Il Tempio Vaticano 1694
A cura di Gabriella Curcio
Electa, Milano, 2003
[1] Si riporta il testo della recensione all’opera, a firma Marco Carminati, apparsa sul Domenicale del Sole 24 Ore il 14.12.2005 (l’originale dell’articolo è conservato all’interno del volume).
DOMENICA – Scaffalart
La prima edizione moderna del «Tempio Vaticano» redatto dall’architetto Carlo Fontana
San Pietro a poco prezzo
Il celebre trattato del 1694 (con splendide tavole) illustra la storia e gli aspetti tecnici della basilica indicando persino i costi della sua realizzazione
di Marco Carminati
Roma. Basilica di San Pietro |
[1] Si riporta il testo della recensione all’opera, a firma Marco Carminati, apparsa sul Domenicale del Sole 24 Ore il 14.12.2005 (l’originale dell’articolo è conservato all’interno del volume).
DOMENICA – Scaffalart
La prima edizione moderna del «Tempio Vaticano» redatto dall’architetto Carlo Fontana
San Pietro a poco prezzo
Il celebre trattato del 1694 (con splendide tavole) illustra la storia e gli aspetti tecnici della basilica indicando persino i costi della sua realizzazione
di Marco Carminati
Lutero non fu tenero coi papi. Imputò loro molte e notevoli nefandezze e li accusò – tra l’altro – di aver speso somme scandalose per erigere la Basilica di San Pietro. Su questo argomento però, sembra che frate Martino parlasse un po’ a vanvera, perché sappiamo che pubblicò cifre iperboliche senza aver potuto effettuare la benché minima verifica contabile. Non lo possiamo tuttavia biasimare perché neppure i Pontefici, a quanto pare, erano mai stati in grado di stabilire con esattezza quanto fosse costata la nuova basilica.
Alla fine del Seicento si pensò di affrontare una volta per tutte la “spinosa” questione. Per fare i calcoli venne scelto un vip del tempo, Carlo Fontana, il più accreditato professionista della città, «supremo Architetto del Tempio Vaticano, del Sommo Pontefice, della Camera Apostolica e di altri Regii Personaggi con Molti Sovrani, ecc. ecc.».
Fontana si applicò con ardore al certame contabile e alla fine ne uscì vincitore: riuscì a dimostrare, carte alla mano, che i calcoli di Lutero erano assolutamente sbagliati. La basilica vaticana era costata assai meno di quanto aveva preteso il riformatore. La confutazione delle tesi luterane fruttò al Fontana una bella gratifica nobiliare: da «Cavalier di Cristo» quale era, l’“equus Carolus” fu insignito del titolo di conte, conferitogli dal re di Polonia Augusto III di Sassonia. Correva l’anno 1697.
Dietro questa storiella minima se ne cela una di maggior rilevanza. Perché toccò proprio a Carlo Fontana l’onere di fare i conti in tasca alla Fabbrica di San Pietro? Semplice, perché Fontana era allora il massimo conoscitore vivente della basilica, avendo tre anni prima dato alle stampe un’opera colossale dedicata al Tempio Vaticano e la sua origine, con gli edifici più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso. Questa sorta di summa storico-architettonica, realizzata in folio, bilingue (italiano e latino) e illustrata con settantanove splendide incisioni cavate da disegni di Alessandro Specchi, venne impressa nel 1694 dallo stampatore romano Giovanni Francesco Buagni. Ne sortì uno dei libri più spettacolari della storia dell’arte italiana e contemporaneamente uno dei più clamorosi disastri editoriali, in quanto i volumi, sfarzosamente rilegati, costavano davvero una fortuna, ergo il numero degli acquirenti si ridusse al lumicino.
A ogni buon conto, Carlo Fontana eresse il suo monumento cartaceo per due motivi: per celebrare «la più gran fabbrica della cristianità» e sollecitare «i Prencipi e i gran Signori ad imitare imprese così gloriose», e per fornire la più esatta e completa documentazione tecnica disponibile sulla basilica, in modo che fosse utilizzabile anche da chi non avesse potuto studiare l’edificio dal vero.
Carlo Fontana. Il Tempio Vaticano (1694). Sezione longitudinale della vecchia Basilica |
Divise la materia in sette libri. Nel primo descrisse gli edifici romani che si trovavano dove sarebbe sorta la chiesa; nel secondo illustrò la precedente basilica costantiniana; nel terzo raccontò per filo e per segno la portentosa impresa di un suo presunto parente, l’architetto Domenico Fontana, che nel 1586 era riuscito a issare il pesantissimo obelisco davanti alla basilica. Il quarto libro lo dedicò alla piazza e ai portici berniniani (Carlo Fontana era stato allievo di Bernini), il quinto alla basilica e alla sua storia. Nel sesto libro affrontò un argomento un po’ stravagante: il “paragone” tra quanto si spese per erigere il tempio di Salomone e quello vaticano. Anche l’ultimo libro lo dedicò a pindarici “paragoni” tra San Pietro e altri templi, il Pantheon, il Tempio di Giove Capitolino, fino a Santa Maria del Fiore a Firenze.
Reso celebre dalle bellissime tavole più volte riprodotte, ma certamente poco accessibile alla lettura in quanto mai più rieditato dal 1694, il Tempio Vaticano è stato finalmente proposto in una edizione moderna curata da Giovanna Curcio. Il volume è stato ripreso integralmente nella sola versione italiana, ma contiene tutte le settantanove tavole di accompagnamento, riprodotte e ripiegate come le originali. Naturalmente, il testo antico è preceduto da molti saggi introduttivi che spiegano ed aggiornano la vasta materia trattata. Bisogna congratularsi con l’editrice Electa. Rimettendo in circolo un antico “fiasco” editoriale in versione decisamente più economica (qui non si raggiungono i 100 euro) ha fornito al lettore contemporaneo un libro di eccezionale qualità e utilità. Quello di Fontana infatti non è solo un excursus storico sulla basilica vaticana ma è un superbo trattato d’architettura, con nozioni di estetica, statica, estimo, sistemi di misurazione, disegno e progetto. Averlo tra le mani è una gioia per occhi e intelletto. E poi, finalmente, ci si può precipitare a controllare quanto è costata la basilica: «il prezzo di tutto il Tempio, e cioè di quello che si vede di presente, ascende alla somma di quarantasei milioni, ottocentomila quattrocento novanta e otto scudi di moneta romana». Mutatis mutandis, meno di un box.
HO VISTO E GUSTATO IL LIBRO,LEGGERLO E GUARDARLO SI VIENE TRASPORTATI A QUEL TEMPO E SI PUO' IMMAGINARE QUANTE PERSONE,DAI PIU' UMILI AGLI ARTISTI,SIA IN ROMA E IN GIRO PER L'ITALIA HANNO VISSUTO ALL'OMBRA DELLA FABBRICA DI SAN PIETRO,HO VISTO CHE E' ESAURITO PURTROPPO, ANCHE SE IL COSTO E' UN PO' ELEVATO,AVREI FATTO UN PENSIERINO...SONO QUEI LIBRI CHE DOVREBBERO FAR PARTE DELLA CULTURA DI UN PAESE COME QUADRI DI MICHELANGELO ,GIOTTO .....E FORSE MESSI IN VENDITA A PREZZI,AIUTANDO OPPORTUNAMENTE LA CASA EDITRICE,ACCESSIBILI PER MOLTI E FORSE ANCHE PER RIPRENDERE UNA CULTURA PER LA BELLEZZA DELL'AMBIENTE IN CUI SI VIVE DOVE IL COSTO E' IMPORTANTE PERO' PER EVITARE DI CONTINUARE A COSTRUIRE COME IN PASSATO LE ABITAZIONI POPOLARI.........
RispondiElimina