes Overbeck, Antiche fonti di storia delle belle arti tra i greci, 1868


Le fonti di storia dell’arte del Medioevo occidentale

Il Quellenbuch (1896) riflette il passaggio del pensiero dello Schlosser da un orientamento di studio medievista di natura prettamente documentaria allo studio della letteratura artistica del Medioevo come disciplina autonoma, intermedia tra storia dell’arte e storia della letteratura. Non a caso, all’interno del Quellenbuch, compare il termine “Kunstliteratur”, mentre le  Schriftquellen non vi fanno alcun riferimento. La recente mostra tenutasi all’Istituto di storia dell’arte di Vienna per festeggiare i centocinquant’anni della nascita dello studioso ha rivelato che la prima documentazione archivistica presente nei fondi dell’Università di Vienna a riferirsi al concetto di Kunstliteratur è proprio del 1896.

Rispetto al repertorio del 1892 e alla sua ambizione di offrire una raccolta ‘completa’ delle fonti carolinge, il nuovo testo è di natura più compiutamente antologica. Lo scrive lo stesso Schlosser nella prefazione: “Questo Quellenbuch ha un’altra ambizione. Vuole offrire uno sguardo sulla letteratura artistica della cristianità antica e del Medioevo e – così come si è già fatto in ambiti prettamente storici – proporre un libro di lettura, in cui siano raccolte le dichiarazioni dell’epoca di mezzo sulla sua arte. L’organizzazione dei singoli passi è dunque anche cronologica, secondo l’epoca della scrittura dei rispettivi testi. Questo nuovo volume non ha dunque nulla a che fare con il programma delle raccolte di fonti letterarie (bizantine e carolinge) già pubblicate in numeri precedenti di questa serie. Quelle pubblicazioni mirano ad una pubblicazione quanto più completa di tutte le note ed i passi sull’arte di quei tempi e sono dunque sostanzialmente pensate per un gruppo più ristretto di specialisti. Qui invece abbiamo raccolto per principio solamente i testi più ampi e coerenti, ed essi stessi solamente nelle parti più importanti ed interessanti per uno storico dell’arte.”



Fig. 8) Il Libro delle Fonti sulla storia dell’arte nel medioevo occidentale
  
In un ampio saggio introduttivo (pagine VII-XXI) dal titolo Überblick der Kunstliteratur vom IV bis zum XV. Jahrhundert (Sguardo sulla letteratura artistica dal IV al XV secolo) il Quellenbuch offre anche una discussione teorica sui generi della letteratura artistica, differenziando tra letteratura poetica (ästhetische), teorica e storica. Sono le stesse categorie che si troveranno nella discussione sulle fonti di storia dell’arte medievale, nell’opera maggiore di Schlosser, la Kunstliteratur del 1924. Gran parte dei contenuti del saggio del 1896 sono dunque ripresi dopo trent’anni nell’opera maggiore.

Schlosser discute prima la cosiddetta letteratura artistica poetica: i modelli di riferimento nell’antichità sono la descrizione in versi della statua equestre di Domiziano da parte di Stazio (40 – 96 dopo Cristo) e gli epigrammi ellenistici dedicati all’arte. 

Fig. 9) Iscrizione bizantina, Gerusalemme (senza data)

La letteratura artistica – concepita in questi termini poetici – conosce nel Medioevo alcuni sviluppi specifici, cui Schlosser dedica particolare attenzione: dall’epigramma greco-latino dell’antichità derivano i tituli, iscrizioni religiose spesso in versi che vengono apposte a bassorilievi, mosaici ed affreschi per illustrare le scene lì riprodotte, a partire dall’epoca bizantina. Alcuni poeti, come Prudenzio (348-410 d.C.) ed il vescovo Paolino da Nola (353-431) si specializzano nella composizione di tituli programmatici in versi, a commento di opere d’arte da realizzarsi. Ma è con Eccardo IV di San Gallo (980 –1057) e con i suoi versi per il duomo di Magonza che quell’arte si perfeziona, fino a diffondersi anche in Italia, avendone esempi fino al Rinascimento (ad esempio gli estratti dal Petrarca negli affreschi del Guariento a Padova o i dipinti del Pinturicchio sulla vita di Enea Silvio nella Libreria Piccolomini di Siena).


Fig. 10) Tituli in latino nei mosaici di San Marco a Venezia, XI-XII secolo
Fig. 11) Pinturicchio, tituli alla base dell’affresco
Incoronazione di Enea Silvio Piccolomini con una corona di alloro da parte di Federico III”, 1502-1508

Un’altra espressione tipica della letteratura artistica medievale - scrive Schlosser - è la descrizione poetica di natura ecfrastica, ovvero i testi di letterati e retorici che si pongono il fine di descrivere le opere d’arte. Vengono citati moltissimi autori che vivono nel mondo degli ordini religiosi medievali, ma anche laici come Walafrid Strabo, autore di una poesia sulla statua equestre (perduta) di Teodorico a Ravenna , e persino come Boccaccio, con il suo poema allegorico “Amorosa visione”.

Mentre la letteratura poetica è descritta con grande attenzione, molto limitato (solamente poche righe) è invece lo spazio dedicato al secondo genere, ovvero alla letteratura teorica, per la sua natura considerata non sufficientemente artistica. Anzi, nella prefazione, Schlosser dice che tale esclusione dal Quellenbuch è ‘ovvia’. Nel saggio Schlosser fornisce un esempio e spiega che il Quellenbuch non include alcun passo della Schedula Diversarum Artium di Teofilo, perché quel testo ha un’esclusiva attenzione ai fattori tecnici (le ricette dei colori) e dunque è estranea alla letteratura artistica. Va qui detto che proprio nella Kunstliteratur del 1924 ampio spazio sarà invece dedicato a Teofilo. Nel Quellenbuch non vi è inoltre alcun riferimento al Libro dell’Arte di Cennino Cennini, cui l’opera del 1924 assegna invece un ruolo centrale nell’elaborazione del linguaggio artistico nel volgare italiano, 

Seguono infine testi storiografici, ovvero della terza categoria (letteratura storica). Sono in primo luogo i libri pontificali e gli inventari del mondo ecclesiale romano (che documentano la costruzione e la decorazione delle chiese), poi gli inventari di corte e del mondo ecclesiastico francese (si cita Gregorio da Tours). A questa categoria sono assimilati i testi periegetici e topografici (come le cronache dei pellegrinaggi nel Medio Oriente o a Roma) e le biografie di artisti, a volte in forma di leggenda. Particolare attenzione è data alla letteratura artistica su artisti nel tardo Medioevo italiano.

Al saggio introduttivo seguono i testi: è, a dire il vero, sorprendente che le trecento pagine non seguano la tripartizione appena descritta, e non vi sia alcun tentativo di proporre una corrispondenza tra le diverse categorie: da un saggio introduttivo per generi si passa infatti all’esposizione dei testi in termini puramente cronologici, senza alcun passaggio intermedio. Attendiamo perciò con impazienza la pubblicazione della relazione del Professor Raphael Rosenberg dell’Università di Vienna sul tema: “Letteratura artistica: secondo le epoche o secondo i generi?” [7]. L’antologia è infatti strutturata in tre capitoli: l’antichità cristiana ed il primo Medioevo; l’Alto Medioevo; il XIV e il XV secolo. L’ultimo testo citato è un estratto dei Commentarii di Ghiberti (autore amatissimo da Schlosser) sui trecentisti toscani. Nessuno dei testi è tradotto (vi sono dunque scritti in latino, e nelle singole lingue medievali - tedesco, francese, italiano -). Seguono gli indici degli autori, dei luoghi, delle cose, degli artisti e delle espressioni tecniche.


Fattori di continuità e discontinuità

Si è autorevolmente sostenuto [8] che, nell’evoluzione del pensiero di Schlosser sulla letteratura artistica, uno dei momenti fondamentali sia stato contraddistinto dal passaggio dalle sue dispense universitarie (pubblicate a partire del 1914 con un testo di un centinaio di pagine sul Medioevo intitolato Materialien zur Quellenkunde der Kunstgeschichte. 1. Heft. Mittelater (Materiali sullo studio delle fonti della storia dell’arte. Primo fascicolo. Medioevo) [9] all’opera principale del 1924, la Kunstliteratur. L’adozione del titolo ‘Letteratura artistica’ invece di ‘Materiali’ è visto, secondo quell’interpretazione, come una prova dell’influsso dell’estetica di Vossler e Croce. Si sarebbe passati in quel modo da una concezione positivista ad una idealista.

Fig. 12) Julius von Schlosser, Materiali sullo studio delle fonti della storia dell’arte. Primo fascicolo. Medioevo, 1914

In realtà questo articolo dimostra che il passaggio terminologico si verifica già tra 1892 e 1896, ed è perciò indipendente dal fruttuoso contatto con l’idealismo crociano e l’estetica vossleriana degli anni successivi. L’adozione dell’espressione ‘letteratura artistica’ è probabilmente parte di una maturazione dello studioso, che cerca di dare maggior sistematicità ad un interesse per le fonti che gli deriva senz’altro dalla formazione culturale viennese. Invece, tra i Materiali del 1914 ed il manuale del 1924, a parte il titolo, nulla cambia: si tratta sostanzialmente dello stesso testo, prima pubblicato in dispense ed ora in un singolo volume.


Fig. 13) Julius von Schlosser, La letteratura artistica, 1924

Semmai colpisce l’elemento di continuità dei testi del 1914-1924 rispetto agli studi di trent’anni prima. Il chiaro intento didattico della “Letteratura artistica” è già evidente alla fine del secolo precedente, anche se l’autore si indirizza ad un mondo sicuramente molto ristretto di studiosi capaci di utilizzare il latino medievale come lingua veicolare. Già nel 1892, infatti, vi è l’ambizione di scrivere un manuale, sia pure specialistico; nel 1896 ci si preoccupa dell’impiego delle fonti da parte di un numero più ampio di studenti.

Si è già notato in un altro post che la definizione delle fonti di storia dell’arte come insieme di strumenti accessori e secondari di conoscenza, già esposta nell’articolo sull’Allgemeine Zeitung del 1892, è esattamente riprodotta nell’opera principale. Si può oggi aggiungere che la sistemazione della letteratura artistica medievale in poetica, teorica e storiografica compare già nel 1896, come da quell’anno deriva gran parte della sostanza delle pagine sul Medioevo del 1914-1924.

Il maggiore elemento di discontinuità è nel nuovo interesse, che emerge già nei Materiali del 1914, per la letteratura delle ricette di Teofilo e Cennino, non più considerate opere minori come nel 1896. Va qui notato che, quando scrisse il Quellenbuch, Schlosser era sottoposto agli indirizzi di Albert Ilg (1847-1896), direttore della seconda serie delle “Fonti scritte di storia dell’arte”. Ilg, primo traduttore di Cennino Cennini in tedesco nel 1871, ne era stato grande detrattore. Schlosser ed Ilg non furono mai in buoni rapporti (è famoso che Schlosser non lo ritenesse parte integrale della Scuola di Vienna) e, quando Ilg venne a mancare nel 1896, forse si aprirono spazi di maggiore libertà intellettuale per Schlosser. 


Vienna contro Berlino

Fig. 14) Ernst Guhl, Lettere di artisti, nell’edizione rivista e ampliata del 1880

Altrettanto interessante sembra il confronto tra le due antologie viennesi dello Schlosser – pur nella loro diversità -  e le due berlinesi di Ernst Karl Guhl (1853-1856) e Hermann Uhde-Bernays (1926). Anche se von Schlosser era un grande ammiratore di Carl Friedrich von Rumohr (1785-1843), ovvero del fondatore della scuola della storia dell’arte di Berlino, almeno nel confronto tra antologie di fonti di storia dell’arte Vienna e Berlino sembrano vivere in mondi diversi e paralleli. Le antologie viennesi (quelle di Schlosser ed Unger) sono tutte concentrate su epoche e temi (il mondo bizantino, quello carolingio, il Medioevo) per conoscere meglio i quali si cerca di compensare la scarsità delle opere d’arte con una raccolta quanto più ampia possibile di tutte le fonti scritte disponibili: il modello è quello dei repertori filologici che supportano la ricerca archeologica. Le antologie berlinesi si focalizzano invece su epoche contraddistinte da una larghissima presenza di testimonianze materiali e scritte, e si concentrano perciò su un solo genere (la lettera) escludendo ogni altro testo (trattati, memorie).

Inoltre, mentre in entrambe le antologie dello Schlosser l’obiettivo è quello della completezza filologica (1892) e della ricchezza della rappresentatività storica (1896), il filone berlinese delle fonti di storia dell’arte offre invece agli autori la possibilità di attuare una selezione dei testi altamente soggettiva, il cui obiettivo è definito a priori dal curatore in modo selettivo. Nel caso di Guhl, vengono scelte le lettere d’artista che spiegano il rapporto dei pittori con il loro tempo, mentre nel caso di Uhde-Bernays l’obiettivo è quello di testimoniare l’evoluzione degli aspetti spirituali della creazione artistica. I berlinesi si servono delle raccolte di lettere per proporre letture alternative della storia dell’arte, centrandola tutta sulla visione unica e personale degli artisti (spesso contrapposta alle interpretazioni dei critici d’arte).

In conclusione, se per Schlosser (ed i viennesi) l’analisi delle fonti della storia dell’arte è al servizio dello studioso come strumento ancillare e secondario, per i berlinesi offre invece chiavi di lettura che, secondo una lettura idealistica, provengono dalla sfera individuale e finiscono perciò per divenire più veritiere degli elementi materiali.

* * *

Schriftquellen zur Geschichte der karolingischen Kunst (Fonti scritte sulla storia dell’arte carolingia)
Prefazione


Il presente lavoro riprende, sia pur in forma diversa, un filo conduttore che ha già preso forma nella prima serie di queste Fonti scritte di storia dell’arte, grazie alla collezione di Unger sulle Fonti della storia dell’arte bizantina. Sulla giustificazione e l’utilità, così come su obiettivi e finalità di una simile impresa l’autore si è già espresso nell’introduzione ai suoi ‘Contributi alla storia dell’arte dalle fonti dell’Alto Medioevo’ che sono stati pubblicati negli atti delle sedute [Sitzungsberichte] dell’Accademia Imperiale delle Scienze di Vienna (Tomo 123, 1891, uscito anche separatamente con lo stesso titolo). Per non ripetere cose già dette si veda dunque questo scritto, cui si dovrà sempre fare di seguito riferimento come se fosse un ampio commento, dal momento che contiene i risultati dello studio delle fonti scritte carolingie.

Il compito essenziale di quest’introduzione sarà quindi quello di spiegare al lettore la struttura ed il contenuto del libro.

I confini temporali e spaziali della materia sono già chiari nel titolo. Si comprende un periodo di tempo di circa 150 anni, dal re Pipino il Breve fino alla morte dell’ultimo carolingio tedesco, all’inizio del decimo secolo, con cui si verifica una nuova svolta nella storia della vita e dell’arte tedesca. La scena è la Francia nella sua definizione più ampia, e dunque la Francia dell’Est e dell’Ovest, un’area corrispondente alle attuali Francia e Germania, che per molti secoli hanno una storia comune. L’Italia assume una posizione autonoma per tradizione e storia; il IX secolo non implica qui una vera e propria cesura e sarebbe stato poco giustificato ed utile identificare una fase separata dello sviluppo storico. Ed invece proprio nel Nord l’Europa carolingia ha una sua posizione assolutamente distinta, con caratteristiche specifiche e ben definite. Essa costituisce il momento d’avvio dell’arte nazionale- nordica, e soprattutto dell’arte nazional-tedesca e funziona come cesura sia per quello che vi era prima e per quello che vi sarà dopo. Credo dunque che ciò giustifichi lo sforzo di compilare le fonti scritte che documentano questa fase.

Il primo requisito di un manuale è la comodità dell’uso e la sua chiarezza; un secondo e non meno importante è rappresentato dall’avere buoni indici. Il presente libro cerca di soddisfarli entrambi.

La suddivisione dei passi delle fonti (ognuno contraddistinto da un numero) è geografica-alfabetica per l’architettura, per materie per le belle arti. All’interno di queste categorie l’ordine è, per quanto possibile, cronologico. All’inizio di ogni sezione viene indicata la letteratura rilevante, con l’obiettivo della completezza. E tuttavia si troveranno forse qua e là delle lacune, soprattutto per quel che riguarda la letteratura locale francese, assai difficile da recuperare. Per quel che riguarda la completezza stessa delle fonti, il loro numero (più di 1100) parla da sé: non credo che possa essermi sfuggito un passo davvero significativo. Mi sono trovato dinanzi a difficoltà su come trattare quelle notizie che si limitavano esclusivamente a dar conto della consacrazione di chiostri, della costruzione di chiese e cappelle, di incendi e devastazioni di ogni tipo. In questi casi ho preso in considerazione solamente ciò che era significativo e storicamente rilevante, dato che il libro ha un contenuto di storia dell’arte, non di archeologia.

A differenza dalla prassi abituale per questo genere di pubblicazioni, ci si è astenuti da una traduzione in tedesco. La ragione è evidente. Al contrario si è fatto uno sforzo cospicuo nella realizzazione di un glossario tecnico. Per le stesse ragioni si sono approntati un indice dei nomi dei santi, spesso così importanti da un punto di vista della storia dell’arte, un indice dei luoghi, un indice delle persone e delle cose ed infine un elenco dei nomi degli artisti.

Una lista alfabetica dettagliata fornisce informazioni sulle fonti, i loro luoghi di pubblicazione e le loro versioni. Vi si offre anche una lista delle abbreviazioni. Alcune altre abbreviazioni sono di interpretazione assai facile. Vorrei qui indicare che l’indicazione ‘Beiträge’ senza alcun elemento aggiuntivo indica i miei ‘Contributi’ sopra citati.

Devo un ringraziamento particolare agli istituti scientifici di Vienna, in particolare all’Istituto per la storia austriaca, la R.R. Biblioteca Imperiale, la R.R. Biblioteca universitaria e poi specialmente al Dottor Ludwig Traube di Monaco, che non solamente mi ha sostenuto inviandomi le bozze non ancora pubblicate della sua edizione dei Poeti latini dell’era carolingia in tre volumi, ma anche aiutato con suggerimenti e proposte durante la fase di stampa.

E dunque non rimane che augurare che questo libro possa essere al servizio della scienza.

Vienna, Novembre 1890



* * *

Quellenbuch zur Kunstgeschichte des Abendländischen Mittelalters: ausgewählte Texte des vierten bis fünfzehnten Jahrhunderts (Libro delle fonti sulla storia dell’arte del Medioevo occidentale: testi scelti dal quarto al quindicesimo secolo). 
Prefazione

[Questa è una nuova traduzione della prefazione del Quellenbuch. L’edizione italiana del Quellenbuch, pubblicata nel 1992, contiene una traduzione in italiano dello stesso testo, contenuto alle pp. 555-556, a cura di S. Hansen].


Il presente libro nasce da una necessità personale. L’autore di queste righe aveva collezionato una raccolta delle più importanti fonti scritte sulla storia dell’arte medievale, per poterle avere sotto mano nel corso dei propri studi. Ciò gli serviva anche per evitare di dovere sempre setacciare di nuovo, con molto sforzo ed enorme perdita di tempo, le pubblicazioni originali, che a volte sono davvero difficili da trovare e da consultare. Ed in tal modo ha accettato con piacere di seguire l’invito del direttore di queste “Fonti scritte” e di poter offrire allo specialista le principali fonti in un volume, soprattutto perché i grandi repertori storici e teologici da cui sono ricavate non si trovano mai nelle biblioteche di uno storico dell’arte.

Ho poi fatto un’altra considerazione. A ragione, lo studio delle fonti scritte – a fianco di quello dei monumenti – non è oggi più trascurato. È dunque necessario che gli studenti possano aver modo di far esperienza con l’impiego di queste fonti. Penso dunque che questa raccolta possa essere d’aiuto per lezioni universitarie e seminari pratici come testo d’appoggio.

Questo libro delle fonti ha un’ulteriore ambizione. Vuole offrire uno sguardo sulla letteratura artistica della cristianità antica e del Medioevo e – così come si è già fatto in ambiti prettamente storici – proporre un’antologia in cui siano raccolte le dichiarazioni dell’età di mezzo sulla propria arte. L’organizzazione dei singoli passi è dunque anche cronologica, secondo l’epoca della scrittura dei rispettivi testi.

Questo nuovo volume non ha dunque nulla a che fare con il programma delle raccolte di fonti letterarie (bizantine e carolinge) già pubblicate in numeri precedenti di questa serie. Quelle pubblicazioni mirano ad una pubblicazione quanto più completa possibile di tutte le note ed i passi sull’arte di quei tempi e sono dunque sostanzialmente pensate per un gruppo più ristretto di specialisti. Qui invece abbiamo raccolto per principio solamente i testi più ampi e coerenti, ed essi stessi solamente nelle parti più importanti ed interessanti per uno storico dell’arte. Anche tenendo conto delle dimensioni del libro abbiamo dovuto escludere tutte le testimonianze non letterarie: ad esempio, le iscrizioni – nel senso proprio, ovvero in quanto apposte a monumenti – ma anche i documenti, gli statuti, gli inventari ed infine – come ovvio – gli scritti teorici.

Un’ulteriore limitazione è chiarita dal titolo: si considerano solamente i testi occidentali fino alla conclusione del Medioevo.

Vienna, Pasqua 1895
Dott. Julius von Schlosser


NOTE

[1] L’opera fu ripubblicata appena quattro anni dopo, nel 1896.

[2] Pubblicato in italiano nel 1992 col titolo Quellenbuch. Repertorio di fonti per la Storia dell’Arte del Medioevo occidentale (secoli IV-XV). Con un’aggiunta di nuovi testi e aggiornamenti critico-bibliografici a cura di János Végh, Firenze, Le Lettere, 1992.


[4] Si veda: 




[8] De Mambro Santos, Ricardo - Words of suspension. The definition of ‘Written Sources’ in Julius von Schlosser’s Kunstliteratur in 'Journal of Art Historiography' Number 2 June 2010. Si veda: 

[9] Si veda: 





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