Pagine

mercoledì 8 aprile 2015

Marco Boschini. L'epopea della pittura veneziana nell'Europa barocca. Treviso, ZeL Edizioni, 2014

English Version

Marco Boschini. 
L’epopea della pittura veneziana nell’Europa barocca
A cura di Enrico Maria Dal Pozzolo,
con la collaborazione di Paolo Bertelli


Treviso, ZeL edizioni, 2014


Pietro Bellotti, Ritratto di Marco Boschini
(incisione di Marco Boschini pubblicata all'interno della Carta del navegar pitoresco)
Fonte http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html



Un consiglio

Si suggerisce di leggere questa recensione dopo quella (ben più autorevole) che Carlo Ludovico Ragghianti scrisse nel 1967, all’uscita dell’edizione critica della Carta del navegar pitoresco, curata da Anna Pallucchini e già pubblicata in questo blog.

Frontespizio della Carta del Navegar Pitoresco
Fonte: http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html


Marco Boschini fra italiano e lingua veneta

Il volume raccoglie gli Atti dell’omonimo convegno, svoltosi a Verona fra il il 19 e il 20 giugno 2014.

Raramente un titolo ha reso in maniera così chiara l’idea degli organizzatori. Fare il punto sull’opera di Marco Boschini, figura di snodo della letteratura artistica veneziana del XVII secolo, collocandolo in un contesto di respiro europeo e nel milieu culturale che lo vede crescere: il barocco. Ad essere onesti, l’aggancio con la cultura europea dell’epoca sembra essere un filone ancora tutto da percorrere. È vero che il capolavoro di Boschini, ovvero la Carta del navegar pitoresco (1660) è dedicato all’arciduca Leopoldo Guglielmo d’Asburgo, leggendaria figura di collezionista seicentesca, e che pochi mesi dopo la pubblicazione Boschini riceve (come consuetudine all’epoca) importanti riconoscimenti dalla Casa d’Austria; ma si tratta più che altro del tentativo dello scrittore e commerciante veneziano di ingraziarsi una committenza di altissimo livello come sbocco per le opere d’arte della cui vendita si occupa. In questo senso, ad esempio, la dedica che Carlo Cesare Malvasia rivolge a Luigi XIV nella sua Felsina Pittrice, 18 anni dopo, ha una valenza “politica” di maggior spessore, ed è rivolta a trovare nel mondo culturale francese una sponda che legittimi l’importanza della scuola artistica bolognese rispetto alla presunta superiorità della fiorentina e della romana.

Non vi è dubbio alcuno, invece, che Boschini vada inserito nell’ambito della cultura barocca, a partire dalla forma letteraria scelta per scrivere la sua Carta del navegar pitoresco, un travolgente poema in quartine rimate ABBA scritto esclusivamente in veneziano. Ricondurre Boschini alla cultura barocca non è sempre stato dato per scontato. Giustamente Giuliana Tomasella in Il recupero di Boschini nella critica moderna fa presente come tale recupero avvenga in Italia negli anni dal primo dopoguerra in poi, sotto l'influenza del giudizio sostanzialmente negativo emesso da Benedetto Croce nei riguardi del barocco. E che quindi di Boschini si preferisca esaltare l’anti-classicismo, l’anti-intellettualismo, la spontaneità del verso e della lingua, in contrapposizione al filo-fiorentinismo dilagante da Vasari in poi. È davvero molto interessante la sezione del libro in cui si esplorano aspetti ed influenze letterarie che possono in qualche modo relazionarsi alla Carta. Piermario Vescovo, ad esempio, in “Nave pitoresca” non può far a meno di notare un dato di per sé oggettivo, ovvero che mentre in altre sue opere di natura catalografica o storiografica, e segnatamente Le Minere della pittura (1664) e le Ricche Minere (1674) Boschini sceglie di esprimersi in lingua italiana, per la Carta viene appunto adottato il veneziano. “La ragione più rilevante” – scrive Vescovo – “se guardiamo alla complessiva storia dell’impiego letterario del veneziano, risiede nella Carta […] nel fatto che “il dialetto” funzioni meglio della “lingua” laddove il discorso coinvolga lo spessore “naturale” di una “lingua del quotidiano”. […] Boschini racconta la “pittura” veneziana, soprattutto nella sua esecuzione materiale, attraverso un dialetto che contiene anche una lingua settoriale, di parole-cose o di parole-procedimenti, di tecniche ed effetti, ma a partire dalla materialità dell’esecuzione, non della visione esterna e “letteraria”, con cui un’esperienza veniva evidentemente comunicata, da maestro ad apprendista, nelle “botteghe” ma che trovava anche diffusione nei circuiti degli “esperti” ed “intendenti”, esattamente l’universo in cui il nostro si muove” (pp. 100-101). Non solo e non tanto una scelta “politica”, ma un’esigenza linguistica.


Antiporta della Carta del Navegar Pitoresco: Mercurio che presenta la Pittura a Giove
Fonte: http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html


La Regata

Esigenza linguistica che è possibile reperire anche in altri scritti minori di Boschini. Uno di questi è La regata unico cimento maritimo a l’uso venezian, un poemetto scritto anch’esso in lingua veneziana nel 1670. Si tratta di una delle tante preziose sorprese che ci offre l’opera. Ne scrive Daria Perocco, che ne ha curato l’edizione critica nel 2006 (Daria Perocco, “Con un remo in liogo de penelo”: la regata di Marco Boschini).  Il poema è una composizione in cui Boschini si propone di descrivere lo svolgimento di quella che oggi chiameremmo “regata storica” e che all’epoca era un avvenimento mondano, spesso offerto in omaggio a visitatori stranieri illustri che non mancavano di contribuire all’organizzazione elargendo premi in denaro per i vincitori delle varie categorie (esisteva anche la regata riservata alle donne). La pittura vi viene sempre in qualche modo coinvolta. Boschini immagina di percorrere il campo di regata su un’imbarcazione che ospita due preziose compagne di viaggio: “Curiosità” e “Pittura”. A quest’ultima viene ceduto il posto più importante, la poppa, dove normalmente si trova il gondoliere che rema e dà la direzione alla barca. E non è certo un caso che descrivendo il modo di vogare “alla veneta”, ovvero stando in piedi con un remo solo, Marco operi un delizioso “parallelo con i pittori veneziani, che appunto, dimostrano nella pittura una somma abilità e sanno usare il pennello come i regatanti usano il remo: «Come xe in man de sti Popieri el remo, cusì el penel xe in man dei Veneziani» (p. 120).


La Carta del Navegar Pitoresco: Vento Ottavo
Fonte: http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html


La Galleria moderna

Se la scelta del veneziano nella Carta è determinata da esigenze linguistiche, non sembra tuttavia che i motivi per cui il poema fu riscoperto ed esaltato nel Novecento siano oggi totalmente condivisibili. È ad esempio discutibile che l’opera dia libero sfogo all’estro e alla fantasia del poeta, rifuggendo l’intellettualismo del mondo delle Accademie. Linda Borean in “Per dover far moderna Galaria”. Marco Boschini e gli artisti del suo tempo si sofferma nell’analisi degli ultimi due “Venti”, il Settimo e l’Ottavo (i “Venti” si possono considerare i Canti di cui è composta la Carta). Il Settimo contiene un elogio dei pittori viventi (compresi artisti stranieri che andavano per la maggiore sul mercato collezionistico lagunare) che sfocia poi (nell’Ottavo) in una “moderna Galaria” che propone una serie di disegni commissionati da Boschini e da lui stessi tradotti in forma d’incisione (si veda anche Francesca Cocchiara, Boschini incisore). È evidente l’influsso della Galleria di Giovan Battista Marino. Ed è altrettanto chiaro che si tratta di una sorta di “catalogo” meditatissimo che Boschini “intendente” e intermediario di opere d’arte intende offrire ai lettori dell’opera, ovvero alla classe degli aristocratici veneziani (e non) dilettanti di pittura presso i quali Marco intende accreditarsi come consigliere di fiducia (si veda in merito Enrico Maria Dal Pozzolo, Le maschere dell’Eccellenza).


Marco Boschini, La Carta del Navegar Pitoresco, Vento Ottavo: la doppia pagina dedicata a Daniel Van Den Dyck Nell'incisione: Giove adorna la Virtù di un manto regio)
Fonte: http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html

Non è possibile, per motivi di spazio, operare una rassegna più analitica. Tuttavia è nostro dovere segnalare altre prelibatezze che è possibile assaporare nel volume. Sto parlando ad esempio delle pagine dedicate alla Regia terena de i dei, un altro poemetto dedicato questa volta alla descrizione, in termini ovviamente encomiastici della residenza che i Gonzaga avevano fatto erigere come luogo di delizia a Maderno, sul Lago di Garda (si veda Paolo Bertelli, Boschini e la villa di Maderno. Appunti sulla Regia terena de i dei); ovvero della possibilità di visionare l’intera opera incisoria di Boschini (che rende conto anche dei suoi interessi di cartografo) grazie all’Atlante curato da Francesca Cocchiara. E desidererei concludere con la prima trascrizione moderna degli appunti realizzati da Pier Antonio Novelli (1729-1804) per la redazione di una biografia boschiniana. La trascrizione del manoscritto, conservato oggi presso la Biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia, è curata da Loredana Olivato e Lionello Puppi. I curatori non avanzano un’ipotesi di datazione. Credo sia importante porre a confronto questi appunti con i molti appunti manoscritti redatti da Pietro Edwards (che pure era di una generazione successiva rispetto al Novelli: 1744-1822). [1] Ebbene, se Novelli si sofferma a lungo e principalmente sulla Carta, Edwards non prende mai in considerazione Boschini per il suo poema, che deve ovviamente aver letto, e lo ricorda invece insistentemente per le Minere e per le Ricche Minere. Non credo sia un caso, ma la scelta di un artista che evidentemente non condivide più l’approccio “barocco” all’arte propugnato nella Carta.


Marco Boschini, La Carta del Navegar Pitoresco. Vento Ottavo
L'Eloquenza incorona la Pittura (da Carlo Ridolfi)
Fonte: http://www.isaventuri.it/BIBLIOTECA%20STORICA/S.Pietro_Patrimonio%20disperso/2_BOSCHINI.html

 Un difetto

Abbiamo accennato alle Minere e alle Ricche Minere. Ci ritorniamo subito per segnalare quello che, a nostro avviso, è un difetto del volume.

Le opere principali di Boschini sono tre: La Carta del Navegar Pitoresco (1660), Le minere della pittura veneziana (1664, in italiano) e Le ricche minere della pittura veneziana (1674, in italiano), che costituisce di fatto un ampliamento del testo edito dieci anni prima. Fra gli ampliamenti forniti nelle Ricche minere spicca l’inserimento della Breve instruzione per intender in qualche modo le maniere de gli Auttori Veneziani, il cui scopo è delineare l’evolvere dello stile degli artisti lagunari. Ebbene, Minere e Ricche Minere di fatto, nel volume che stiamo recensendo, sono trascurate. Di esse scrive Enrico Maria Dal Pozzolo a p. 11 (contrapponendole alla Carta del navegar pitoresco): “le due guide registrano in maniera neutra, capillare e sistematica, il patrimonio artistico che rendeva unica la città lagunare”. Tutto qui. Qualche citazione è lasciata alla Breve Instruzione, ma sempre in rapporto alla Carta del navegar pitoresco. Si tratta peraltro di un legame rinsaldato proprio con l’edizione critica condotta da Anna Pallucchini ed edita nel 1966. In quell’occasione Pallucchini propose, assieme alla Carta, anche il testo della Breve Instruzione, di fatto creando una “nuova opera” che racchiudeva tutte le pagine di critica d’arte del Boschini. Ma non dobbiamo e non possiamo dimenticarci che l’originale collocazione della Breve Instruzione è all’interno delle Ricche Minere. Ci saremmo onestamente aspettati almeno un saggio dedicato alla produzione delle guide veneziane. Lungi da noi credere che questo aspetto sia stato sottovalutato dai curatori del convegno; probabilmente le scelte sono state operate sulla base di elementi contingenti. Noi ci teniamo a ribadire, tuttavia, che Boschini senza le sue guide non è “tutto” il Boschini. Una cosa da tener ben presente.


NOTE

[1] Sui manoscritti inediti di Pietro Edwards mi permetto di rinviare al mio Le Belle Arti a Venezia nei manoscritti di Pietro e Giovanni Edwards. Con l’edizione critica del Repertorio Generale delle Venete Belle Arti, di prossima pubblicazione per i tipi di GoWare editore, Firenze.

Nessun commento:

Posta un commento