Baldassarre Orsini
Dell’Architettura Civile di Baldassarre Orsini
[Parte Prima]
A cura di Adriana Soletti e Paolo Belardi
Roma, Officina Edizioni, 1997
Fig. 1) Ville storiche perugine: Villa San Martinello. Fonte: www.dimorestoricheitaliane.it |
N.B. Su Baldassarre Orsini si veda anche: Baldassarre Orsini tra arte e scienza (1732-1810). A cura di Cettina Lenza e Vincenzo Trombetta, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2017
[1] Testo della quarta di copertina:
“Il volume contiene la trascrizione nonché l’analisi storico-critica del primo tomo del trattato Dell’Architettura Civile, opera settecentesca del “pittore-filosofo” Baldassarre Orsini: un manoscritto che, pur concepito con precise finalità didattiche (l’Orsini, a lungo direttore dell’antica Accademia del Disegno di Perugia, è un assertore della necessità di una solida formazione scientifica), mostra rapporti espliciti con il dibattito culturale dell’epoca ed è sensibile alle profonde mutazioni teorico-concettuali che in tutta Europa, intorno alla seconda metà del XVIII secolo, sanciscono la crisi ormai irreversibile dei principi umanistici e dischiudono le porte della modernità.
Con la stesura del trattato Dell’Architettura Civile l’Orsini, allievo prediletto di Mengs e uomo di vasta cultura, percorre una strada straordinariamente insolita, contestando le idee etico-utilitaristiche del Milizia e riconoscendo nella prospettiva, alla maniera del Pozzo, non già una mera tecnica di rappresentazione, quanto piuttosto il fine stesso dell’architettura; tanto da teorizzare una personalissima architettura prospettica che, puntualmente supportata da continui riferimenti alla manualistica, sia storica che contemporanea, è sostenuta da un nutrito corpo di disegni autografi in cui l’autore indaga in chiave percettiva alcuni fra i principali monumenti dell’eredità classica.”
[2] Il manoscritto Dell’Architettura Civile è custodito con segnatura 1740 presso la Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, diretta erede dell’Accademia del Disegno di cui Orsini fu nominato direttore nel 1790, ricoprendo tale incarico in pratica in maniera quasi ininterrotta fino al 1810. L’opera è suddivisa in quattro tomi; i primi due compongono la Parte prima (testo e disegni), di natura prettamente teorica, e sono quelli che vengono presentati in questa occasione a cura di Adriana Soletti e Paolo Belardi; il terzo e quarto prendono in considerazione aspetti più pratici e sono stati pubblicati soltanto nel 2008, questa volta a cura del solo Paolo Belardi.
Fig. 3) Ville storiche perugine: Villa Aureli Fonte: www.dimorestoricheitaliane.it |
[3] Baldassarre Orsini è sempre stato considerato – a torto o a ragione – una figura di secondo piano nel mondo artistico di fine Settecento. E se il giudizio si riferisce alla sua attività pittorica (Orsini nasce pittore), non vi è dubbio che sia calzante. Appare invece sempre più riduttivo liquidare con poche righe la sua produzione letteraria, che, condotta nell’arco di oltre trent’anni, lo vide curare edizioni “moderne” di grandi classici di pittura e architettura, nonché produrre (a volte riuscendo a pubblicarli, a volte no) trattati e saggi, nonché guide al patrimonio artistico di città. Proprio la Guida al forestiere per l’augusta città di Perugia, pubblicata nel 1784, è probabilmente lo scritto più famoso di Orsini, e non tanto per gli apprezzamenti (pochi) o le stroncature (assai più numerose) che l’accolsero, ma proprio perché è guida alla mano (o forse grazie al suo Abregé - Riassunto -) che Tinet prima e Denon poi condussero le loro requisizioni di opere d’arte a Perugia (si veda in merito Cristina Galassi, Il Tesoro perduto: Le requisizioni napoleoniche a Perugia e la fortuna della “scuola” umbra in Francia tra 1797 e 1815). Fatto sta che, riservandoci di elencare alla fine di questa scheda almeno i principali titoli di cui Orsini fu autore, è bene sin d’ora richiamare alcuni dei contenuti che Paolo Belardi ha prodotto in Baldassarre Orsini (1732-1810): profilo bio-bibliografico (uno dei saggi introduttivi presentati nel commento del 2008 alla seconda parte del Trattato).
Fig. 4) Ville storiche perugine: Villa Aureli (Acquerello del 1784) Fonte: www.dimorestoricheitaliane.it |
[5] Rapidamente, alcuni cenni sulla produzione letteraria di Orsini, con l’avvertenza che, a parte il presente Trattato e la Guida al forestiere, apparsa in ristampa anastatica nel 1973, non risultano altre edizioni moderne degli scritti del poligrafo perugino. Il primo scritto di Orsini ad essere pubblicato fu Della Geometria e Prospettiva pratica, nel 1771, che appare recensito in maniera estremamente positiva dal Comolli nella sua Bibliografia storico-critica dell’architettura civile (Vol. III, pp. 91-97; se ne consiglia la lettura; viene riportata anche lettera scritta da Orsini al Comolli nel 1788 contenente catalogo parziale delle sue opere ed immancabile polemica col Milizia); segue appunto Dell’architettura Civile, completato entro il 1778. Sino a qui siamo negli anni del lungo e quasi ininterrotto soggiorno romano. Dopo il trasferimento a Perugia vengono pubblicate l’Antologia dell’arte pittorica (1782-1783) e la Guida al forestiere per l’augusta città di Perugia (1784), entrambe assai attente al tema della composizione in pittura. All’interno dell’Antologia Orsini pubblica sette scritti che si ritiene utile elencare (cfr. il Profilo bio-bibliografico di Orsini presentato da Paolo Belardi nel secondo volume dell’Architettura civile, p. 37, n. 77):
- Saggio sulla Composizione della pittura;
- Il Trattato della Bellezza e del Gusto del Cavalier Don Antonio Raffaello Mengs;
- Una Lettera del medesimo a don Antonio Ponz sopra il merito de’ Quadri del Real Palazzo di Madrid;
- Alcune Regole della Pittura di Gio. Paolo Lomazzo;
- L’Arte del dipingere a fresco d’Andrea Pozzo (a cui rivolse la sua attenzione anche Mary P. Merrifield nel 1846);
- Lezioni pratiche sù del Colorito di Mengs;
- Appendice all’Antologia Pittorica.
Secondo Bruno Toscano il Trattato della Bellezza e del Gusto di Mengs non è conforme al testo stabilito da José Nicolas de Azara nell’edizione di Parma del 1780 (cfr. Introduzione alla Guida al forestiere, pp. LXXV-LXXVI, n. 2). Alla Guida di Perugia seguirà nel 1790 quella di Ascoli Piceno. Se si fa eccezione alla prosecuzione delle Vite de’ pittori di Lione Pascoli, pubblicate nel 1806 col titolo Memorie de’ pittori perugini, gli scritti dell’ultimo decennio di vita appaiono sempre più rivolti agli studenti dell’Accademia perugina. Si tratta di:
- Dizionario d’Architettura e Dizionario Vitruviano (1801);
- traduzione del De Architectura di Vitruvio (1802). Citandola come sesta traduzione italiana, Vagnetti e Marcucci (p. 130) si riconoscono nel giudizio che di essa dà il Cicognara (mai tenero con l’Orsini) nel suo Catalogo ragionato: “Ventitré tavole ineleganti intagliate in rame trovansi nel Vitruvio. L’edizione non è pregievole. L’Orsini avea molte cognizioni, una critica poco flessibile, e nessun gusto [n.d.r. pena del contrappasso?]. I due Dizionari poi sono ben compilati, e possono essere utili alli studiosi dell’Arte” (pp. 138-139);
- rivisitazione dell’Idea dell’Architettura universale di Vincenzo Scamozzi (1803);
- compendio del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti (1804);
- versione ridotta e commentata del Trattato della pittura di Leonardo da Vinci (1805).
Ora, è chiaro a tutti che, a simili ritmi (le pietre miliari dell’architettura e della pittura italiana, ripubblicate una all’anno) il risultato non potesse essere strabiliante; documenta però l’incessante lavoro di divulgazione a cui il Professor Orsini attese di fatto fino alla morte.
ADDENDA 6 novembre 2017:
si veda anche la recensione a Baldassarre Orsini tra arte e scienza (1732-1810). A cura di Cettina Lenza e Vittorio Trombetta.
ADDENDA 6 novembre 2017:
si veda anche la recensione a Baldassarre Orsini tra arte e scienza (1732-1810). A cura di Cettina Lenza e Vittorio Trombetta.
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