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venerdì 6 febbraio 2015

Giuseppe Viola Zanini. Della Architettura (1629)

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Giuseppe Viola Zanini
Della Architettura di Gioseffe Viola Zanini

A cura di Andrew Hopkins


Vicenza, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, 2001

Giuseppe Viola Zanini. Dell'Architettura
Fonte: http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Images/Gonse321Index.asp

[1] Viene proposta la ristampa del Della Architettura di Gioseffe (o Giuseppe) Viola Zanini, pubblicata a Padova nel 1629. Sono poste prima della ristampa la prefazione di Mario Piana ed il saggio introduttivo di Andrew Hopkins. Il saggio di Andrew Hopkins può essere letto online su Academia.edu. Viola Zanini (1575 circa - 1631), architetto e decoratore di prospettive sui soffitti di importanti residenze nobiliari locali, proveniva da una famiglia attiva nel settore da almeno due generazioni. Fu inoltre discepolo dell’architetto padovano Vincenzo Dotto, cui è dedicata l’opera.


Giuseppe Viola Zanini, Dell'Architettura
Fonte: http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Images/Gonse321Index.asp


[2] L’opera è strutturata in due libri (un terzo libro, cui accenna l’autore e dedicato agli edifici pubblici non fu mai scritto). “Il primo libro si occupa sostanzialmente di questioni pratiche concernenti tecniche di costruzione e materiali, mentre il secondo è dedicato agli ordini” (p. XIX).


Giuseppe Viola Zanini, Dell'Architettura
Fonte: http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Images/Gonse321Index.asp

[3] La discreta fama di cui godette il lavoro di Viola Zanini è probabilmente anche la causa di qualche equivoco. Il Della Architettura fu infatti incluso da Roland Fréart de Chambray nel proprio Parallèle de l’architecture antique et de la moderne (1650) con particolare riferimento alla trattazione degli ordini, che viene accomunata a quella di Leon Battista Alberti nel suo De re aedificatoria (va detto per inciso che Fréart de Chambray critica duramente tale trattazione). In realtà l’accostamento è quanto meno improprio e si può pensare che trovi la sua unica spiegazione nel fatto che il lavoro di Viola Zanini era cronologicamente l’ultimo ad essere stato pubblicato prima dell’uscita del Parallèle. Tuttavia è curioso che il trattato di Viola Zanini sia preso in considerazione anche in un trattato spagnolo del XVII secolo come quello di Fray Lorenzo de San Nicolás, che è sì successivo all’opera di Fréart de Chambray (il secondo volume, in cui si parla del nostro, è del 1665), ma che non sembra aver attinto dal francese. Pare cioè credibile (ed occorrerebbe un’esplorazione più approfondita) che nel panorama forse non esaltante della trattatistica italiana del 1600 il presente lavoro abbia goduto di una fama maggiore di quanto noi non si possa credere. In realtà, appunto, l’opera oggetto di questa recensione ha ben poco in comune con i grandi trattati rinascimentali, sia quello albertiano sia quelli di matrice veneta (da Palladio al Vitruvio del Barbaro e allo Scamozzi ). Naturalmente vi sono parti in cui vengono riproposti temi cari ai trattati appena citati (è appunto il caso dell’esposizione degli ordini nel Libro secondo), ma è indubbio che Viola Zanini scriva con uno spirito diverso, che è quello di produrre un’opera che sia utile e comprensibile ai dilettanti della materia, che contenga indicazioni pratiche e che non sia eccessivamente costosa. L’autore, insomma, ha ambizioni più ridotte; il suo è un lavoro dal respiro più corto, e proprio per questo destinato ad un pubblico diverso.

Giuseppe Viola Zanini, Dell'Architettura
Fonte: http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Images/Gonse321Index.asp


[4] In fondo al volume è riproposta la mappa di Padova, disegnata nel 1599 e considerata senza dubbio la prima pianta affidabile della città e delle sue mura fortificate.

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